DAGOREPORT
Lo aveva strombazzato in una intervista tv (vedi a seguire) lo scorso 21 ottobre 2012. «Vado gratuitamente a rilanciare un'istituzione pubblica». E annuncia: «Voglio trasformare il museo Maxxi nella Tate Modern italiana. Ai miei detrattori do appuntamento fra tre anni per valutare insieme i risultati».
Ecco, sono bastati sette mesi per sgonfiare la pasionaria del pennello: cinque minuti prima di mollare il ministero dell'Istruzione, il professore Francesco Profumo, su proposta e pressione diretta del presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri ha cambiato la "destinazione d'uso": oltre che museo, "ente di ricerca", al pari della Biennale di Venezia. E come il presidente della Biennale Paolo Baratta, anche la Melandrina ha il diritto di incassare un dovizioso stipendio dallo Stato.
Un compenso che è deciso dalle due consigliere di amministrazione nominate su indicazione della stessa ex deputato del Pd, cioè Monique Veaute e Francesca Trussardi: insomma, al di là del ridicolo. E questo - dopo aver sbandierato ‘'Vado gratuitamente a rilanciare un'istituzione pubblica'' - senza nemmeno due righe di annuncio pubblico. Per non parlare di quali ricerche si dedicherà il nuovo "ente di ricerca".
2. VIDEO - MELANDRI: "NON PRENDO STIPENDIO MA AL MAXXI PORTO IL 30% IN PIÙ DI VISITATORI
http://spettacoli.tiscali.it/articoli/news/2013/05/maxxi-melandri.html
3. DAL MAXXI NESSUNO STIPENDIO PER GIOVANNA MELANDRI
Da www.ilsole24ore.com del 21 ottobre 2012
Nessuno stipendio per Giovanna Melandri al Maxxi. La parlamentare dimissionaria del Pd, nominata qualche giorno fa dal ministro dei beni culturali Ornaghi alla presidenza della fondazione Maxxi, lo ribadisce in una intervista tv. «Vado gratuitamente a rilanciare un'istituzione pubblica». E annuncia: «Voglio trasformare il museo nella Tate Modern italiana. Ai miei detrattori do appuntamento fra tre anni per valutare insieme i risultati».
Al Maxxi,ribadisce, ricordando di aver presentato le dimissioni da deputata ("probabilmente questa è la mia ultima intervista da parlamentare") «la mia indennità è zero». Questo, spiega «per una legge del 2010, secondo me sbagliata, che ha introdotto il criterio per cui chiunque amministri una fondazione culturale non percepisce stipendi o indennità. Quindi lo ripeto, vado gratuitamente e da oggi querelo tutti quelli che parlano di spese folli». Quanto alle dimissioni dal Parlamento, prosegue, «non erano dovute, la legge non lo prevede. Lo prevede invece la mia coscienza perché ho sempre pensato che chi fa il parlamentare dovrebbe fare solo quello. E siccome penso che il Maxxi abbia bisogno di molto impegno, vedo incompatibilità tra le due funzioni».
Francesco Profumo Maxxi di seraLatella le ricorda le tante polemiche e il "fuoco amico" arrivato con le dichiarazioni del responsabile economia del Pd Stefano Fassina, che ieri, in un'intervista a un quotidiano, sottolineava fra l'altro che il Pd non era stato informato della nomina: «non credo che il problema sia chiedere il permesso», risponde lei. Che poi aggiunge: «rispondo a chiunque e non solo al fuoco amico, che non c'è stato un passaggio da una poltrona ad un'altra poltrona». Melandri racconta di essere stata consultata sul Maxxi dal ministro Ornaghi nelle scorse settimane, «così come altri exministri».
MONIQUE VEAUTE CIN CIN«Abbiamo discusso con lui - dice - ed è stata una discussione di merito. Ornaghi condivide con me la convinzione che questa istituzione abbia bisogno di una forte proiezione internazionale». E sulla necessità di un'impronta internazionale per il museo, la neo presidente della fondazione torna più volte, mentre sottolinea: «penso anche di affidare ad una direzione internazionale questa struttura».