ROMA NOIR - LA GIUDICE SIMONETTA D’ALESSANDRO TROVATA SENZA VITA NELLA SUA CASA: ERA IL BRACCIO DESTRO DEL PROCURATORE PIGNATONE ED AUTORIZZO’ I 32 ARRESTI DEL CLAN SPADA - L’IPOTESI È CHE POSSA ESSERE STATA COLTA DA MALORE, MA DOMANI CI SARA' L'AUTOPSIA - MESI FA ERA STATA NOMINATA PRESIDENTE DELLA X SEZIONE PENALE DEL TRIBUNALE, DA GIP AVEVA SEGUITO LE INCHIESTE SU TULLIANI E I CLAN DI OSTIA - SI ERA OCCUPATA ANCHE DI...
Fulvio Fiano per corriere.it
Sempre sorridente e affabile anche dopo una notte passata a leggere atti di importanti inchieste sulla criminalità organizzata o per reati contro la pubblica amministrazione, la giudice Simonetta D’Alessandro era una delle figure più note e apprezzate per determinazione e serietà all’interno degli uffici giudiziari di piazzale Clodio. Sabato è stata trovata senza vita nella sua abitazione in centro, un appartamento su Passeggiata di Ripetta, vittima di un malore.
A dare la notizia è stato il figlio, che preoccupato dalle sue mancate risposte al telefono ha avvisato i carabinieri della stazione Prati. Dopo l’irruzione dei i vigili del fuoco nessun segno di effrazione è stato riscontrato. E dopo gli esami del caso sul corpo del giudice, il medico legale intervenuto non ha trovato elementi che possano far pensare a una aggressione.
Una professione, quella di magistrato, che la D’Alessandro portava avanti con immutata passione anche ora, a 58 anni, con alle spalle una lunga carriera. Originaria di Foggia, laureata a Pavia, è stata tra le altre cose il giudice per le indagini preliminari che ha firmato l’ordinanza di arresto per 32 membri del clan Spada lo scorso gennaio. Ma recentemente si era occupata anche delle vicende penali dell’ex presidente della Camera Gianfranco Fini e del cognato Giancarlo Tulliani, delle tangenti sui campi rom e più indietro negli anni di terrorismo e Brigate rosse nonché della morte del banchiere Roberto Calvi. Da qualche mese era presidente della X sezione penale del tribunale.
Sincero lo sgomento e il dolore tra i colleghi e gli addetti ai lavori della cittadella giudiziaria e tra chi, anche in altre sedi, l’aveva conosciuta e apprezzata. Anche la Camera penale di Roma si unisce al cordoglio.