Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
Da domenica i loro telefonini sono diventati bollenti. Ci sono i colleghi che si scambiano i pareri nei gruppi WhatsApp «avanzando ogni genere d' ipotesi» sulle tragedie in Indonesia prima ed Etiopia poi. Ci sono i loro parenti che si accertano che sia andato tutto bene nella giornata ad alta quota. O che chiedono suggerimenti su come prendere un volo ma evitando di salire su un Boeing 737 Max. Per non parlare dei passeggeri. Che al momento dell' imbarco proprio su un 737 Max tra domenica e ieri chiedevano uno dopo l' altro se fosse ancora sicuro volare con quell' apparecchio.
CABINA DI PILOTAGGIO DEL BOEING 737 MAX
«L' unica cosa che puoi fare è dire che andrà tutto bene, che noi siamo in Occidente, anche se dopo due incidenti del genere il sospetto viene anche a chi l' aereo lo deve pilotare», confida al Corriere un comandante italiano 45enne, con 12 anni alle spalle sui Boeing 737 tradizionali e da tredici mesi quasi sempre su un 737 Max 8 di un vettore di rilievo europeo.
Lui e altri suoi due colleghi contattati ieri hanno voluto parlare soltanto in forma anonima perché soprattutto nei casi di tragedie che coinvolgono gli aerei sono le compagnie a proibire questo genere di contatto con i cronisti e la pubblicazione dei nomi può comportare anche il licenziamento in tronco.
bhavye suneja, uno dei piloti del boeing precipitato in indonesia
Tutti e tre spiegano di aver fatto poche ore al simulatore di volo per ottenere poi l' abilitazione a pilotare la versione Max del colosso americano. «Un corso devo dire molto semplice, anche perché la cabina di pilotaggio del nuovo modello è di fatto la stessa del 737 tradizionale», sottolinea un altro comandante, italiano pure lui e quasi coetaneo del primo, con quasi dieci anni su un Boeing di una low cost del Vecchio continente e con finora otto mesi ai comandi di un Max 8 di un vettore «tradizionale». Un passaggio al jet di ultima generazione «senza particolari traumi, servono soltanto un po' di ore per entrare in sintonia con il Max», racconta.
SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES
Anche se non trova d' accordo gli altri due, compreso questo veterano over 50: «Alla Boeing possono pure dire che i velivoli sono uguali, ma una volta ai comandi la differenza si sente e anche bene, soprattutto nella fase di decollo», sostiene. Il «veterano» ricorda almeno un paio di occasioni, ad aereo vuoto a metà, «in cui ho avvertito la netta sensazione che l' aereo mi stesse sfuggendo di mano: è una cosa che capita di solito agli inizi, e che magari non è nemmeno vera, ma mi ha fatto sentire molto meno sicuro. E se non mi sento io tranquillo là dentro perché devono esserlo i passeggeri?».
Tutti e tre sostengono di avere ricevuto un addestramento e aggiornamenti soddisfacenti, ma non tutti concordano su come vedere i due incidenti. C' è chi dà la colpa al sistema anti-stallo inserito da Boeing nel nuovo modello: «Un tipo di supporto che non c' era nei manuali di volo e che francamente ha un sistema veloce ma controintuitivo per essere disabilitato». C' è chi spiega: «fuori dall' Europa e dal Nord America non me la sento di mettere la mano sul fuoco sulla professionalità di alcuni colleghi».
lo schianto del boeing all havana cuba 5
E c' è chi, al di là dell' esperienza dei piloti coinvolti nei due disastri, vorrebbe sapere «quante delle ore di volo alle spalle sono state su un 737 tradizionale e quante su un Max». Tutti e tre su una cosa convergono: il nuovo gioiello di casa Boeing «questi giorni nei nostri gruppi WhatsApp tra piloti ricorda molto la sorte del DC-10». Un velivolo che ha avuto problemi in volo sin da subito.
SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES BLUE PANORAMA BOEING 737 CHE OPERA A CUBA SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES Dennis Muilenburg CEO BOEING lo schianto del boeing all havana cuba 1 lo schianto del boeing all havana cuba 2 SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES SCHIANTO DEL VOLO ETHIOPIAN AIRLINES lo schianto del boeing all havana cuba 3 lo schianto del boeing all havana cuba 4