Federico Garau per www.ilgiornale.it
Momenti di tensione domenica sera su un treno diretto a Firenze, dove un gruppo di giovani nigeriani ha letteralmente scatenato il caos prima di essere fermato dalle autorità. Stando a quanto riferito dai quotidiani locali, si tratta di cinque africani sui vent’anni che, appena saliti sul mezzo, hanno cominciato ad avere comportamenti molesti.
In evidente stato di ebbrezza gli stranieri, rigorosamente sprovvisti di titolo di viaggio, si sono rifiutati di scendere dal convoglio come richiesto del capotreno. Non solo. Hanno molestato i passeggeri con le loro intemperanze, arrivando addirittura a vomitare sui sedili.
Provvidenziale l’intervento di quattro pattuglie della polizia di Stato, allertate dal capotreno. Gli agenti sono saliti alla fermata della stazione di Pistoia ed hanno raggiunto i facinorosi. Si è immediatamente originato un certo trambusto, e nel disordine creatosi uno degli africani è riuscito a fuggire ed a far perdere le proprie tracce.
Altri due soggetti, invece, si sono scagliati contro gli uomini in divisa, prendendoli a calci e a pugni. Alla fine, tuttavia, i poliziotti hanno fatto scattare le manette ai polsi degli stranieri, che sono stati condotti negli uffici della questura, insieme agli altri due compagni.
Dopo le regolari procedure di identificazione, i nigeriani che avevano attaccato gli agenti sono stati arrestati con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Gli altri due, che avevano seguito le forze dell’ordine senza mostrare ostilità, hanno solo ricevuto una denuncia per interruzione di pubblico servizio ed ubriachezza violenta.
Tre dei poliziotti intervenuti sul treno hanno riportato alcune ferite, fortunatamente non gravi, in seguito alla colluttazione originatasi con i nigeriani. Hanno pertanto avuto necessità di ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove sono stati loro assegnati 6 giorni di prognosi. Per quanto riguarda gli africani arrestati, nella giornata di ieri sono stati processati tramite giudizio direttissimo. Per loro una condanna a 18 mesi di reclusione.