Antonio Amorosi per Libero Quotidiano
La neve e il maltempo di venerdì scorso hanno messo a tappeto l'Emilia-Romagna. Inspiegabilmente. Le stime sono ancora premature. Ma per 60 centimetri di neve di media in montagna e 15 nelle città molti Comuni sono finiti nel nulla per 4 giorni, senza luce, riscaldamento e acqua con anziani, bambini e malati in balia del freddo... e senza spiegazioni. Una Regione in panne con paesi isolati, città bloccate e vie di comunicazioni in tilt.
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«Ho chiamato l'Enel per giorni ma nessuno ha risposto» dice Giada da Pianoro, poco fuori Bologna, una casa a 300 metri di altezza e uno zio anziano di 72 anni. «L'unico call center che ha parlato mi ha urlato che non poteva far niente perché sono venditori, dovevo parlare con Enel guasti. Ma da quelli nessuna risposta». Isolati, senza elettricità, telefono, bloccati dal gelo della neve con i congelatori pieni di cibo da buttare. «Mi arrivavano solo degli sms sul cellulare con messaggi automatici di un'ora ipotetica in cui la corrente sarebbe tornata. E noi aspettavamo. Niente. Era un preregistrato» dice ancora.
Tra tecnici della Protezione civile, Regione ed Enel si parla di circa 200 mila utenze toccate dal problema. Da Bologna a Modena, da Reggio Emilia a Piacenza passando per Parma. E con disastri altrettanto significativi per alluvioni nelle province di Ravenna e Rimini.
Tra sabato e domenica proviamo a risalire la collina bolognese fino alla montagna. Di sera un paesaggio lunare, interi paesi completamente al buio con sentieri innevati che proviamo a percorrere con una gip. Ma è impossibile. Ad un certo punto ci fermiamo e torniamo a Bologna città.
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«Come se fossimo tornati all'800» ci dice arrabbiato Davide Celli, figlio del famoso entomologo. «Un disastro totale. La neve ha mandato giù gli alberi che hanno sfasciato i tralicci. Nessuno fa più le manutenzioni del territorio ed ecco i risultati» Vive a Monzuno Celli, a 800 metri di altezza in provincia di Bologna. E' rimasto al buio, al freddo e senza acqua per giorni, in casa con moglie e figlio piccolo, con il camino acceso e una corte di animali. «Mai visto una cosa così. Case completamente isolate con anziani soli abbandonati. Neanche quando sono venuti giù tre metri di neve».
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Il cellulare si sta scaricando, quello di casa è andato. Lo lasciamo libero per eventuali emergenze. Si perché se si scarica anche questo sono isolati dal resto del mondo. Anche se non è chiaro chi li possa salvare. Per la corrente a bassa tensione è responsabile delle riparazioni Enel. Ma per l'alta tensione ci pensa l'altro colosso dell'energia, Terna. L’Enel ha reso operativa una task force di 800 uomini.
«Ho proposto ai Comuni una class action contro Enel. La smettano di dire che risolveranno tutto in poche ore quando non è vero» dice il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. Di «totale assenza di informazioni di Enel, nonostante fossero richiesti» parla l'assessore regionale alla difesa del suolo Paola Gazzolo. Il presidente Stefano Bonaccini chiama il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti per sollecitare la dichiarazione dello stato di emergenza. «L'Enel dovrà relazionare», ha annunciato.
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Tra i 12 mila e i 19 mila restano ancora al buio mentre vi scriviamo.
«Capisco le proteste. Chiediamo scusa, profondamente ai cittadini per il disservizio. Ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare» reagisce Livio Gallo, responsabile Reti e Infrastrutture di Enel in conferenza stampa.
Una causa contro l'Enel la sta studiando anche l'Ascom di Bologna. «Sentire parlare di emergenza è inconcepibile», affermano il direttore Giancarlo Tonelli e il presidente Enrico Postacchini.
Il dissesto del territorio italiano è noto da tempo ed è esteso a tutta la penisola.
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Corrado Clini, ministro del governo Monti, aveva parlato di mettere in sicurezza il territorio italiano con 7000 opere necessarie e 40 miliardi di euro da stanziare. 20 miliardi in 10 anni. Ad oggi il 90% di quelle opere sono ancora ferme allo studio di fattibilità. Per il 10% è partito qualcosa. Stanzianti 1,2 miliardi.
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Alla domanda di un cronista di Repubblica sul motivo di una Regione in ginocchio per 30 centimetri di neve risponde l'assessore ai lavori pubblici del Comune di Bologna Riccardo Malagoli. «E' la natura che si ribella. E' colpa del cambiato climatico». Come prego!? Richiamo Giada che mi dice che lo zio ha la febbre, la corrente era tornata ma è andata via di nuovo e neanche il Comune risponde più. Sono le 17.12. Chiamo il numero di telefono dato per l'emergenza a Pianoro: «Gli uffici sono chiusi. Vi chiediamo di chiamare durante i normali orari di lavoro. Grazie»
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