Matteo Borgetto per “la Stampa”
Uscendo dalla chiesa, tutti a dire «lo sapevo che era vero e sarebbe finita così». Ma non era affatto scontato che don Claudio Cavallo, parroco della chiesa di San Dalmazzo di Pedona a Borgo, nel Cuneese, concludesse la messa domenicale di ieri annunciando alla comunità che quella era la sua ultima celebrazione. Perché a marzo diventerà padre di un bambino e dunque deve lasciare l’abito religioso.
La futura mamma ha 47 anni ed è una sua parrocchiana. Lui ne ha cinquanta, dieci dei quali trascorsi come missionario in Africa. Si sono conosciuti quando il sacerdote è stato nominato parroco a Borgo San Dalmazzo, cittadina di dodicimila abitanti a nove chilometri da Cuneo. Si sono innamorati e presto diventeranno una famiglia.
«UN AVVISO INSOLITO»
In città la voce correva da tempo, ma nessuno, a Borgo, ha voltato le spalle al suo parroco. Al termine di quello che don Cavallo ha definito «un avviso insolito da darvi», la folla che gremiva la chiesa l’ha salutato con un lungo e caloroso applauso, durato diversi minuti. E molti dei fedeli non sono riusciti a trattenere le lacrime, per l’addio a «un bravo sacerdote entrato nel cuore della gente».
Non era scontato che la «confessione» arrivasse davanti a una cinquantina di ragazzini, seduti in prima fila per ricevere la benedizione dei parrocchiani in vista del sacramento della Cresima. Accanto a loro famiglie con bambini, adulti, anziani e religiosi, hanno seguito la funzione che il loro sacerdote ha officiato con lo stesso stile, moderno, diretto e carismatico, con cui si era presentato a Borgo cinque anni e quattro mesi fa.
«Il senso dell’essere prete oggi lo puoi trovare se sei una persona che sta in mezzo alla comunità – disse il giorno del suo ingresso in parrocchia -. Il sacerdote può essere strumento di comunione perché impara ogni giorno la comunione vivendo rapporti reali, storici, con tutti». Comunità, famiglia, sentirsi prete solo se in relazione con gli altri.
«È UNA BENEDIZIONE»
Di «quella relazione», a Borgo, molti sapevano. Ma guai a chiamarla scandalo. «È un prete bravo e preparato, ma anche un uomo - il pensiero dei più ieri mattina sul sagrato della chiesa -. Che male c’è se ha trovato una compagna e si vogliono bene? Un figlio è solo una benedizione».
«UNA NUOVA SCELTA»
Claudio Cavallo è diventato sacerdote il 21 aprile del 1990, nella chiesa di San Giovanni Bosco a Cuneo (sua città d’origine). La chiesa cattolica proibisce i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, a tutti i fedeli. Questo il «peccato» commesso da don Claudio, né più né meno grave di chi «perde la verginità» prima delle nozze.
san dalmazzo di pedona a borgo
«Ma nella Chiesa - ha detto ieri, emozionato - non è ancora ammessa la possibilità di svolgere il ministero sacerdotale e al contempo portare avanti una famiglia. Dopo una lunga e seria meditazione, preghiera, confidenza e confronto con i miei superiori, ho preso la mia decisione di affrontare una nuova scelta». Lascerà Borgo mercoledì. Per il futuro, niente di definito. «La Chiesa è madre - ha aggiunto -: per questo vorrei continuare a lavorare per la Chiesa che amo, e per la quale ho dedicato tutto me stesso».
SOSPESO E SOSTITUITO
Per ora è stato sospeso e sostituito con un altro parroco dal vescovo di Cuneo, monsignor Giuseppe Cavallotto, che in una nota ha comunicato che don Claudio ha avviato la procedura per chiedere la dismissione dallo stato clericale. «Una decisione vissuta con sincerità e dettata da coerenza con il suo nuovo orientamento di vita - scrive il vescovo -. Continuerà a essere un figlio di questa chiesa e nostro fratello che amiamo».
Di certo lo adoravano i parrocchiani di Borgo, ai quali don Claudio ha tributato un lungo elenco di grazie, prima dell’ultima benedizione e le ultime parole da prete: «Soltanto l’amore costruisce una vita e la rende vera».