TITANIC ITALIA – QUELLO STRANO BRACCIO DI FERRO CON L’ARMATORE PER METTERE LE MANI SUL RELITTO – ALLA FINE VINCE LA PROCURA DI BARI CHE ORDINA: LA NORMAN ATLANTIC VA PORTATA A BRINDISI

Francesco Grignetti per "La Stampa"

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 8 traghetto in fiamme norman atlantic 8

C’è un giallo nel giallo, nel disastro del Norman Atlantic. Perché tanto accanimento attorno al relitto? Perché insistere nel trainare un traghetto vuoto e alla deriva nonostante il mare sia in burrasca? Due vite si sono perdute nelle ultime ore per colpa di questa decisione: due marinai albanesi che sono stati falciati dal cavo del loro rimorchiatore, spezzatosi come un fuscello sotto la forza delle onde mentre tentavano di tirare la grossa nave in mare aperto.

 

Eppure la Marina militare aveva dato un suggerimento di buon senso: a lasciar «scarrocciare» la nave, le correnti l’avrebbero fatta finire su una secca sabbiosa poco distante. Il Norman Atlantic si sarebbe adagiato contro un fondale sabbioso profondo appena 5 metri e poi, con tutta calma, passata la burrasca, si sarebbe potuto trainarlo in sicurezza. Invece no, questo suggerimento della nostra Marina è stato completamente ignorato dall’armatore del traghetto, l’imprenditore Carlo Visentini, di Rovigo, il quale ha dato incarico agli specialisti olandesi della “Smith” di recuperare immediatamente il relitto e di trainarlo verso l’Adriatico settentrionale, presumibilmente là dove ci sono i suoi cantieri navali.

 traghetto in fiamme norman atlantic 18 traghetto in fiamme norman atlantic 18

 

Questa decisione di Visentini però, adottata nel primo pomeriggio di lunedì scorso, subito dopo che gli ultimi uomini avevano abbandonato la nave, ha molto irritato la magistratura barese. La fretta di mettere le mani sul relitto, che agli occhi del magistrato è innanzitutto un luogo del delitto da far esaminare agli specialisti della polizia scientifica, non ha convinto. «Nessuno può impossessarsi del relitto senza commettere un reato penalmente rilevante», dice infatti il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe. «Non mi risulta che il relitto della Norman Atlantic possa essere traghettato in acque di altri paesi, verrebbe complicato il lavoro della magistratura italiana».?Il magistrato ha deciso diversamente.

 

Dopo avere disposto il sequestro della nave attraverso una rogatoria con l’Albania, ieri ha incaricato la società Barretta perché il Norman Atlantic venga trainato a Brindisi. Inoltre ha dato ordine affinché la Marina militare prosegua nelle perlustrazioni alla ricerca di eventuali dispersi e soprattutto affinché vigili sulla destinazione finale del relitto. ?«La Marina militare - dice ancora Volpe - ci ha segnalato la presenza di rimorchiatori albanesi incaricati dall’armatore di trainarla via. Abbiamo chiesto alle autorità albanesi di assicurarsi che questo non accada».

GIUSEPPE 
VOLPE
GIUSEPPE VOLPE

 

Secondo la magistratura è vitale che nessuno possa salire a bordo prima dei suoi esperti. Ci sono molte cose da verificare: il funzionamento delle porte tagliafuoco, delle serrande del garage, la presenza di eventuali corpi a bordo.?Ottenuto l’ok dalle autorità giudiziarie albanesi, quindi, ieri pomeriggio il magistrato ha disposto che il relitto venisse agganciato da un rimorchiatore italiano. «Abbiamo nominato come ausiliaria di pg incaricata del recupero la società Barretta che gestisce rimorchiatori molto potenti e che erano già in acque albanesi dove si trovava il relitto». Non sarà un compito facile, ma i marinai della Barretta sono degli esperti. L’operazione avverrà con il supporto della Marina che fornirà un elicottero per far salire a bordo del relitto il team incaricato di sistemare il cavo di traino.

 

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