Giuliana Rotondi per www.focus.it
Se non vogliamo che il nostro letto diventi un terreno di coltura di funghi e batteri, le lenzuola vanno cambiate una volta alla settimana. A dirlo è Philip Tierno, microbiologo dell'Università di New York. Se ci dimentichiamo di farlo, il rischio è quello di ammalarsi.
L'affermazione non è peregrina: effettivamente trascorriamo un terzo della nostra vita a letto e le probabilità di dividere lo spazio con colonie di microbi nascosti tra le pieghe delle lenzuola è molto alto. Si tratta dunque di una questione di igiene.
A LETTO CON I MICROBI. Annualmente, noi esseri umani produciamo infatti una media di 26 litri di sudore e l'umidità è un terreno di coltura ideale per i funghi. E quale luogo migliore dei materassi e dei cuscini potrebbero avere per proliferare? Uno studio ha rivelato non a caso che nei cuscini dopo un anno e mezzo si possono trovare anche 17 tipi diversi di funghi. E sulle lenzuola, a contatto con il corpo, le cose non vanno meglio.
In un anno si rilasciano fino a 100 litri di sudore. Secondo i dati di una agenzia di assicurazioni domestiche, i single britannici cambierebbero la biancheria del letto ogni tre mesi e la media degli inglesi addirittura solo tre volte all’anno.
PRODUZIONE NOSTRANA. Tra le loro pieghe si trovano infatti i microbi prodotti principlamente da noi. Il nostro corpo è una fucina di funghi che emaniamo tramite il sudore, ma anche con l'epidermide, l'espettorazione (i colpi di tosse e gli starnuti) o con le segrezioni vaginali e anali.
Come se non bastasse, a questo mix di microbi vanno uniti quelli che provengono dall'esterno portati ad esempio dai peli degli animali, dal polline e dagli acari della polvere. Tutte schifezze che la forza di gravità fa depositare in basso, quindi sul letto (oltre che sul pavimento).
Ovviamente chi dorme nudo "sporca" di più le lenzuola. Secondo uno studio i cuscini e le lenzuola possono ospitare fino a 17 diversi tipi di funghi, per lo più innocui, ma che possono avere conseguenze per chi soffre di asma e sinusite.
Ecco perché dopo una settimana le nostre lenzuola si trasformano in un covo di germi. E la cosa ancora più irritante - nel vero senso della parola - è che i microbi si trovano così vicino alla bocca e al naso che è impossibile non inalarli. Il risultato è ritrovarsi sintomi allergici come il raffreddore o la gola irritata, pur non soffrendo di allergia.
E IL PIGIAMA? Allo stesso modo, anche pigiami e camicie da notte andrebbero cambiate una volta alla settimana. È questa la giusta frequenza secondo Sally Bloomfield, consulente in igiene e prevenzione delle malattie infettive. Un sondaggio di una società di produzione di materassi ha rilevato che gli uomini tendono a indossare lo stesso pigiama per molti più giorni rispetto alle donne.