SIAMO ADULTERI E VACCINATI - IL DDL DELLA PIDDINA LAURA CANTINI VUOLE CANCELLARE IL TRADIMENTO NELL’ADDEBITO DI DIVORZIO: “L'OBBLIGO DI FEDELTÀ E’ IL RETAGGIO DI UNA VISIONE ORMAI SUPERATA DEL MATRIMONIO” – NEL 2014 LA CASSAZIONE DECLASSÒ IL DOVERE DI FEDELTÀ A ELEMENTO NON DETERMINANTE AI FINI DEL FALLIMENTO DI UNA UNIONE
Francesco Specchia per Libero Quotidiano
L'adulterio. «Senza l'adulterio che ne sarebbe di tutte le nostre letterature?», direbbe il filosofo Denis de Rougemont. Preoccupazione legittima. Eppure, per paradosso, la notizia che il ddl della Pd Laura Cantini -all'esame della Commisione Giustizia del Senato- possa cancellare il tradimento nell'addebito di divorzio incute soddisfazione quasi letteraria.
Perché siamo all'ultima conquista del diritto.
Sparite le corna nel codice civile, sottratta la fiamma dell' infedeltà al giudizio di un tribunale piuttosto che a quello di Dio (e sul senso di fedeltà degli dei, poi, si potrebbe aprire un dibattito...), d' ora innanzi si potrà, dunque, alla luce del sole, ricorrere al sacro vincolo dell' adulterio, anche quando -diceva Marcello Marchesi- «il traffico lo rende difficoltoso nell' ora di punta».
D'altronde l'art. 143 comma 2 era già stato ben scrollato da zavorre etiche, quando la Cassazione (sentenza 7998/2014) declassò il dovere di fedeltà coniugale ad elemento non determinante ai fini del fallimento matrimoniale. Ora, però, siamo allo scatto successivo. L'obbligo di fedeltà risulta «il retaggio di una visione ormai superata e vetusta del matrimonio, della famiglia e dei doveri e diritti tra coniugi», afferma la senatrice Cantini.
Facendo notare che, comunque, per le nuove unioni civili il tradimento già non è previsto e le coppie omosessuali, rispetto a quelle etero sposate, possono già oggi fornicare extra moenia come ricci. Quindi laicamente, sussisteva tra sposati e uniti civilmente una disparità di trattamento. I gay hanno le corna legalizzate, gli etero vivono tristemente la condizione di cervi in cattività.
Tra l'altro, vi è tuttora l' aggravante del «tradimento platonico», quello del corteggiamento digitale via sms, facebook o Whatsapp, che porterebbe addirittura a certificare la richiesta di risarcimento danni oltre che al fedifrago, al di lui amante. I danni. Roba da ordalia barbarica. Di più.
Uno schiaffo al diritto naturale e alla tradizione logora del maschio latino. Per non dire, dal punto di vista femminile, del crollo dei miti letterari, per l'appunto: che ne sarebbe di Madame Bovary, di Anna Karenina, dell' inno pluriamoroso del Jules e Jim di Henri-Pierre Roché? E quale sarebbe il destino finanziario delle due mogli di Pupo, il bigamo italico per eccellenza, se ognuna delle due chiedesse i danni all'altra?
Ora, secondo le solite statistiche che valgono l'autorevolezza di un oroscopo, «solo 3 coppie su 10, o una coppia su 2, sarebbero fedeli: a tradire sarebbero più gli adulti dei giovani, più gli uomini che le donne, più i cittadini delle metropoli che gli abitanti dei piccoli centri. Il 60% dei tradimenti avviene sui luoghi di lavoro, l'età più a rischio è compresa fra i quaranta e i cinquanta anni». Io ci sono dentro. E ho sempre vissuto l'idea rocambolesca che il matrimonio fosse la tomba dell'amore e la narcosi degl' istinti e la menzogna del sesso.
Per tre motivi essenziali che poi sono i soliti, dettati da tutti coloro che sono allergici all'altare, da Flaubert a Fabio Volo, allo psicologo Claudio Risè il quale s' inventò addirittura il cosiddetto «maschio selvatico» per legittimare il tradimento. E i suddetti tre motivi sono:
a) l' infedeltà per tutte le specie animali è un fatto innaturale, quindi perché vincolarsi all'obbligo della monogamia se non puoi rispettarlo?;
b) la fedeltà, semmai, è un fatto di testa, quindi se trombo con le altre - come mi disse un mio direttore - «non è tradimento, è diversificazione», che è un precetto con una sua dignità;
c) sono troppo corretto per vincolarmi a una convenzione -sia essa religiosa o civile- che, a medio termine, mi spingerebbe ad una noia mortale.
Quindi, per puro istinto di sopravvivenza, mi lascio aperto l'uscio della tragressione sessuale e l'uscita dalla solita routine. Erano regole basic. Il solo sentore della scappatella infiammava il mio narcisismo piccoloborghese. Considerate che chi vuol fare il giornalista, di solito, si accende nel sogno dell'inviato speciale - viaggi, rischi e soprattutto, donne, un mix ubriacante tra Montanelli e James Bond- . Poi, però, finisce con l'incatenarsi al desk e spegne il sogno nella realtà delle pagine da fare, dei titoli da confezionare, nell'incubo impiegatizio di rientrare a casa ingollando una pizza, stendersi sul divano e guardare Porta a porta.
L'adulterio, insomma, per molti di noi, ha sempre posseduto sfumature oniriche. C'era perfino un' associazione a Verona, il Ri. Ma, Rifondazione maschilista, ruvida e maschia alla Nick Hornby, che del tradimento caldeggiava la potenza quasi esoterica. Tutti i soci del RiMa, ora, sono sposati o saldamente fidanzati, naturalmente «senz'obbligo». Oggi l'obbligo di fedeltà decade, sparisce pure, di fatto, l'indissolubilità del matrimonio. Rimane, del tradimento, comunque il dolore. Che nessuna legge cancella, che ogni romanzo sublima...