Federica Macagnone per www.ilmessaggero.it
Non ha avuto scrupoli di alcun tipo: quella ragazzina di 13 anni le piaceva troppo. L'ha corteggiata, sedotta, portata a letto, ingaggiando una relazione appassionata durata oltre tre anni, dal maggio 2008 al 2011, durante i quali faceva sesso con lei ovunque fosse possibile: a casa sua, nei sottoscala della scuola o in albergo e sfruttando ogni occasione, come quando la ragazzina portava a spasso i cani la sera per appartarsi con lei in macchina. Così come non ha avuto remore, nel 2010, ad allacciare in contemporanea un'altra relazione sessuale con un'amica 16enne della sua amante coinvolgendo tutte e due in un ménage à trois, fino a quando è stata sorpresa a letto insieme a loro.
Sandrine Brown, 31enne insegnante di educazione fisica in una scuola di Coventry, in Gran Bretagna, è stata arrestata solo nell'aprile 2014. Nell'ottobre scorso ha espresso tutto il suo rimorso, dicendosi disgustata da sé stessa nel corso di una riunione disciplinare della scuola.
Ora è stata condannata dai giudici della Warwick Crown Court a 18 mesi di carcere dopo essersi dichiarata colpevole davanti a cinque capi d'imputazione per aver ingaggiato rapporti sessuali con delle minorenni sfruttando la sua posizione di fiducia. Oltre al carcere, Sandrine è stata inserita per dieci anni nel Sex Offenders' Register, dove viene iscritto chi compie reati sessuali. Una sentenza che lei, supportata in aula dai genitori, dal fratello e dalla sua nuova partner, ha accolto senza mostrare il minimo segno d'emozione.
«Questo caso è una tragedia - ha detto il giudice Richard Griffith-Jones rivolgendosi a Sandrine - soprattutto per le due ragazze che sono state abusate. Ma è una tragedia anche per te, che sei una donna con la benedizione dell'intelligenza, della prestanza fisica e della sensibilità, e che avresti dovuto essere un modello a cui i giovani dovrebbero ispirarsi nell'età in cui il loro corpo e la loro personalità si stanno formando. Non ci può essere maggior tradimento, da parte delle persone che hanno la responsabilità di formare i ragazzi, che approfittare della loro fiducia per sfruttarli sessualmente».
La passione tra Sandrine e la studentessa 13enne era scoppiata velocemente: dopo lo scambio di numeri di telefono, le chiacchierate in chat su Msn e alcuni appuntamenti, la situazione degenerò in una relazione sessuale costante. La ragazzina cominciò a passare le sue notti sempre più frequentemente a casa della professoressa, raccontando ai genitori che avrebbe dormito da un'amica.
E quando non poteva andare da lei, portava a spasso i cani per poter incontrare la donna e fare sesso con lei in macchina. Poi portò a casa di Sandrine una sua amica 16enne che ben presto si ritrovò corteggiata e sedotta: anche tra lei e la professoressa scoppiò la passione. Una situazione a tre che andò avanti fino al novembre 2011. Ci sono voluti oltre quattro anni per mettere Sandrine davanti alle proprie responsabilità. Ma alla fine il conto della giustizia è arrivato.