roberto maroni giulio tremonti
1- EUGENIO SCALFARI: TRA BERLUSCONI E TREMONTI, ORMAI DUE ENTITÀ POLITICAMENTE SEPARATE DA UN ODIO VERO E DURATURO MA LEGATI L´UNO ALL´ALTRO INDISSOLUBILMENTE, C'È ROBERTO MARONI, NUOVO VERO LEADER DELLA LEGA
Tratto dall'editoriale di Eugenio Scalfari per La Repubblica
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Berlusconi e Tremonti sono ormai due entità politicamente separate da un odio vero e duraturo ma sono legati l´uno all´altro indissolubilmente. Questo è lo stallo in cui il paese si trova. Strano a dirsi: chi se n´è reso conto ed ha denunciato pubblicamente questa circostanza ha un nome assolutamente imprevisto: si chiama Roberto Maroni, nuovo vero leader della Lega e ministro dell´Interno.
MANFELLOTTO SCALFARI SERENA ROSSETTI E DAGO Paolo Ielo
In un´intervista di ieri a Francesco Verderami del «Corriere della Sera» il ministro dell´Interno leghista solleva un caso che del resto è sotto gli occhi di tutti.
Dice: «In Italia ci sono due presidenti del Consiglio. Uno è Berlusconi, l´altro è Tremonti. Ma il potere del superministro dell´Economia è di gran lunga maggiore di quello di Palazzo Chigi. Il superministro controlla la spesa con il Tesoro, l´entrata con le Finanze e la politica economica con il dipartimento del Bilancio.
Ha a sua disposizione l´Agenzia delle Entrate, la Ragioneria dello Stato, la Guardia di Finanza, la Cassa depositi e prestiti, la Banca del Sud, il Fondo d´intervento sulle imprese strategiche, la Consob. Tiene in esclusiva i contatti con l´Unione europea. In realtà Palazzo Chigi è ormai soltanto uno sportello che invia a destinazione alcune delle decisioni del superministro».
bossi berlusconi cartaigienica e Giancarlo Capaldo
Questa è la diagnosi di Maroni, come si vede realistica e al tempo stesso impietosa verso uno dei punti di riferimento politico della Lega bossiana. Ma ancor più impietosa è la terapia del ministro dell´Interno: «Bisogna spacchettare il ministero dell´Economia e bisogna farlo presto. Tremonti deve restare ministro del Tesoro, chi meglio di lui? Ma poi ci dev´essere un ministro delle Finanze, un ministro del Bilancio, un ministro dello Sviluppo economico, che rispondono tutti e quattro a Palazzo Chigi il quale coordina tra loro le politiche dei ministeri economici».
Come mai Maroni vuole proprio adesso spacchettare Tremonti? Ne teme la concorrenza nella guerra di successione in corso nella Lega? Oppure è un modo efficace per dare una scossa ai fondamenti dell´alleanza Berlusconi-Bossi che ha in Tremonti il suo architrave, con l´obiettivo di far venire giù l´intero edificio dell´alleanza?
La mossa di Maroni è quanto di più imprevisto e andrà seguita con la massima attenzione.
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2- COME MAI IL DUPLEX MILANESE-TREMONTI AVEVA TANTA VOGLIA DI INCONTRARE IL PROCURATORE AGGIUNTO DI ROMA, GIANCARLO CAPALDO?
Massimo Martinelli per Il Messaggero
C'è il racconto di un pranzo riservato nelle carte della procura di Napoli sul caso Milanese che potrebbe rivelarsi indigesto per alcuni dei commensali, seppure a distanza di oltre un anno e mezzo. E' il capitolo inedito della documentazione che il pm Vincenzo Piscitelli ha inviato alla Giunta per le autorizzazioni della Camera che mercoledì dovrà riunirsi per decidere se Marco Milanese, deputato ed ex consigliere politico del ministro Tremonti, debba avere la stessa sorte toccata ad Alfonso Papa, il deputato coinvolto nella vicenda P4 finito nel carcere di Poggioreale poche ore dopo il voto favorevole di Montecitorio al suo arresto.
Marco Milanese e Manuela Bravi da "Il Fatto Quotidiano"
Milanese è accusato di aver pilotato nomine di rilievo in aziende di Stato in cambio di benefit. E nelle carte a sostegno della richiesta per arrestarlo c'è il racconto di un pranzo che ha incuriosito gli investigatori. Per la sede in cui si è svolto, per il rango dei commensali e anche per il delicato momento storico in cui è avvenuto. A raccontarlo è stato lo stesso Milanese, in uno dei suoi ultimi interrogatori. Il parlamentare ha riferito di essersi recato a colazione insieme al ministro Tremonti in casa dell'avvocato romano Luigi Fischetti, dove ha trovato il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo.
A tavola c'erano solo loro quattro. E in quei giorni Capaldo aveva raccolto le confessioni a tutto campo di Lorenzo Cola, l'ex superconsulente di Finmeccanica. Il quale, senza giri di parole, aveva scoperchiato un pentolone in cui galleggiava una storia di fatture false tra società controllate per costituire fondi extrabilancio da destinare agli esponenti politici di riferimento.
Pierfrancesco Guarguaglini, all'epoca presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, fu indagato nei giorni successivi, il 22 dicembre, per il reato di false fatturazioni. E due settimane dopo, il 5 gennaio 2011, sempre a Roma, fu indagato Marco Milanese, per il reato di finanziamento illecito ai partiti. A procedere nei loro confronti fu il pm Paolo Ielo che aveva partecipato a tutti gli interrogatori di Cola perché titolare di un'indagine parallela.
E ancora, in quei giorni Capaldo e Ielo avevano appreso che la nomina di Fabrizio Testa al vertice di Techno Sky (controllata da Enav) era stata sollecitata proprio da Milanese in cambio di una contropartita: Testa avrebbe trovato un acquirente per lo yacht di Milanese disposto a pagarlo un prezzo molto superiore a quello di mercato.
guarguaglini vola vola foto mezzelani gmt
E' in quei giorni caldi, che si svolge il pranzo in casa del penalista Luigi Fischetti. Che ricorda la circostanza: «Sono stato onorato di ricevere il ministro Giulio Tremonti in casa mia, dopo aver ricevuto da Marco Milanese la richiesta di organizzare quella colazione. Escludo che si sia parlato di argomenti di carattere giudiziario».
Così come ha confermato a verbale Marco Milanese. Anche se la sua versione contrasta su un punto; perché secondo lui fu l'avvocato a sollecitarlo affinché gli portasse il ministro a pranzo a casa. E non è chiaro se l'invito fosse finalizzato a far conoscere Capaldo e Tremonti. A incuriosire il pm di Napoli è anche la circostanza temporale che riguarda l'inchiesta di Capaldo su Finmeccanica.
borgogni appunto su milanesiGuarguaglini e Lorenzo Borgogni
Perché in quei giorni il titolo della multinazionale aveva subito fortissime oscillazioni per le incertezze sulla tenuta della leadership di Guarguaglini. E ai piani alti di Finmeccanica erano in molti a sospettare che l'azienda fosse sotto attacco per decapitarne il vertice e che un ruolo lo avesse anche il Tesoro.
Si discuterà di questo, mercoledì prossimo, in Giunta alla Camera. Ma anche degli altri atti inviati a Montecitorio. Tra questi ci sono i verbali che testimoniano come Milanese si recò a svuotare le sue cassette di sicurezza subito dopo l'inizio della collaborazione con i pm del suo principale accusatore, l'imprenditore campano Viscione.
E ancora, ci sono gli atti che testimoniano la disponibilità sospetta di un piccolo capitale in sterline da parte di Milanese, che ha già spiegato di averle ricevute in eredità dal suocero. E anche di una somma in contanti, circa 250mila euro, con la quale liquidò un affare immobiliare in Costa Azzurra.