LA PRECISAZIONE DI ROBERTO GAROFOLI ALL’ARTICOLO DEL “FATTO QUOTIDIANO” CHE AVEVA MESSO IN RELAZIONE LA RICHIESTA DI STANZIAMENTI A FAVORE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA E L’ACQUISTO DI UNA CASA DALLA STESSA ORGANIZZAZIONE: “LA TRANSAZIONE CON LA CRI RISALE ALL’ANNO SCORSO (DICEMBRE 2017) E QUINDI NON VI È ALCUN NESSO LOGICO E TEMPORALE CON LA SUPPOSTA “AGEVOLAZIONE”…”
Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio Direttore,
Ho ricevuto dal Pres. Roberto Garofoli mandato ad assumere iniziative a tutela della sua onorabilità in relazione all’articolo del “Fatto Quotidiano” (ripreso da “Dagospia”) nel quale si accosta, in maniera suggestiva e diffamatoria, la richiesta di stanziamenti a favore della Croce Rossa Italiana con una modesta vicenda transattiva di una vecchia controversia fra la stessa CRI e il Pres. Garofoli.
Le sarò grato se vorrà cortesemente dare conto delle seguenti circostanze, che molto sommariamente elenco:
a) Il Ministro dell’Economia e Finanze ha chiarito, con un suo comunicato del 16 ottobre, che la richiesta di stanziamento a favore della CRI era pervenuta dal Ministero della Salute e dal Commissario liquidatore della stessa CRI per il pagamento anche del TFR ai lavoratori dell’ente e che le somme indicate, rientranti nello stanziamento complessivo già disposto dalla legge oggi vigente, erano state da settembre del 2018 accantonate con un decreto dello stesso Ministro dell'economia in attesa del chiarimento normativo ritenuto necessario dalla Ragioneria generale.
Tale perentoria smentita è stata ignorata dal “Fatto Quotidiano” il quale insiste nella risibile tesi della “manina” che avrebbe inserito “alla chetichella” una non dovuta elargizione. Tesi falsa anche laddove riconduce alla persona pres. Garofoli, una richiesta riferibile al Ministero nella sua competenza istituzionale, come ben chiarito dalla secca presa di posizione del Ministro.
b) Anche a voler ignorare tutto questo, la transazione fra il Pres. Garofoli e la CRI risale all’anno scorso (dicembre 2017) e quindi non vi è alcun nesso logico e temporale con la supposta “agevolazione”, non fosse altro perché a quell’epoca il governo Gentiloni era dimissionario e non vi era nessun elemento che potesse far ritenere una proroga dell’impegno del cons. Garofoli presso il MEF.
c) La vicenda giudiziaria – relativa alla divisione di un immobile per circa 10 anni adibito ad abitazione familiare del Pres. Garofoli e di cui lo stesso deteneva i 5/6 ed il restante sesto indiviso (pari a circa 35 mq) era in capo alla CRI – pendeva fin dal 2009 con contrapposte pretese assai onerose per la CRI. L’importo versato (€ 28.000) è stato ritenuto congruo da tutti gli uffici di controllo, anche in considerazione del rischio di essere condannata al pagamento di ingenti somme.
d) Capziosamente il “Fatto Quotidiano” afferma che dopo la transazione la commissaria liquidatrice della CRI avrebbe avuto la “proroga dell’incarico”. Tace la circostanza che la nomina del liquidatore spetta non al Ministero dell’Economia, bensì al Ministero della Salute, e quindi fra le due vicende non vi è il benchè minimo nesso, contrariamente a quanto diffamatoriamente sostenuto dal “Fatto”.
Distinti saluti
(avv.prof. Vincenzo Zeno-Zencovich)