Anna Nemtsova per “Daily Beast”
Mosca - I manager della Zenit Arena, gigantesco stadio di San Pietroburgo a metà dell’opera, la scorsa settimana hanno ricevuto una lettera ufficiale dal Ministero delle Situazioni di Emergenza in cui si chiedeva di creare immediatamente strutture di riparo per tempo di guerra.
Lo stadio, in costruzione per ospitare i mondiali di calcio 2018, è appena fuori città ma, si legge nella missiva, in caso di attacco nucleare, è la potenziale zona di distruzione e pioggia radioattiva. L’ultima volta che i russi hanno sentito le autorità parlare di attacchi nucleari era vent’anni fa e sembrava improbabile. Ora la Russia non scherza. In tutto il paese oltre 40 milioni di persone hanno recentemente partecipato ad esercitazioni civili di difesa, imparando come nascondersi e dove correre in caso di guerra nucleare.
Dichiara Sergei Markov, membro della Camera Civica Russa: «Queste sono le tensioni più serie tra Mosca e Washington da decenni a questa parte. La guerra potrebbe cominciare anche prima delle elezioni americane di novembre. Personalmente metto da parte 200 lattine con carne di maiale per l’eventuale crisi e consiglio a tutti di fare lo stesso».
In Russia, dove le generazioni hanno patito guerre e crisi economiche, il panico si diffonde in fretta, come un’epidemia. Negli anni ’90 migliaia di russi cercarono salvezza mistica trasferendosi nella taiga, seguaci del Cristo reincarnato in Vissarion, e 3.000 ancora vivono nei boschi siberiani aspettando la fine della luce. Nel 2012, in attesa che si realizzasse la profezia maya, la gente comprò vodka, fiammiferi e candele per sopravvivere ai tempi bui.
La scorsa settimana Perm, città di un milione di abitanti nella regione degli Urali, ha preparato rifugi affinché “gli impiegati possano continuare a lavorare durante la guerra”. Gli ispettori del Ministero delle Situazioni di Emergenza hanno controllato che ci fossero abbastanza spazio, medicine, provviste e tre litri di acqua al giorno per ogni persona. Le autorità garantiscono che, in caso di guerra, ognuno avrà almeno 300 grammi di pane al giorno, e non ci saranno radiazioni sui trasporti pubblici.
Chi ha partecipato all’addestramento ha ricevuto scatole con alimenti per bambini, buste di pannolini e abiti caldi distribuiti da “Russia Behind Bars”, la ONG che da otto anni si occupa dei detenuti. In caso di bomba che fine fa chi sta in prigione? Non ha scampo. Intanto i moscoviti si informano su quale sia la stazione metro più vicina da raggiungere e quanto tempo impiegherebbero ad arrivarci, dal momento in cui partono i missili contro la città.