LA POLITICA DELLE TOGHE STRAPPATE – DOPO ROBLEDO, UN ALTRO PROCURATORE AGGIUNTO ACCUSA BRUTI LIBERATI – SI TRATTA DI NICOLA CERRATO, UNA DELLE TOGHE PIÙ VICINE A BERLUSCONI

Piero Colaprico e Emilio Randacio per "la Repubblica"

C'è un procuratore aggiunto che ha chiesto di essere sentito dal Consiglio superiore della magistratura sul contrasto Bruti-Robledo. Si chiama Nicola Cerrato, è a fine mandato, ha una contestazione da muovere al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati che, con i suoi aggiunti, ha messo sotto accusa Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni, scompaginato intere filiere di ‘ndrangheta, colpendo anche per voto di scambio l'assessore regionale Mimmo Zambetti, centrodestra.

LE REGOLE E LA SOSTANZA
Per comprendere meglio di che cosa si sta discutendo, bisogna sapere che le procure sono un organo verticistico, con un capo "forte", che assegna i fascicoli penali secondo le competenze dei vari dipartimenti. Alfredo Robledo, procuratore aggiunto, capo del dipartimento anti-corruzione, sostiene che alcuni processi, come quello Formigoni, o quello Ruby, erano «suoi», invece hanno preso altre strade.

In più, Robledo accusa Bruti anche di aver «dimenticato» per alcuni mesi in un cassetto un fascicolo, spedito dai magistrati fiorentini sulla scalata Sea. E se, visto dall'esterno, il fascicolo Sea avrebbe potuto essere richiesto più celermente dallo stesso Robledo; se è innegabile il successo delle indagini così come le ha impostate Bruti; dentro gli uffici dei magistrati «è un valore la tracciabilità del fascicolo ». L'indagine dunque è davanti al Csm. A due commissioni: la prima, che si occupa delle «incompatibilità », e la settima, che si occupa dell'«organizzazione degli uffici».

LE CRITICHE DI CERRATO
Il fronte dei «critici» si allarga dunque con Nicola Cerrato, procuratore aggiunto responsabile del VI dipartimento, reati legati al lavoro e alle responsabilità mediche. Classe ‘42, in magistratura dal ‘69, a giugno prossimo vede scadere il suo mandato da vice procuratore e vuole essere ascoltato dalla settima commissione del Csm.

Cerrato sostiene che pochi mesi dopo il suo arrivo, nel luglio del 2010, Bruti gli aveva ridimensionato le competenze. Non solo: aveva affidato al semplice «sostituto anziano» Carlo Nocerino le inchieste sulla lotta al «lavoro nero». Questa vicenda, di quattro anni fa, esce ora dall'ombra.

IL PASSATO DI CERRATO
Cerrato, che sotto il governo Berlusconi è stato distaccato al Ministero di Grazia e Giustizia due volte, è incappato in due inchieste. La prima, risale al ‘98, in seguito dell'arresto del primario delle truffe miliardarie all'Asl, Giuseppe Poggi Longostrevi. Il
processo per corruzione si celebrò a Brescia e si concluse con il proscioglimento del magistrato davanti al gip. La seconda inchiesta nasce proprio nell'estate 2010, con lo scandalo P3.

Cerrato venne intercettato al telefono con il giudice tributarista - titolo di studio: geometra - Pasquale Lombardi. Il quale «avvicina» magistrati, tenta di convincerli a pilotare inchieste, e a Milano si muove a favore dell'ex presidente regionale Formigoni. Quando scruta nubi all'orizzonte, chiama anche Cerrato, gli annuncia regali - casse di vino irpino - ma quando prova a chiedere cose specifiche, Cerrato alla cornetta lo liquida con un «ma il tuo telefono è sicuro?» e con un «poi ne parliamo ». Ascoltato dal Csm come testimone, Cerrato ha chiarito questi rapporti con Lombardi.

LE CORRENTI
Bruti è di Magistratura democratica, ma al suo arrivo al vertice della procura di Milano ha scontentato, sempre a sinistra, i sostenitori di Ferdinando Pomarici. Robledo è un simpatizzante di Magistratura indipendente, più vicina alla destra, ed era stato anche un candidato al Csm, non eletto. Oggi, Bruti non ha vasti «appoggi politici».

LE NUOVE AUDIZIONI
Ieri davanti al Csm sono stati ascoltati due magistrati, Filippo Spiezia e il capo dell'Antimafia nazionale Franco Roberti. Il primo parlava di difficoltà di rapporti con l'Antimafia milanese (leggi: Ilda Boccassini), il secondo ha detto di averlo sostituito, sì, ma non certo per «pressioni» milanesi. Lunedì, giorno cruciale: sono convocati quattro magistrati milanesi, tra i quali gli aggiunti contestati da Robledo, e cioè Greco, ex del pool Mani Pulite, e la titolare dei fascicoli più complessi e pericolosi, Ilda Boccassini.

 

nicola cerrato EDMONDO BRUTI LIBERATI CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO IL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ALFREDO ROBLEDO Palazzo di Giustizia a MilanoPALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANOLA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI ROBERTO FORMIGONI BERLUSCONI A MILANO CON FORMIGONIilda boccassini

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…