1 - UN CAPOLAVORO COMICO: LA NUVOLA DI FUKSAS SI È SPOSTATA DI DUE METRI
Massimo Malpica per “il Giornale”
Altre nuvole sulla Nuvola. Il centro congressi di Massimiliano Fuksas dall' approvazione del progetto alla sua inaugurazione, nell'autunno scorso, ha attraversato le amministrazioni di Rutelli, Veltroni, Veltroni bis, Alemanno e Marino prima che proprio all' ultima arrivata, Virginia Raggi, toccasse il taglio del nastro insieme all' ex premier Matteo Renzi. Ma anche adesso che è «inaugurata», in realtà, le magagne di quest' opera tanto apprezzata quando sudata nella realizzazione - tra impennate dei costi e allungamento dei tempi di fine cantiere - sembrano non voler finire.
L' ultima è paradossale. Si tratta, come anticipato da Repubblica, di una clamorosa mancata conformità tra il progetto e la realizzazione del nuovo centro congressi. Che, proprio come le nuvole dalle quali prende ispirazione e nome, invece di restare negli stretti spazi del progetto si è spostata. Niente di che, poco più di due metri, allontanandosi dal centro di Roma e invadendo viale Europa.
taglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutelli
Peccato che l' invasione di campo della nuvola che slitta, per quanto poetica sia l' immagine e minimale lo scarto sul progetto, ha invece delle ricadute sul territorio, e rappresenta una bella grana per l' assessorato all' Urbanistica di Roma Capitale e l' Eur Spa. In pratica la difformità tra progetto e messa in opera ha tolto prezioso spazio a viale Europa, la strada sul quale tra l'altro si affaccia la Lama, l'edificio che dovrà un giorno diventare un hotel di lusso e che proprio l'Eur spa aspetta con ansia di poter vendere per far cassa e aggiustare un po' i conti non appena l'opera nel suo complesso avrà ottenuto l'agibilità. Cosa che l'ultima magagna complica, tanto per cambiare.
In concreto, i due metri di libertà che la Nuvola s'è presa senza che nessuno tra i responsabili del progetto, del cantiere e degli addetti ai controlli trovasse nulla da ridire (ma ieri Condotte, la società costruttrice, ha ribadito che «l'opera è stata eseguita in conformità al progetto e alle varianti») sono un nodo che va sciolto.
Lo scarto, per cominciare, restringe la vista tra la basilica dei Santi Pietro e Paolo - un simbolo dell'Eur, insieme al Colosseo Quadrato - e l' Archivio centrale dello Stato, ai due estremi di viale Europa, sotto tutela architettonica e urbanistica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Mibact.
In più lo scivolamento della Nuvola ha ridotto lo spazio utile per i pedoni a circa un metro e mezzo, anche se l'effetto è al momento difficile da apprezzare perché, a ben quattro mesi dall'inizio dello smantellamento del cantiere, e a quasi sette mesi dall'«inaugurazione» della struttura, le barriere New Jersey circondano ancora la grande opera dandole un'aria da incompiuta, come pure le betoniere rimaste ad arrugginire dietro le reti e la polvere che ricopre generosamente le superfici vetrate di Teca e Lama.
Di certo, anche una volta «scartata» la Nuvola dai suoi residui di cantiere, il fronte sul lato della Lama in effetti incomberà sul viale Europa. E dunque, racconta il quotidiano di Largo Fochetti, siccome spingere su il complesso del nuovo centro congressi, fosse anche per «appena» due metri, non è un'opzione praticabile, in Campidoglio si starebbe pensando come soluzione al problema a erigere una nuova «opera», nella forma di una passerella sopraelevata che permetta ai pedoni di non accalcarsi percorrendo la strada, e alla Nuvola di restare così com'è, galleggiante un po' più a Sud-Ovest di quanto dovrebbe. Basterà? Non resta che aspettare. Sperando che non piova sul bagnato. Nuvole permettendo.
2 - FUKSAS: "CHE PASTICCIO LA MIA NUVOLA COSTRUITA IN MEZZO ALLA STRADA"
Arianna Di Cori per “la Repubblica”
«Sono scioccato nel venire a sapere una cosa così dai giornali. Ma se nemmeno il Comune o l'ente Eur ne erano a conoscenza abbiamo un problema». All' indomani delle rivelazioni di Repubblica sulla traslazione di due metri della sua Nuvola, il nuovo centro congressi nel quartiere romano dell' Eur, Massimiliano Fuksas è incredulo: fa domande, cerca di capire come sia possibile che per quasi dieci anni nessuno abbia rilevato l'errore.
Sul complesso edilizio - formato da un grande edificio in vetro e acciaio e un hotel, costato 363 milioni di euro tra realizzazione e oneri concessori - si è stagliata, è il caso di dirlo, una nuvola nera. Lo spostamento, che secondo Eur spa è «avvenuto nel 2008, in fase di startup del progetto», ma del quale nessuno si è accorto fino al mese scorso, fa sì che il nuovo marciapiede alberato occupi parte della carreggiata di viale Europa, una delle strade che costeggiano l' edificio, intralciando il traffico. Eur spa ha avviato un'indagine interna, e mentre il Campidoglio è alla ricerca di soluzioni si fanno i conti del danno d'immagine.
Davvero lei non sapeva?
«Fino al 2008 sono stato responsabile del progetto esecutivo, ma una volta che la sua conformità è stata appurata, tutto è passato alla ditta costruttrice. E devo dire che mi sembrava che tutto andasse bene. Comunque, non avendo più l' incarico, non sono nemmeno potuto andare a controllare che si procedesse come da programma».
Condotte spa, la ditta che ha portato a termine i lavori, precisa di «aver eseguito l'opera in conformità al progetto di contratto e alle varianti che di volta in volta venivano richieste».
«E mi sembra giusto. Ma allora chi è l'assassino? A questo punto credo ci sia stato un problema nel momento in cui è stato tracciato il perimetro a terra. Ma non è un errore di cui io mi sarei potuto accorgere. È il direttore dei lavori a fare tutti i controlli. Certo: se fossi stato interpellato, mi sarei prodigato per risolvere il problema. E magari avrei anche aiutato a tappare qualche buca».
È un errore preoccupante, secondo lei?
«Sono più preoccupato per il funzionamento del centro congressi. È un complesso che potrebbe ospitare 10mila persone, un vero volano per l' economia di Roma. Ma dopo l' inaugurazione, restano i problemi di gestione. Chiamano il mio studio da tutto il mondo per chiederci come entrare in contatto con qualcuno che parli inglese per prenotare i congressi. E noi non sappiamo che fare. Siccome si chiama "Nuvola di Fuksas" pensano che sia io il diretto responsabile, ma non è così, purtroppo».
Che soluzioni vede?
«Secondo me l' unica è ridurre la sezione di viale Europa, diminuire le auto e ampliare l' area pedonale. Riprendere a piantare alberi anziché asfalto. È triste che a sei mesi dall' inaugurazione un progetto nato per restituire ai romani una grande piazza, nel pieno rispetto del modello urbanistico dell' Eur, sia ancora un luogo chiuso, recintato».
Si sente ancora il padre della Nuvola?
«Shimon Peres - con cui ho costruito il Centro della Pace a Tel Aviv - mi disse che i sogni realizzati nel passato devono essere inferiori a quelli da realizzare nel futuro. Sono parole sagge. Oggi penso ai miei nuovi figli nel mondo ».
3 - PIÙ INCREDIBILI ERRORI DI PROGETTAZIONE: STADI BONSAI E TRENI EXTRALARGE
Massimo M. Veronese per “il Giornale”
Poi dicono che le misure non sono importanti. Non è la prima volta che archistar e archimede pitagorici costruiscono cattedrali sbagliando la tabellina del due. Come racconta Focus i francesi per esempio, con tutte le arie che si danno, costruirono 341 treni regionali nuovi di pacca (e non contenti ne ordinarono altri 1.860), per andare incontro alle esigenze dei pendolari.
ERRORI DI PROGETTAZIONE - LA WALT DISNEY CONCERT HALL DI LOS ANGELESE
Erano bellissimi, comodi più di un aereoplano e belli spaziosi. Anzi troppo spaziosi. Così spaziosi da non entrare in stazione. Così, per non rottamare il nuovo che non avanzava, si sono visti costretti ad allargare le banchine di più di un migliaio di stazioni per una spesa sull' unghia di 50 milioni di euro.
A Tampa invece costruirono uno stadio di baseball per i Devil Rays, il Tropicana Field, con una copertura fantastica per proteggere gli spettatori dal sole. Perfetto per chi guarda ma non per chi gioca a baseball: troppe basse le strutture, così ogni fuoricampo pigliava sempre qualcosa appeso sul soffitto, l' orologio, le travi, il tabellone, come quando i bambini giocano a pallone in salotto.
ERRORI DI PROGETTAZIONE - IL PONTE DI TACOMA
La John Hancock Tower poi, simbolo e orgoglio di Boston, cominciò a perdere pezzi subito dopo l' inaugurazione. Bastava un venticello sui sessanta chilometri orari per staccare dal grattacielo pezzi che parevano meteoriti e una tempesta, eravamo nei primi anni Settanta, staccò da sola sessanta finestre, precipitandole sulla strada. Costo per sistemare tutto: 7 milioni di dollari. Il Walt Disney Concert Hall invece non ha mai avuto di questi problemi. Solido, massiccio e inamovibile. L' orgoglio di papà, l' archistar Frank Gehry. Dai muri non si stacca nulla perchè sono tutti specchi e linee curve.
ERRORI DI PROGETTAZIONE - IL TROPICANA FIELD DI TAMPA
Che però catturano i raggi del sole e li scagliavano come Giove sulla strada e sui palazzi intorno. Risultato: automobilisti accecati, tapparelle dei vicini fuse come la mozzarella della pizza, e asfalto trasformato in sabbia mobile. Invece di un palazzo era un gigantesco forno a microonde.
Poi ci sono aeroporti, il Kansai International Airport, il più costoso del mondo, costruiti su un fondo sabbioso dell' Oceano che adesso sprofondando se lo sta inghiottendo o sottomarini futuristici, gli S80 della Marina spagnola, che un errore di calcolo di un decimale hanno reso così pesanti da affondare appena messi in acqua. Niente comunque rispetto al «più grande disastro ingegneristico della storia». Il Tacoma Bridge di Washington, un chilometro e mezzo di lunghezza e dodici metri di larghezza: fu fatto entrare in risonanza dal vento e buttato subito nel canale di sotto. Il progetto del resto si vedeve che faceva acqua da tutte le parti.
ERRORI DI PROGETTAZIONE - I TRENI REGIONALI FRANCESI SONO TROPPO LARGHI