Corrado Zunino per la Repubblica
Arriva con il Suv scuro nel giardino della Madonna della Peschiera, il presidente del Consiglio Matteo Renzi. È atterrato con la moglie, in elicottero, al campo di calcio di Preci, erba naturale, e ora stringe mani, dice ai 120 sfollati che resistono nei campeggi e nei centri Caritas «ci siamo e ci saremo », quindi si siede per la messa all’aperto (la chiesa della Madonna della Peschiera, naturalmente, è lesionata).
Dirà il premier: «Giovedì o venerdì licenzieremo il decreto bis sul terremoto, faremo regole per accelerare le procedure, ma la sistemazione di chi ha perso casa e la ricostruzione non saranno cose brevi».
Il problema è che la scossa delle 8.56 di ieri mattina (magnitudo 4.8, la più forte da quella del 6.5 del 30 ottobre) ha ricordato che il sisma è in continua aggressione e ogni sussulto corrode le strutture edilizie. Questo martellamento costante ha prodotto un allargamento del cratere del terremoto straordinario. Il decreto legge 189 portato in Consiglio dei ministri il 17 ottobre contava 62 comuni “colpiti dal sisma” in quattro regioni e otto province. Oggi i comuni che hanno segnalato alle loro regioni di aver subito crolli e danni sono 197, oltre il triplo. Le province sono diventate quattordici e sono destinate ad aumentare.
Le Marche sono state le più colpite, soprattutto dalle due scosse di mercoledì scorso con epicentro Castelsantangelo sul Nera e Ussita. I comuni toccati, le cui civili abitazioni saranno ricostruite dallo Stato, erano 30 al momento del decreto, ora sono 108. «Attendiamo nuove segnalazioni da nuovi paesi», spiegano gli uomini del governatore Luca Ceriscioli.
Solo in provincia di Macerata, ora, sono interessati 50 comuni sui 57 totali. Si sono aggiunti alla lista città universitarie come Camerino, centri da ventimila abitanti come Tolentino, poi San Severino Marche e Porto Recanati che, anche se è sul mare e lontano dall’epicentro, ha registrato una profonda frattura lungo l’Ermo colle leopardiano che ispirò “L’infinito” e crolli nella biblioteca gestita dagli eredi.
A Cingoli, Alto Maceratese, si è creata una situazione preoccupante. Uno dei tre viadotti che sovrasta la diga, il più grande, è stato chiuso dal sindaco. La lesione al pilastro 10, registrata dal 2011, dopo Amatrice è aumentata di un metro e ora è ulteriormente peggiorata. Quattro nuove crepe sono state avvistate nel pilone 11, altre quattro al numero 13. «Ho chiuso il traffico, ma se il viadotto crolla sul lago altroché Vajont», dice Filippo Saltamartini.
A Fermo i comuni del cratere, dopo il terremoto di Amatrice, erano solo due, adesso i candidati sono ventisei.
Ad Ascoli erano tredici e ora ventiquattro: nella lista entreranno il capoluogo, Folignano e Appignano del Tronto. Il nuovo sisma ha portato crolli in una provincia prima risparmiata, Ancona: sono otto i comuni, Jesi, Senigallia, Fabriano e pure il capoluogo, che potranno rientrare di diritto nel nuovo cratere. In Abruzzo i comuni colpiti erano otto, sono diventati 45.
Oltre a L’Aquila città, le province di Pescara e Chieti: prima non erano state toccate. In Umbria erano 14 e sono 25. In provincia di Perugia gli effetti del sisma hanno toccato Spoleto e Foligno, dove non è raro in questi giorni vedere persone che dormono dentro auto con il motore acceso. Nove sindaci umbri, tra l’altro, hanno chiesto ufficialmente l’ingresso nella lista del “nuovo cratere”.
Nel Lazio erano dieci i comuni, tutti del Reatino, colpiti il 24 agosto, ora sono 13 compresa Rieti città. Poi ce ne sono tre nel Viterbese, tre nel Frusinate e Roma — che fin qui non ha avanzato alcuna pretesa — ha avuto 150 palazzi lesionati (ieri 28 famiglie sono state evacuate da un palazzo al quartiere Flaminio) e chiese come la basilica di San Paolo ferite.
L’area interessata dal nuovo sisma, su un piano geologico, è stata misurata: 130 chilometri quadrati di terreno deformato. L’area dei comuni colpiti è molto più vasta e, se si considera che Amatrice ha 69 frazioni, Accumoli 17 e Norcia 30, si comprende come ai 197 comuni colpiti corrispondano migliaia di paesi.
Le scosse hanno dato il colpo di grazia alla chiesa di Ussita, «ormai un edificio pericolante che mi prenderò la responsabilità di far abbattere», ha detto il sindaco Marco Rinaldi. E hanno convinto il sindaco di Accumoli a ordinare l’evacuazione totale. A Castelsantangelo sono rimasti cinque allevatori, a Visso sono arrivati i container docce.
Gli sfollati conosciuti sono 22mila, 17mila nelle Marche, ma è la stessa Protezione civile a spiegare che non tutti comunicano la loro situazione ai comuni di appartenenza. Anche qui i conteggi cresceranno. Oggi nelle zone terremotate arriverà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.