Giuseppe Guastella per www.corriere.it
Carmine Cucciniello - Giorgio Maria Calori - Carlo Romano' - Lorenzo Drago
Consulenze, quote societarie, partecipazione a convegno, assunzioni di parenti e anche un cestino di prodotti enogastronomici a Natale pagati da un imprenditore del settore medicale hanno portato all’arresto per corruzione di due primari e del direttore sanitario dell’ospedale Gaetano Pini-Cto e di altri due primari dell’ospedale Galeazzi di Milano oltre che dello stesso imprenditore nell’ennesimo filone giudiziario che scuote la sanità lombarda.
Tommaso Brenicci, 53 anni, amministratore di cinque società che commerciano prodotti medicali e ortopedici, l’unico a finire in carcere, secondo le indagini della Guardia di Finanza di Milano, coordinate dai pm Letizia Mannella ed Eugenio Fusco, avrebbe corrotto gli altri cinque indagati (tutti messi ai domiciliari dal gip Teresa De Pascale) per garantire alle sue aziende le forniture al Pini e al Galeazzi, due tra i più rinomati ospedali ortopedici italiani.
L’inchiesta nasce dal quella che portò all’arresto del primario del Cto Norberto Confalonieri, poi rinviato a giudizio per corruzione con l’accusa di aver preso tangenti per usare le protesi d’anca e di ginocchio di due altre aziende. Secondo gli investigatori, le società che fanno capo a Brenicci avrebbero incassato circa tre milioni e mezzo di euro tra il 2012 e il 2017 grazie alle corruzioni, versando periodicamente soldi al primario di ortopedia del Pini Giorgio Maria Calori, 61 anni, al quale sarebbero andati oltre 200 mila euro come contratti di consulenza più 128 mila sterline per transazione tra società in Gran Bretagna.
L’altro primario del Pini Carmine Cucciniello, 61 anni, avrebbe ricevuto 100 mila euro per contratti di consulenza e diritti sull’impiego di protesi e altri 65 mila come retribuzione del figlio assunto da una delle società dell’imprenditore. Consulenze, partecipazioni societarie ed altri benefit sarebbero stati ottenuti da Carlo Romanó e Lorenzo Drago, entrambi primari del Galeazzi, il primo responsabile del laboratorio analisi, il secondo del centro di chirurgia ricostruttiva.
Paola Navone, 59 anni, direttore sanitario del Pini avrebbe partecipato a due convegni (uno costato 5.000 euro a Parigi), l’altro in Alto Adige (non si sa il valore) più un cesto di prodotti enogastronomici da mille euro a Natale 2016 sempre per favorire le aziende di Brenicci.