1- ANTONIO DI PIETRO, CONTRARIAMENTE AI SUOI PROCLAMI ANTICASTA, NON È DIVERSO DAGLI ALTRI POLITICI. ALMENO QUANDO SI TRATTA DI SOLDI. IL SUO PARTITO HA INTASCATO CENTO MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTO PUBBLICO IN DIECI ANNI E LA GESTIONE DELLA CASSA DEL PARTITO È STATA IN MANO A SOLE TRE PERSONE FINO AL 2009: L’EX PM DI MANI PULITE, LA TESORIERA E DEPUTATA SILVANA MURA E LA MOGLIE SUSANNA MAZZOLENI 2- NELLA PUNTATA DI STASERA DI “REPORT” MILENA GABANELLI METTE NEL MIRINO ANCHE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELL'EX PM: 45 PROPRIETÀ, TRA APPARTAMENTI, CANTINE, GARAGE, TERRENI. ALTRE 11 SONO INTESTATE ALLA MOGLIE E AL FIGLIO MAGGIORE 3- IN ITALIA AI PARTITI 500 MILIONI L'ANNO, LA CIFRA PIÙ ALTA D'EUROPA. IN FRANCIA I PARTITI 80 MLN, IN GERMANIA 133, IN SPAGNA 75, IN INGHILTERRA 5 MILIONI SOLO ALL'OPPOSIZIONE

1- GLI INSAZIABILI - DA LUSI A BELSITO, DA FIORITO A MARUCCIO, GLI SCANDALI DEI SOLDI AI PARTITI NON SONO CASUALI.
Sabrina Giannini per Report-Time - Corriere.it
VIDEO - http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/gli-insaziabili/f4231284-2016-11e2-9aa4-ea03c1b31ec9.shtml320

Antonio Di Pietro, contrariamente ai suoi proclami anticasta, non è diverso dagli altri politici. Almeno quando si tratta di soldi.
Il suo partito ha introiettato cento milioni di euro di finanziamento pubblico in dieci anni e la gestione della cassa del partito è stata in mano a sole tre persone fino al 2009: lui, la tesoriera e deputata Silvana Mura e la moglie Susanna Mazzoleni (entrata nel 2004 come socia nell'associazione parallela al partito).

Soltanto nel 2009 Di Pietro apre a una gestione collegiale consentendo ad altri membri del gruppo dirigente di entrare nel merito della rendicontazione. Dal 2001 al 2009, guardando i bilanci del partito, l'Idv ha introiettato ben cinquanta milioni, gestiti da sole tre persone. Singolare che questa gestione "familiare" della cassa del partito (e anche poco democratica) sia sfuggita all'ente erogatore, la Camera dei Deputati, e agli stessi parlamentari dell'Idv.

Si vedrà come "quelli di Vasto" perdono la memoria quando si fanno domande sulla gestione della cassa del loro Presidente (nominato per acclamazione).
Lo stesso Di Pietro, nel corso dell'intervista, contraddice più volte sé stesso.
In questo estratto sull'eredità Borletti, per esempio, inizialmente non ricorda di avere incassato quasi un miliardo (un regalo difficile da dimenticare). Sostiene di averlo usato per finalità politiche e poco dopo, e solo davanti all'evidenza, per finalità private. Infine per l'acquisto di immobili.

Di Pietro stesso lo dichiara in una memoria consegnata al giudice quando deve giustificare il suo patrimonio immobiliare.
Non solo nella circostanza dell'eredità Borletti, come si vedrà nell'inchiesta, Di Pietro legittima spese e acquisti relativi a sue proprietà per finalità di partito (anche la ristrutturazione di un immobile in cui abita a Roma).

2- I RIMBORSI ALL'IDV E LE 56 PROPRIETÀ DELLA FAMIGLIA DI PIETRO
Ernesto Menicucci per Corriere della Sera

«Mia moglie non è mia moglie». Antonio Di Pietro è dietro una scrivania, a rispondere alle domande di Report di Milena Gabanelli. E, per spiegare la nascita dell'Italia dei valori, con un'associazione omonima nella quale il leader figura insieme alla fidatissima deputata Silvana Mura e alla consorte Susanna Mazzoleni, Tonino replica: «Mia moglie ha una sua testa, una sua esistenza. Criminalizzarla offende il movimento femminile».

Il titolo della puntata, in onda stasera, è «Gli insaziabili», e l'inchiesta di Sabrina Giannini si occupa anche del partito dipietrista, dal caso-Maruccio all'Emilia Romagna (dove Paolo Nanni è accusato di peculato), fino alle proprietà immobiliari dell'ex pm e i finanziamenti del partito.

Fino al 2009 è l'associazione (fondata nel 2000 da Di Pietro, Mura e dall'ex socio Mario Di Domenico, sostituito nel 2004 dalla Mazzoleni) a gestire circa 45 milioni di euro: in un caso (nel 2005) il rendiconto lo approva solo Di Pietro. Poi l'Idv cambia statuto e stabilisce che i bilanci vanno approvati dai membri dell'ufficio di presidenza, tra i quali i capigruppo di Camera e Senato Massimo Donadi e Felice Belisario. Ma prima chi sapeva di quei soldi?

La Mura non conferma la cifra («45 milioni? Non credo»), Belisario «non ricorda», Donadi dice di «aver firmato i bilanci da quando lo statuto lo prevede». Secondo Di Pietro «non esiste dualismo tra associazione e partito: l'Idv nasce da un socio promotore. Eravamo in pochi, poi sempre di più. Il partito è trasparente, quanto incassato lo abbiamo messo a disposizione».

Di Domenico ed Elio Veltri, ex vicepresidente Idv, sono i due accusatori di Tonino, autori di diverse denunce, tutte respinte o archiviate dalle Procure di Milano e Roma. Nel mirino c'è anche il patrimonio immobiliare dell'ex pm: 45 proprietà, tra appartamenti, cantine, garage, terreni. Altre 11 sono intestate alla moglie e al figlio maggiore.

«Lei la campagna non ce l'ha?», replica Di Pietro alla giornalista. Il geometra Massimo D'Andrea, perito di Veltri, ha studiato il patrimonio: «Il capitale vale, con stima prudenziale, 5,2 milioni. Il 67% della movimentazione economica è successiva al 2001, quando arrivano i rimborsi elettorali». Di Pietro ribatte: «C'è una sentenza su questo, dove sono giustificati immobili e fondi». Una parte, 1,08 milioni, è stata pagata con dei mutui. Il resto? «Col risarcimento danni: a forza di diffamarmi, ho ricevuto qualche milione».

Di Pietro, al gip nel 2010, scrive che dalle cause ha avuto «circa un miliardo di lire». Altri soldi sono arrivati dalla donazione di Maria Virginia Borletti, fatta al leader Idv e a Romano Prodi nel '95. L'ex premier riceve «545 milioni di lire, versati nelle casse dell'Ulivo». Di Pietro parla di «500 milioni o 250 milioni di lire: li ho usati per l'attività politica». La somma è quasi il doppio: 954 milioni.

E l'ex pm, in una memoria consegnata ai magistrati, dice di averli usati per l'acquisto di immobili: «La parte che mi ha dato in donazione, l'ho usata personalmente. Ma dipende a quali immobili ci riferiamo, se sono usati per il partito». Con 800 milioni, nel '99, Di Pietro compra due appartamenti a Busto Arsizio. E poi, tramite l'immobiliare «Anto.cri.srl» di cui è socio unico («ci pago le tasse, che problema c'è?») ne acquista altri due: uno a Milano, l'altro a Roma. Affittati entrambi all'Idv.

Nel 2002 altro acquisto: 180 metri quadri a Roma, via Merulana. Di Domenico ne parla come «la casa di Tonino» e mostra la fattura di una ristrutturazione pagata dal partito. Di Pietro replica: «C'era la sede dell'Italia dei valori». Ma, al giudice, scrive che lì «dal 2000 vive e abita». Gli «insaziabili», secondo Report, sono i partiti a cui vanno 500 milioni di euro l'anno, la cifra più alta d'Europa. In Francia i partiti prendono 80 milioni, in Germania 133, in Spagna 75, in Inghilterra 5 milioni solo all'opposizione.

Da noi, i soldi, li prendono anche quelli che non ci sono più. Come An, la cui fondazione ha in cassa 83 milioni: «Il governo li usi per gli esodati», propone Gabanelli. O come la Margherita del caso Lusi, con le fatture ai vari esponenti per l'attività politica finanziata da un partito che, ormai, non esisteva più.

 

dipietro IN TENUTA BALNEARE DI SILVANA MURA Di Pietro con gli americani foto di Silvana Mura LA GRAN GNOCCA DI SILVANA MURA dipietro jpegdipietro Di Pietro al mare con la moglie Susanna Mazzoleni ed alcuni amici durante una gita in gommone allisola di Tavolara dipietroDi Pietro al mare con la moglie Susanna Mazzoleni ed alcuni amici durante una gita in gommone allisola di Tavolara Di Pietro al mare con la moglie Susanna Mazzoleni ed alcuni amici durante una gita in gommone allisola di Tavolara di pietro e Silvana Mura Da Libero grtnd04 silvana mura antonio di pietroLA GRAN GNOCCA DI SILVANA MURA

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...