PROCESSI LOTTERIA - CASELLI SUL CASO MEREDITH: "8 SENTENZE, 2 DI CASSAZIONE OPPOSTE. IL PROBLEMA DI BASE È UN RITO ACCUSATORIO CHE CONSERVA LA POSSIBILITA’ DI APPELLARE SEMPRE"

knox sollecito  e63a23e918knox sollecito e63a23e918

Gian Carlo Caselli per il “Fatto Quotidiano”

 

Anche al netto delle reazioni scomposte che vi sono state, è purtroppo innegabile che la vicenda processuale legata all’omicidio di Meredith Kercher non giova alla credibilità della nostra giustizia. Per certi versi potrebbe persino sembrare un disastro. Un colpo da ko che minaccia di appannare quel molto di positivo che quotidianamente si produce in un’infinità di processi d’ogni tipo, a tutela dei diritti dei cittadini sui versanti più diversi, dai litigi di strada alla corruzione alle mafie.

   

Ma se un fatto – per quanto eccezionale – rivela crepe profonde nel sistema, occorre porvi rimedio se non si vuole rischiare un crollo. Nessun sistema giudiziario può riscuotere fiducia né reggere a lungo se nel suo interno trovano posto meccanismi che consentono un’estenuante altalena di decisioni come quella che si è verificata per il delitto di Perugia. Il bilancio di un percorso durato, fra indagini e processi, quasi otto anni, traccia un labirinto nel quale è difficile ritrovarsi.

 

GIANCARLO CASELLI GIANCARLO CASELLI

È vero, infatti, che il pluralismo interpretativo – in fatto e in diritto – è fisiologico tutte le volte (ed è la regola...) che la verità dei fatti non è assolutamente indiscutibile e certa, sicché vi sono spazi anche consistenti per ricostruzioni diverse, fra loro non collimanti, sul piano della verità “soltanto” processuale. È però altrettanto vero che non è facile spiegare con la fisiologia un accavallarsi di incongruenze e contrasti che – pur rimanendo nel perimetro della procedura – portano per altro verso al superamento di limiti di decisiva rilevanza.

   

Nel caso della povera Meredith è accaduto che il processo diretto a stabilire chi fossero i responsabili dell’omicidio si è sdoppiato lungo due strade. Un imputato (Rudy Guede) ha scelto il rito abbreviato (art. 438 c.p.p.). Gli altri due (Amanda Knox e Raffaele Sollecito) quello ordinario-dibattimentale. Guede è stato condannato per aver commesso il delitto in concorso con altre persone.

 

Per lui la decisione di colpevolezza è sempre stata la medesima nel giudizio di primo grado, in appello e in Cassazione. Per la Knox e per Sollecito, invece, la sequenza delle pronunce ha avuto un andamento simile a quello di un ottovolante. Condanna in primo grado (Corte d’Assise di Perugia), ribaltata in secondo grado con l’assoluzione da parte della Corte d’Assise d’Appello. La sentenza di proscioglimento è stata bocciata dalla Cassazione, che ha disposto un nuovo giudizio avanti alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, dove si è tornati a condannare i due imputati. Contro tale condanna nuovo ricorso in Cassazione, che questa volta ha annullato senza rinvio, di fatto assolvendo definitivamente Knox e Sollecito.

raffaele sollecito giulia bongiornoraffaele sollecito giulia bongiorno

   

In complesso, dunque, si sono avute ben otto sentenze, tre in abbreviato e cinque in ordinario. Decine di giudici hanno contribuito a costruire una montagna di carte processuali, che però alla fine non hanno risolto il caso se non in minima parte, anzi hanno lasciato persistere o addirittura seminato ombre dubbi e incertezze a non finire (rimasti ignoti, in particolare, i pur certi “concorrenti” di Guede).

   

Per convenzione l’ultima sentenza, quella della Cassazione, chiude il caso con un sigillo irrevocabile. Usa infatti dire che la Cassazione trasforma il bianco in nero. Senonché nel caso in esame non c’è una sola pronuncia della Cassazione. Ce ne sono due che sembrano fra loro confliggenti. Per cui la seconda e ultima dovrà anche motivare come il nero che era diventato bianco possa, nella stessa “officina”, essere tornato di nuovo nero.

   

raffaele sollecito in conferenza stamparaffaele sollecito in conferenza stampa

Ma il vero problema è a monte. Si determina un vero paradosso se le norme procedurali risultano congegnate in modo tale che (pur restando nel perimetro della loro osservanza) possono trasformare il processo in un ottovolante o in una sorta di lotteria, per di più con “estrazione” finale a distanza di molti anni dall’inizio dei lavori. È evidente che qualcosa non funziona e va decisamente cambiato. Anche intervenendo alla radice dei problemi.

   

Col nuovo codice (1989) ci siamo dati un sistema processuale di tipo accusatorio e abbiamo abbandonato il rito inquisitorio, infinitamente meno garantista. In questo modo abbiamo realizzato un importante progresso di civiltà giuridica allineandoci alle altre democrazie occidentali.

   

raffaele sollecito 682f64draffaele sollecito 682f64d

Ma abbiamo dimenticato che in tutti i paesi di rito accusatorio di fatto esiste un solo grado di giudizio, perché l’appello è consentito unicamente in casi assai circoscritti. Noi invece abbiamo conservato la possibilità di appellare sempre e comunque: come a dire che anche dopo l’introduzione del rito accusatorio ci piace avere la botte piena e la moglie ubriaca.

   

Troppa grazia. E soprattutto troppi spazi per un ping-pong fatto di continui rimpalli che con le garanzie non hanno nulla a che vedere. Salvo intenderle come privilegi per pochi: a scapito del diritto di tutti a un funzionamento del processo che non ricordi la tela di Penelope.

sollecito f082f84sollecito f082f84GIANCARLO CASELLI GIANCARLO CASELLI

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...