1. ALTRO CHE OSPITE: RENZI CI HA VISSUTO NELLA CASA DI FIRENZE PAGATA DA CARRAI PER 3 ANNI (35MILA EURO DI AFFITTI). PER I VICINI ERA COSA NOTA. E LA PROCURA INDAGA 2. CARRAI PROPRIO IN QUEL PERIODO È STATO NOMINATO, IN QUOTA RENZI, SIA ALLA FONDAZIONE BANCARIA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE SIA AL VERTICE DI AEROPORTI DI FIRENZE 3. I MAGISTRATI DOVRANNO STABILIRE SE RENZI HA ABUSATO DELLA SUA POSIZIONE PER RICAVARNE UN VANTAGGIO (IL RISPARMIO DI 35MILA €)? O CARRAI HA SFRUTTATO IL FAVORE RESO AL POTENTE SINDACO OTTENENDO UN CANALE PRIVILEGIATO IN FATTO DI NOMINE? 4. IL PROPRIETARIO DELLA CASA: “NON LI CONOSCEVO. MA C’È UN CONTRATTO REGOLARE E RENZI CI HA PURE SPOSTATO LA RESIDENZA. SE CI VIVEVA CARRAI? CHIEDETE A LUI” 5. ANCHE PER L’UOMO DELLA “CRICCA” DI FUSI, RENZI E CARRAI “SONO LA STESSA TESTA”

1. ALTRO CHE UN OSPITE: L'EX SINDACO VIVEVA NELLA CASA DI FIRENZE
Paolo Bracalini per "il Giornale"

Per essere un appartamento dove stava solo «in alcune circostanze», come ha spiegato lo staff di Matteo Renzi in una nota, la gente del circondario se lo ricorda piuttosto bene.

Sarà che il sindaco lo noti più di un inquilino qualsiasi, ma i fiorentini che stanno lì, nei pressi del civico 8 di via degli Alfani, lo hanno visto diverse volte. «Mah, saranno tre volte, ma a lei che gli interessa?», intima al cronista il titolare della tipografia a fianco del portone di casa Carrai, dove il premier è stato ospite, gratuitamente, dal marzo 2011 al gennaio 2014.

Il collega di fanpage.it che gira tra i negozietti con la telecamera raccogliendo «prove» sulla frequenza di Renzi da quelle parti, rischia di farsi spaccare la macchinetta, perché le domande sull'ex sindaco Pd non sono gradite a tutti, anzi. 
Al citofono di casa Renzi-Carrai (tutti i pulsanti con targhetta e nome, tranne uno) il signore che abita al piano sotto risponde irritato: «La smettete? A noi non ci interessa di questa storia, andate a farvi f...».

La metà delle persone sentite lì attorno lo hanno visto qualche volta, chi più di una, chi solo una, ma insomma la presenza di Renzi lì è cosa nota. Ironia della sorte, è stato lo stesso Renzi ad autodenunciarsi, dichiarando quella residenza nell'atto con cui ha denunciato per diffamazione il suo persecutore pubblico, l'ex dipendente comunale Alessandro Maiorano, dal cui successivo esposto poi la Procura ha deciso di aprire un fascicolo sulla residenza di Renzi, finora solo «esplorativo», senza reati e senza indagati.

I magistrati fiorentini, in attesa di un nuovo procuratore capo (funzione al momento retta dal sostituto Giuliano Giambartolomei), dovranno accertare che in questo intreccio di ruoli pubblici e interessi privati non si configuri uno scambio di utilità e un danno all'amministrazione pubblica. Di sicuro si sa che Renzi ha risparmiato circa 35mila euro, il canone corrispondente all'affitto di quella casa a cui si è «appoggiato» per quasi tre anni.

Costo sostenuto, restando alle dichiarazioni pubbliche, dall'amico Marco Carrai, che nel frattempo però risiedeva a Greve in Chianti, e che proprio in quel periodo è stato nominato, in quota Palazzo Vecchio (cioè Matteo Renzi), sia nel board della fondazione bancaria Cassa di risparmio di Firenze sia alla presidenza di Aeroporti di Firenze.

Renzi ha abusato della sua posizione per ricavarne un vantaggio (il risparmio di 35mila euro di affitto)? Carrai ha sfruttato il favore reso al potente sindaco ottenendo un canale privilegiato in fatto di nomine? I soldi, circa 1000 euro mensili, usati per saldare l'affitto al proprietario (l'imprenditore Alessandro Dini, socio della Rototype, che dalle interrogazioni comunali finora non risulta aver ricevuto commesse da nessuna partecipata del Comune) sono usciti dalle tasche di Marco Carrai, alla guida delle fondazioni renziane che raccolgono i fondi per le campagne politiche (fondazioni su cui sta indagando la Gdf, inchiesta parallela che potrebbe unirsi a quella della Procura sulla casa)?

Il canone veniva pagato in contanti o il pagamento è tracciabile con bonifici bancari? Sono alcune domande che girano tra i corridoi della Procura di Firenze, e che potrebbero essere rivolte presto ai diretti interessati, anche se il fascicolo non è stato ancora ufficialmente assegnato ad un pm.

Sempre che non si riveli una di quelle inchieste lampo, che si aprono e si archiviano lo stesso giorno, come accadde per la casa di Montecarlo di Gianfranco Fini.

La Procura si prende il suo tempo, l'opposizione in Comune (come in Parlamento, tra M5S e Lega soprattutto), invece, passa all'attacco e intravede già - come fa il consigliere di Sel Tommaso Grassi - la contraddizione di un articolo del codice civile in base a cui la residenza ufficiale deve corrispondere al luogo dove «una persona abita e svolge in maniera continuativa la propria vita personale».

Quando si indaga su Renzi, a Firenze, le bocche tendono a chiudersi. Se invece si fa parte del sua cerchia le porte si aprono. Chi fa affari in città, chissà perché, incrocia sempre qualcuno riconducibile al giglio magico. Oscar Farinetti, renziano creatore di Eataly, quando ha cercato una ditta per mettere in piedi il suo nuovo, bellissimo negozio in via Martelli, pochi metri dal battistero, ha trovato la Carim Sas di Greve in Chianti, ditta di costruzioni dove il «Car» sta per Carrai. La società di famiglia. Direttore dei lavori a Eataly? Stefano Carrai, fratello di Matteo Carrai, il prestatore di casa gratis a Renzi.


2. IL PROPRIETARIO: «CARRAI C'ERA? NON LO SO»
Giacomo Amadori per "Libero"

Alessandro Dini, 41 anni, imprenditore, è sta- to per circa tre anni il padrone di casa di Renzi.

Dini, ma Carrai viveva davvero in quella casa?
«Non lo so».

I vicini non l'hanno mai visto.
«Che significa? È più facile rimanere colpiti dal sindaco di Firenze che non da Carrai.

Ma in quella palazzina si conoscono tutti.
«Forse Carrai aveva orari più particolari».

Ma viveva o non viveva in via degli Alfani?
«Sono argomenti delicati».

Scusi se insisto...
«Per me c'era. A prescindere da quel che dicono i vicini».

Ma Carrai e Renzi quando hanno lasciato la casa?
«Se lo faccia dire da Carrai, visto che le ha già dato il contratto».

Almeno ci dica quando sono entrati.
«C'è un contratto con una data. È stato fatto tutto regolarmente. L'affitto partiva dal primo marzo e Renzi ha spostato la residenza dopo...»

Il contratto è stato registrato il 28 marzo, avete fatto tutto di corsa...
«Non ricordo. Il documento con le date ce lo ha lei».

Conosceva Renzi e Carrai da prima?
«No. Sono arrivati tramite agenzia».

La società dove lavora il cognato di Renzi le ha rifatto il sito. Gratis?
«Non scherziamo. L'ho pagato 4 mila euro. Siamo soddisfatti di come hanno lavorato».

Non mi vuole dire quando Renzi e Carrai hanno lasciato casa sua?
Buonasera.


3. PER L'UOMO DELLA CRICCA RENZI E CARRAI "SONO LA STESSA TESTA" - L'AMICO DEL SINDACO TENEVA I RAPPORTI DEL COMUNE CON IL COSTRUTTORE FUSI
Davide Vecchi per "il Fatto Quotidiano"

Ci si rimette con il progetto in mano a vedere cosa si può fare traendone il meglio reciprocamente? Perché il meglio dovete trarne voi come imprenditori e noi come Comune". Così Marco Carrai parlava a Lorenzo Nencini, incaricato da Riccardo Fusi a creare rapporti nell'amministrazione guidata da Matteo Renzi. Tanto che poi lo stesso Fusi incontrerà di persona il sindaco. L'intercettazione è del 2 settembre 2009. La giunta dell'attuale premier si era da poco insediata.

Quello che oggi si dichiara solo un amico del premier e che ha confermato di avergli pagato casa per tre anni in centro a Firenze, abitazione in cui Renzi prese anche la residenza, all'epoca parlava a nome dell'amministrazione comunale. Pur non avendo incarichi formali. Quelli sarebbero arrivati dopo.

Come consigliere particolare del sindaco, il 25 settembre, nonostante già fosse responsabile dell'associazione Noi Link creata per raccogliere fondi a favore dell'attività di Renzi. Poi lo sarà anche della Fondazione Big Bang e siederà in Firenze Parcheggi prima di insediarsi alla guida dell'Adf, società che gestisce l'aeroporto cittadino e nell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. "Non sono un politico, sono un imprenditore", ha ribadito più volte negli ultimi giorni Carrai. Eppure queste intercettazioni dimostrano che la parola di Carrai valeva quanto quella di Renzi . "Sono la stessa testa", almeno per i suoi interlocutori.

Il due settembre Nencini telefona a Fusi per riferire l'esito degli incontri avuti in mattinata. "Sono appena rientrato in ufficio dopo quell'incontro che ti avevo detto (...) lì ho incontrato tutti: sindaco, vice sindaco... quindi Renzi, Nardella... e poi sono andato a pranzo con questo Cerrai (Carrai, annotano gli inquirenti)... questo Cerrai oltre a essere il migliore amico di Renzi è proprio non si può neanche dire il ‘braccio destro' è la solita testa; nel senso che quello che dice Cerrai è quello che dice Renzi e viceversa (...) ha potere decisionale".

I due, riferisce ancora Nencini, hanno parlato dei progetti che stanno particolarmente a cuore alla Btp di Fusi, lavori oggi ancora bloccati: l'area del Panificio militare e quella della Manifattura Tabacchi. Io, riferisce Nencini, ho detto: "Guarda... Marco... a noi non ci pare il vero... se ci si crea la possibilità di sedersi a un tavolo e sfruttare al meglio quell'area ... ma sfruttare vuol dire ... per il Comune che ne tragga il miglior beneficio e per noi imprenditori se ne tragga perlomeno il nostro (...) ci fa solo piacere ma con l'amministrazione di prima avevan fatto uguale... perché ...".

"Si ... si... so tutto... so tutto... so tutto", lo interrompe Carrai. "In finale - conclude Nencini - mi ha detto: "Dammi questi dieci... una decina di giorni... mi riunisco con tutti ... ti richiamo ... ci si rivede... si mette le cose sul tavolo... e si snocciola il problema... e si decide che fare". I contatti proseguono.

Si arriva all'incontro tra Fusi e Renzi il 21 ottobre. Questa volta è l'imprenditore a chiamare Nencini e spiegare come portare a casa la partita dei lavori. Nencini, dice Fusi, tiene i rapporti con Carrai, mentre Egiziano Maestrelli (altro imprenditore toscano) ha contatti con l'allora vicesindaco, poi parlamentare e ora candidato a sindaco di Firenze, Dario Nardella.

"Sono uscito ora", esordisce Fusi , alle 20.50. "Ho fatto un incontro fino ad ora con il sindaco (...) e quindi praticamente a me ha dato tutte le linee guida (...) più ha detto... ha già dato mandato all'avvocatura del comune di procedere in questo senso... mi ha autorizzato a dire che io stasera ho incontrato lui (...) e quindi te domani mattina se tu vai lì a parlare con Carrai tu gli puoi dire tranquillamente quello che ho detto io ‘le linee guida le ha già date il sindaco". Nencini ribatte: "Sì, ma vedrai lui le saprà di già... perché come te chiami me sicuramente Renzi avrà chiamato Carrai".

Fusi: "Sì ma per non mettere in difficoltà nessuno (...) perché ognuno dei suoi parla... con te ci parla Carrai ... con il Maestrelli gli telefona quell'altro ... Nardella". Prosegue Fusi. "Lui mi fa: ‘Riccardo le linee guida sono queste, te dai all'avvocato Traina queste linee... si va avanti così... perché io lo voglio fare in tempi da record'.. quindi te domattina tu vai lì e tu gli dici in questo modo".

I lavori non sono mai iniziati: Fusi, coinvolto nell'inchiesta sui grandi appalti della cosiddetta Cricca, è finito in carcere. Ma i progetti sono in Comune e lunedì prossimo arriveranno sui banchi del Consiglio comunale che voterà il regolamento urbanistico che riguarda le strutture care a Fusi. Va detto che l'area da costruire prevista nel progetto iniziale è stata ridotta da 100 mila metri quadrati a 88 mila. Da allora Carrai ha deciso di lasciare ogni tipo di incarico a Palazzo Vecchio. Si è seduto a Firenze Parcheggi e poi in Adf, preoccupandosi però di pagare l'affitto della residenza fiorentina dell'amico Matteo, almeno fino al 23 gennaio 2014.

Oggi Carrai è all'estero. La Procura, che ha aperto un fascicolo su via degli Alfani, attende il suo rientro per sentirlo come persona informata sui fatti. Lui ieri ha contattato un penalista.

 

 

RENZI E CARRAI LA REGISTRAZIONE DEL CONTRATTO DELLA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE RENZI CARRAINARDELLA RENZI CARRAIRENZI CARRAI BEVILACQUARENZI E CARRAI CONTRATTO DI AFFITTO PER LA CASA A VIA DEGLI ALFANI A FIRENZE AGNESE RENZI MARCO CARRAI RIUNIONE DELLO STAFF DI RENZI A FIRENZEMATTEO RENZI NEL CANDIDATO SINDACO A FIRENZE Limprenditore Fusi Riccardo presidente della compagnia di costruzioni BTP Riccardo Fusi

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME