cina - esecuzione pubblica di dieci spacciatori

L’EDUCAZIONE CIVICA IN CINA - A LUFENG, A 160 KM DA HONG KONG, MIGLIAIA DI PERSONE VENGONO PORTATE ALLO STADIO PER ASSISTERE ALL'ESECUZIONE DI DIECI SPACCIATORI - PER PECHINO E’ UNO “SPETTACOLO EDUCATIVO”: I FUNZIONARI DEL REGIME HANNO PUBBLICIZZATO “L’EVENTO” IL PIÙ POSSIBILE SUI SOCIAL - VIDEO!

 

 

Stefano Zecchi per “il Giornale”

 

In Cina, nella regione di Guangdong, sul lato di una piazza che può contenere un migliaio di persone, è stato allestito un teatrino dove andranno a recitare la loro morte dieci persone. Il teatrino è elegante, tutto blu: la recita non ha niente di fantasioso, è reale, quei dieci vengono giustiziati in pubblico con una pallottola nella nuca, il cui costo deve essere risarcito dai famigliari del condannato.

CINA - ESECUZIONE PUBBLICA DI DIECI SPACCIATORI

 

Anche il pubblico che assiste all' esecuzione è vero, è stato convocato nella piazza con ogni mezzo della comunicazione, dal web ai manifesti attaccati sui muri delle case. Qualcuno si è portato la sedia da casa per attendere più comodamente l' arrivo dei condannati, altri fanno trascorrere il tempo mangiando, facendosi i selfie con lo sfondo del teatrino blu.

 

Sembra una scena già vista nei film che rievocano la Rivoluzione Francese con la sua ghigliottina nelle piazze tra la gente in festa. Ma non è necessario andare tanto in là nel tempo, perché queste macabre ritualità erano praticate durante la rivoluzione culturale comunista del condottiero Mao Tze Dong.

 

Estetizzazione della morte significa fare spettacolo di quell' attimo supremo in cui è visibile il passaggio dalla vita alla sua ineludibile fine. È un rito che soddisfa le pulsioni più profonde dell' animo umano, che esalta il sentimento di potenza di colui (di coloro) che si arroga il diritto di dare la morte.

CINA - ESECUZIONE PUBBLICA DI DIECI SPACCIATORI

 

Ci si può chiedere come sia possibile che uno Stato tecnologicamente avanzato come la Cina, dominante economicamente il mondo, potenza nucleare, membro permanente del consiglio di sicurezza dell' Onu, possa celebrare con tanta enfasi questa estetizzazione della morte.

 

Una questione è quella di ammettere nel proprio ordinamento giudiziario la pena di morte: si può discutere, ci sono i favorevoli e i contrari. Altra cosa è quella di rendere la pena uno spettacolo pubblico, con cui si suppone di educare il popolo al rispetto della legge. E non è un problema secondario: in linea di principio ciò che davvero educa è l' esempio, chiaro, inconfondibile.

 

CINA - ESECUZIONE PUBBLICA DI DIECI SPACCIATORI

Non a caso grandi civiltà, da quella greca a quella romana, e grandi religioni, da quella cristiana a quella mussulmana, per non ricordare altro, hanno in un passato, non soltanto remoto, estetizzato la pena di morte come rappresentazione esemplare per educare il popolo, ritenendo che essa abbia un senso se resa pubblica, visibile, così da spaventare per educare e proibire.

 

Da sottolineare che la gente partecipa allo spettacolo della morte, certamente con una curiosità morbosa, ma anche con un sentimento di reciprocità con il potere che dà la pena: io si pensa - sono bravo e mi merito di vivere, tu sei malvagio ed è giusto che ti puniscano, anche con la morte.

 

Dunque, sia riflettendo sulla Storia passata, sia sul mediocre sentimento dell' animo umano, si potrebbe ammettere che la pena di morte comminata pubblicamente sia un esempio che produce effetti educativi. Eppure ci indigniamo, non comprendiamo come ciò possa accadere in un Paese moderno come la Cina. Perché?

 

Perché l' estetizzazione, tanto teatrale, delle condanne a morte in Cina ci sbatte in faccia con brutalità, ma anche con molta franchezza, un passato che non abbiamo mai, purtroppo, davvero superato; perché la nostra civiltà laica, tecnocratica, sempre pronta agli appelli sul rispetto dei diritti dell' uomo non è ancora riuscita realmente a oltrepassare l' idea che l' uomo possa essere padrone della vita degli altri, che possa decidere sulla sua morte; perché nel profondo dell' anima non si crede veramente che la vita sia un valore inviolabile e che mai, in nessun caso, si possa annientare.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”