Francesco Grignetti per “la Stampa”
ANGELO BALDUCCI A BORDO PISCINA jpeg
Addio amate colline senesi, con casale in pietra, piscina e vigneto. Addio lussi, eleganza non ostentata ma solida, nascosta dietro siepi di sempreverde e coppi antichi. In una parola, addio bottino. Per l' architetto Angelo Balducci, già dominus del ministero dei Lavori Pubblici, in affari con la cricca di Diego Anemone per arraffare il più possibile sui lavori del G8 che si sarebbe dovuto tenere alla Maddalena e sui Mondiali di nuoto, 7 anni dopo l'esplodere dello scandalo, ieri è arrivata la mazzata della confisca finale.
Angelo Balducci e Diego Anemone
I suoi beni, ossia 28 immobili a Roma e in giro per l' Italia, tra cui una grande tenuta a Montepulciano, conti correnti, automobili (valore stimato in 9 milioni di euro) sono stati definitivamente incamerati dallo Stato e ora sono affidati all' Agenzia per i Beni sequestrati alla mafia. Lui, Balducci, l'hanno visto mestamente portare l'auto ad un deposito giudiziario.
Balducci Angelo presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici
Con la confisca, contro cui Balducci si è battuto come un leone, ma invano, e anche l'ultima battaglia in Cassazione gli è andata male, lo Stato ha acquisito anche la perla più preziosa del patrimonio: il villone di Montepulciano che conta 13 vani, una superficie di 289 metri quadrati, più due dependance con altri 11 vani. Non manca niente, né la piscina a forma di foglia, né la terrazza verandata, né la sala del biliardo, né il cantinone trasformato in sala hobby con camino, né il grande parco con le querce.
In questo bellissimo casale, Balducci era solito riposarsi dalle fatiche romane. Vi si rifugiò anche dopo la scarcerazione, nel luglio del 2010, quando ottenne i domiciliari e scelse Montepulciano come abitazione. Era una sua facoltà, non si fece sfuggire l'occasione. All' epoca però lo scoprirono i giornalisti del settimanale L' Espresso e fece scandalo vedere i tuffi in piscina del detenuto che sfruttava il corpo del reato.
Angelo Balducci in costume da bagno
Già, perché la tenuta di Montepulciano era stato il perno dell' inchiesta che travolse Balducci. Si scoprì che il costruttore Anemone, in cambio della complicità del dirigente ministeriale, pagava di tasca sua il mensile a due custodi romeni, e in precedenza gli aveva saldato una fattura da 28mila euro in mobili e ristrutturato gratuitamente l'immobile. In gergo giuridico, erano le «utilità ricevute per compiere atti contrari ai propri doveri d'ufficio».
Gli arresti domiciliari dorati di Angelo Balducci
Una vicenda tragicomica, quella che accompagnava la tenuta di Montepulciano. Dalle intercettazioni si sentiva la signora Balducci che protestava perché lo sciacquone era rotto e Anemone tardava a mandare, ovviamente a spese sue, un idraulico. «Quella perde acqua, a me è venuta una bolletta spaventosa, non so».
Capricciosa, la signora Balducci, al secolo Rosanna Thau, produttrice di film e programmi tv. Siccome i custodi non si erano accorti della perdita d' acqua, e lei aveva dovuto pagare una bolletta da 1200 euro, finì che Anemone li licenziò. E quella volta si sentì il costruttore mugghiare al telefono: «La signora Balducci è scontenta e io lì devo mettere uno che mi fa l'interessi nostri».