BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIA
Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
«Se Dio perdona tutti, come mai esiste l’inferno?». Nel cortile accanto al campo da calcetto d’una parrocchia di Tor Bella Monaca, all’estrema periferia romana, tra i fazzoletti verdi e arancioni che sventolano all’arrivo del Papa, i bambini non fanno domande di circostanza.
E Francesco, davanti alla piccola scout che gli pone un problema «così difficile», sorride e spiega che cos’è davvero, l’inferno: «Dio perdona tutto o no? È buono o no? Ma voi sapete che c’era un angelo molto orgoglioso e intelligente, e lui aveva invidia di Dio, ne voleva prendere il posto. Dio ha voluto perdonarlo ma quell’angelo diceva: “Io non ho bisogno di perdono, io sono sufficiente a me stesso”. Ecco, questo è l’inferno».
Risposta dostoevskijana, quella del Papa. Come si legge ne I fratelli Karamazov , romanzo caro a Bergoglio: l’inferno è «la sofferenza di non essere capaci di amare». Non è Dio che manda all’inferno, dice Francesco: «All’inferno non ti mandano, ci vai tu, sei tu che scegli. L’inferno è volere allontanarsi da Dio perché io non voglio l’amore di Dio. Il diavolo è all’inferno perché lui ha voluto. Va all’inferno solo chi dice a Dio “non ho bisogno di te”, come ha fatto il diavolo, l’unico che siamo sicuri ci stia».
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Parole che ricordano quanto Francesco disse nel 2013, dopo la sua prima Via Crucis: «Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato: non da Lui, ma da me stesso. Perché Dio non condanna, solo ama e salva». Tor Bella Monaca non ha buona fama: droga, delinquenza. Ma c’è «tanta brava gente», ricorda il parroco. E il Papa dice: «La gente qui è buona, ha solo un difetto, lo stesso che avevano Gesù, Giuseppe e Maria: essere poveri. Ma loro avevano un lavoro».
E parla dei «mafiosi che sfruttano la gente povera per farle trovare il lavoro sporco» finché «se la polizia li trova, trova la povera gente e non i mafiosi che pagano la loro sicurezza». Nell’omelia torna sugli «ipocriti» che simulano devozione: «Non possiamo ingannare Gesù. Se sono un peccatore, Gesù non si spaventa. Lo allontana la “doppia faccia” degli ipocriti».
VINICIO RIVA LUOMO ABBRACCIATO DA BERGOGLIO
Quando i ragazzini chiedono al Papa della morale cristiana, Francesco spiega che non è fatta di precetti e divieti: «”Fare questo, non fare quest’altro”, da solo non è cristiano, è una filosofia morale ma non è cristiano. Cristiano è l’amore di Gesù che ci ama per primo. Guardare a Gesù nel momento della tentazione. Rialzarsi se si cade, ma sempre con Gesù. Come quel bel canto degli alpini che dice: l’importante non è non cadere, ma non restare a terra».
All’Angelus Francesco ha ricordato la festa dell’8 marzo: «Un mondo dove le donne sono emarginate è sterile, perché le donne non solo portano la vita ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre — vedono oltre, loro — e di capire il mondo con occhi diversi, di sentire con cuore più creativo, più paziente, più tenero».