Sandro De Riccardis per “la Repubblica”
«Non sussistono profili di incompatibilità». È quanto ha deciso ieri, all’unanimità, il Consiglio giudiziario di Milano sulla segnalazione del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, che due settimane fa aveva scritto all’emanazione locale del Consiglio superiore della magistratura e allo stesso Csm per mettere in evidenza una potenziale incompatibilità del procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, da lui rimosso dal dipartimento Anti corruzione.
a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati
Robledo indagava sugli appalti di Expo 2015 ed è sposato — era la segnalazione di Bruti Liberati — con un avvocato amministrativista che lavora all’ufficio legale di Expo. Un argomento utilizzato per giustificare la sua decisione di trasferire Robledo all’Esecuzione penale. «Un pretesto per legittimare la mia rimozione — fu la replica di Robledo — perché mia moglie si occupa di diritto amministrativo e si è cancellata dall’Ordine degli avvocati». Ora il Collegio giudiziario, all’unanimità, non ha rilevato profili di incompatibilità e ha trasmesso questo parere al Csm.