TRUCCHI, SEGRETI E MISTERI DI UN LAVORO BIZZARRO: L'EDITOR CHE COPRE CAPEZZOLI, PISELLI E CULI NEI REALITY CON I PARTECIPANTI NUDI - LE TETTE FINTE SONO PIÙ SEMPLICI DA PIXELARE PERCHÉ RESTANO IMMOBILI, NON SI MUOVONO A CASO - ALCUNI UOMINI CI HANNO CHIESTO DI METTERE UNA PECETTA PIÙ GRANDE...
Erin Gavin per “Hollywood Reporter”
ul culo non va pixelatogenitai pixelati nei reality
La prima domanda fattami al colloquio è stata: "Hai qualche problema con le nudità?". Ovviamente no, visto che il lavoro si occupa proprio di questo. E’ un processo lento, attento. Qualcuno costruisce una rete o lavora con le mani davanti allo schermo e io devo oscurare seni, vagine e peni dal filmato. Bisogna farlo senza interruzione, senza che lo spettatore se ne accorga, e può essere un lavoro estremamente tedioso. Un sacco di gente rinuncia, molla il posto: si vede che non ce l’hanno dentro.
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Le tette finte sono più semplici da pixelare perché restano immobili, non si muovono a caso. Se fai questo lavoro, cominci ad apprezzarle. L’inforcatura è ancora più semplice da censurare. Alcuni uomini ci hanno chiesto di mettere una pecetta più grande, ma noi non accettiamo la richiesta, a meno che non sia necessario, ad esempio quando c’è un’ombra che può essere scambiata per un pene. Per il sedere, dipende. Attualmente lo mostriamo, salvo quando il protagonista ha un’andatura che mostrerebbe troppo.
Abbiamo un sacco di termini coniati da noi, tipo spillamento, penna del martello, cincillà, “weenie waggler” (pene in movimento), “nip slip” (seni uscenti). Meglio non sappiate cosa intendiamo. Siamo costretti a coprire il più possibile il lato esterno della tetta, qualsiasi sua ombra, e quando le tette finiscono in acqua, le chiamiamo i “galleggianti”. La nudità in sé non è volgare, però noi vediamo queste persone fresche fresche, uscite dall’albergo, e poi, dopo qualche giorno, chi resta si deteriora.
Quando finiamo di oscurare, comincia il ripasso. Dobbiamo rivedere l’intero episodio e notare se abbiamo dimenticato qualcosa. In una stanza siamo cinque ragazzi e una ragazza, tutti che sperano di non vedere una tetta o un pezzo di genitale.