LA VERITA’, VI PREGO, SUL CASO ORLANDI - LA PROCURA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE MA SPUNTA UNA TESTIMONE: “HO INCONTRATO EMANUELA NEL 2012 IN FRANCIA” - MIRELLA GREGORI? FU PORTATA IN SVIZZERA

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

1. ORLANDI, SPUNTA UNA NUOVA TESTIMONE:«INCONTRAI EMANUELA NEL 2012»

Fabrizio Peronaci per “corriere.it”

 

Caso Orlandi-Gregori,all’indomani della notizia della richiesta di archiviazione dell’inchiesta, dalle stesse carte firmate dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone spunta una novità tenuta segreta, e per molti aspetti sorprendente. «Incontrai una persona che riconobbi in Emanuela Orlandi. Era il 2012, mi trovavo in Francia...». Questa rivelazione, mai emersa in passato, era finita nell’istruttoria del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che è stato poi estromesso dall’indagine, e alla fine si è rifiutato di firmare l’atto di archiviazione «in dissenso» con il suo capo.

 

La nuova superteste: «Dovevo consegnare una lettera»

È stata Dany Astro, nata in Argentina 33 anni fa, compagna dell’indagato e reo confesso Marco Fassoni Accetti, l’uomo che ha fatto ritrovare un flauto forse appartenuto alla “ragazza con la fascetta” e che si è autoaccusato di aver preso parte al rapimento nell’ambito di una guerra tra fazioni ecclesiastiche al tempo della Guerra Fredda, a riferire quanto la riguardava a Palazzo di giustizia.

DANNY ASTRODANNY ASTRO

 

«Sono legata sentimentalmente a Marco Accetti dal 2001, dopo averlo conosciuto durante una visita a scopo turistico in Italia - ha messo a verbale la giovane, laureanda in Storia dell’arte alla Sapienza -. Intendo riferire un fatto di cui sono a conoscenza per averlo vissuto personalmente. Nel 2012, in seguito alla morte di un importante uomo politico, Marco mi incaricò di recarmi a Parigi per consegnare una lettera a un personaggio arabo, presso la moschea centrale della capitale francese«.

 

emanuela orlandi emanuela orlandi

Fin qui, la notizia era in parte trapelata: Fassoni Accetti aveva infatti indicato il paese transalpino come possibile rifugio della Orlandi, ma limitatamente al 1984, pochi mesi dopo il sequestro. Nessuno degli investigatori aveva mai immaginato che potesse essere ancora lì, in tempi recenti. E invece... «Dopo aver consegnato la lettera alla moschea parigina - ha aggiunto Dany Astro, agli atti identificata con il nome completo di Daniela Silvana, nata a Rio Tersero il 19 maggio 1982 - incontrai tre donne, che misi in contatto con Marco. Una delle tre la riconobbi come Emanuela Orlandi».

 

«Mirella Gregori fu portata in Svizzera»

La novità non mancherà di alimentare spaccature in seno alla Procura di Roma. Perché Pignatone, nonostante tali risultanze, ha deciso di avocare a sé l’indagine e archiviare?

mirella gregorimirella gregori

 

Come si spiega lo schiaffo al suo vice Capaldo, magistrato esperto e di lungo corso? Dany Astro, tra l’altro, abita con Marco Fassoni Accetti in via Tripoli, sulla Nomentana, ed è facilmente raggiungibile: conduce una vita normale, ha una cerchia di amici, è presente sui social network con un suo profilo, non mostra disturbi della personalità.

 

Non valeva la pena tentare di accertare la verità in un pubblico dibattimento, mandando il fotografo a processo, per verificare e approfondire il racconto della giovane e i numerosi altri elementi emersi? «Non posso escludere che le ragazze siano ancora vive.

mirella gregorimirella gregori

 

Lo erano fino all’inizio del 1984 e poi mi fu detto che erano state fatte riparare all’estero, la Orlandi in Francia e la Gregori in Svizzera, insieme con un ragazzo di cui si era innamorata», dichiarò Fassoni Accetti, nel primo interrogatorio di fronte a Capaldo, nel 2013.

 

Adesso emerge che un anno prima la sua compagna avrebbe creduto di riconoscere la figlia del messo pontificio, ormai donna adulta, di 44 anni, a Parigi. Ma chi era il politico la cui morte avrebbe suscitato la “missione” in Francia? Tra quelli chiamati in causa nel caso Orlandi-Gregori, Giulio Andreotti va scartato in quanto defunto nel 2013, mentre, un anno prima, morì il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che aveva lo studio nello stesso complesso di S. Apollinare in cui Emanuela andava a scuola di musica.

 

emanuela orlandi ppemanuela orlandi pp

2. SERVIZI SEGRETI, MALAVITA E VATICANO: IL MISTERO ORLANDI LUNGO 23 ANNI

Massimo Lugli per “la Repubblica - Roma”

 

LA RAGAZZA con la fascia nera sulla fronte e il sorriso solare. La ragazza col flauto e gli occhiali da astigmatica. La ragazza che per 32 anni è stata al centro di una delle più complesse indagini del dopoguerra, probabilmente, resterà l’icona di un mistero mai risolto, di un intreccio internazionale che ha coinvolto i servizi segreti bulgari, i Lupi Grigi, la Banda della Magliana, Cosa Nostra e un piccolo esercito di faccendieri, mitomani, pentiti, collaboratori di giustizia, investigatori professionisti e dilettanti.

 

Il caso di Emanuela Orlandi sembra fatto apposta per riassumere le trame più insondabili della prima repubblica e ha ispirato decine di registi, sceneggiatori e romanzieri. L’ultima, in ordine di apparizione, Letizia Triches che, col suo avvincente “Quel brutto delitto di Campo de’ Fiori”, ci regala una soluzione a sorpresa che non vedremo mai nella realtà.

genitori emanuela orlandigenitori emanuela orlandi

 

I manifesti che annunciavano la scomparsa della quindicenne, figlia di Ercole, dipendente del Vaticano, comparvero sui muri di Roma pochi giorni dopo quel maledetto 22 giugno 83 e pochissimi ci fecero caso. Polizia, carabinieri e spioni, a quell’epoca, avevano ben altro di cui occuparsi: terrorismo rosso e nero, sequestri di persona a catena, cosche di mafia, camorra e n’drangheta che si contendevano il territorio a raffiche di kalashnikov e una paranza di rapinatori da strada che stava sterminando metodicamente la vecchia mala capitolina decisa a soppiantare i Marsigliesi nel predominio sul mercato dell’eroina nella capitale.

 

La bomba mediatica esplose il 3 luglio, con l’appello di Papa Giovanni Paolo II e da allora è stato tutto un crescendo di ipotesi, supposizioni, piste investigative che sembravano promettenti e che si sono rivelate, puntualmente, dei vicoli ciechi. Le ultime rivelazioni dell’esorcista Gabriele Amorth (“Emanuela è morta per overdose durante un festino di pedofili in Vaticano”) potrebbero contenere qualche brandello di verità ma, anche stavolta, nemmeno uno straccio di prova.

Il fratello di Emanuela Orlandi Il fratello di Emanuela Orlandi

 

Eppure molti anni prima che uno scoop di “Chi l’ha visto” riaccendesse i riflettori sulla scomparsa di Emanuela, con la telefonata di Carlo De Tomasi, figlio di Giuseppe, alias “Sergione” in diretta tv, gli investigatori erano arrivati a un passo dal chiudere la rete. Un retroscena che pochissimi conoscono e che vale la pena di ricordare.

Siamo alla fine di luglio e la squadra mobile di Nicola Cavaliere sta tentando di individuare l’uomo che ha telefonato quindici volte alla famiglia Orlandi, l’uomo subentrato ai primi, maldestri, portavoce dei rapitori, quei “Mario” e “Pierluigi” mai identificati, l’uomo che parla un buon italiano, con un impercettibile inflessione anglosassone, ottima cultura e probabile formazione classica secondo gli analisti dei servizi, l’uomo che la stampa soprannominò “L’Amerikano” e che molti hanno identificato in monsignor Paul Marcinkus, allora presidente dello Ior.

 

Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi

“L’Amerikano”, di sicuro, qualcosa sa, conosce troppi dettagli sulla vita della ragazza e sembra molto più attendibile di “Mario” e “Pierluigi” che pure, quasi certamente, hanno almeno visto Emanuela. Le telefonate arrivano sempre da cabine telefoniche sparpagliate intorno alla zona di via Veneto. Per stringere il cerchio, gli investigatori chiedono alla Sip di imbavagliare i due terzi dei telefoni pubblici di Roma ma localizzare una telefonata, con la tecnologia di allora, è una faccenda complicata, bisogna tenere d’occhio un enorme tabellone su cui si accende una lucetta, prolungare la conversazione per almeno tre o quattro minuti, capire da dove parte la chiamata e correre sul posto.

Emanuela Orlandi a sinistra scomparsa a anni e De Pedis depedis Emanuela Orlandi a sinistra scomparsa a anni e De Pedis depedis

 

Quel giorno, “L’Amerikano” parla proprio da via Veneto. Le moto della polizia sono tutte impegnate altrove, un’auto civetta schizza sul Muro Torto e si ritrova imbrigliata in un traffico spaventoso, i poliziotti scendono al volo, corrono a perdifiato verso la cabina ma riescono solo a intravedere una figura alta, magra, un po’ curva, con un berretto a visiera, che si dilegua tra la gente. Da allora, dopo la sedicesima telefonata, “L’Amerikano” scompare nel nulla.

 

EMANUELA ORLANDI CERCASIEMANUELA ORLANDI CERCASI

Il resto è storia. I comunicati dei “Lupi Grigi”, i deliri di Alì Mehmet Agca, l’attentatore del papa, gli intrighi dei servizi segreti bulgari, le “rivelazioni” strampalate di Sabrina Minardi, donna di mala e cocaina, compagna di Enrico De Pedis e Danilo Abbruciati, fino alla patetica autoaccusa del fotografo Marco Fassoni Accetti, uno dei tanti che, presumibilmente, ha orecchiato qualcosa, ha tentato di farsi un po’ di pubblicità e ora si ritrova indagato.

EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI

 

Attorno alla quindicenne con la fascia nera sulla fronte si è scatenata, in sei lustri abbondanti, una vera babele di soffiate a scoppio ritardato: perfino un nome di spicco di Cosa Nostra come il pentito Vincenzo Calcara ha voluto dire la sua. Niente da fare: la svolta, mille volte annunciata, non si è mai vista e l’ultimo, titanico sforzo della procura di Roma, che ha coinvolto tre personaggi minori della Magliana ed è arrivata al punto di passare al setaccio tutti i reperti dell’ossario della Basilica di Sant’Apollinare (dove fu sepolto il corpo di “Renatino” De Pedis) è apparso senza speranza a chi ha seguito il caso fin dall’inizio.

 

Quanto a Mirella Gregori, l’altra quindicenne scomparsa un mese prima di Emanuela e mai ritrovata, nulla ha mai provato che tra le due vicende ci fosse mai stato un collegamento.

IN PIAZZA SAN PIETRO CHIEDONO CHE IL PAPA PARLI DI EMANUELA ORLANDI IN PIAZZA SAN PIETRO CHIEDONO CHE IL PAPA PARLI DI EMANUELA ORLANDI

 

La realtà, come avviene spesso nella cronaca nera, probabilmente è molto più semplice: un rapimento da dilettanti che non conoscevano ne’ rispettavano le rigide procedure operative dell’Anonima Sequestri, un decesso accidentale (quasi certamente questione di giorni se non di ore) e un immenso meccanismo di depistaggio e ricatti imbastito da organizzazioni criminali e servizi deviati che si sono buttati a pesce su una storia che prometteva denaro e soprattutto credibilità.

 

Nella mala, qualunque mala, la conoscenza è potere e quando non c’è una notizia sicura basta inventarla. Di autentico resta solo una famiglia che, da 32 anni, aspetta la verità.

mirella gregorimirella gregoriEMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

 

Ultimi Dagoreport

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...