1. GIÀ BRUCIATI SULLA VIA DEL COLLE I MONTEPASCHINI D’ALEMA E DRAGHI, PERDUTE TUTTE LE CHANCES PIERFESSO CASINI, ROSPY BINDI GIUNTA ALL’ULTIMO GIRO SPERA NELLA PRESIDENZA DELLA CAMERA, DA PARTE SUA IL CAINANO SA CHE PERDERE BENE È LA PIÙ GRANDE VITTORIA, MONTI SI È AUTORITIRATO DALLA GRANDE CORSA CON LA SCELTA DI SALIRE IN CAMPO, I CANDIDATI MEGLIO ATTREZZATI SONO GIULIANO AMATO, CHE HA UN VANTAGGIO MOLTO FORTE, CHE PUÒ ANCHE ESSERE IL SUO LIMITE, E ROMANO PRODI, IL CANDIDATO DEMOCRISTO CHE SOPRAVVIVE IN TUTTI I PARTITI, A SINISTRA COME A DESTRA 2. MA C’È UN’INCOGNITA. LA SCELTA CADRÀ SU MISTER O LADY X SE L'AFFERMAZIONE ELETTORALE DI BEPPE GRILLO SARÀ CONSISTENTE, CIOÈ SUPERIORE AL 15 E VICINA AL 20%. SARANNO ALLORA BERSANI E BERLUSCONI A CERCARE DI CATTURARE E DI IMBRIGLIARE L'ANTIPOLITICA, PROPONENDO UN PERSONAGGIO ESTERNO ALLA POLITICA. NOI SAPPIAMO IN QUALE ROSA POTREBBE ESSERE PESCATO, SAPPIAMO PERSINO CHI POTREBBE ESSERE…

DAGOREPORT
Mentre la campagna elettorale si avvia alla sua fase conclusiva con i candidati principali alla premiership che si sono gia' giocati le loro carte principali e con le posizioni degli schieramenti in classifica sostanzialmente gia' delineate almeno nei sondaggi, parallelamente e' partita la grande corsa alla Presidenza della Repubblica.

Gli aspiranti scrutano il campo di gioco e misurano dall'attenzione che a loro riservano i pezzi più pregiati o più cortigiani delle classi dirigenti le possibilità' di partecipare con qualche speranza di successo alla grande corsa per un ruolo che e' solo apparentemente di "taglianastri" o di chi, come nelle monarchie costituzionali, "regna ma non governa".

Nei fatti invece, l'inquilino del Colle più alto di Roma ha "un complesso di attribuzioni molto importanti le quali possono consentirgli di esercitare un potere di influenza, di controllo e anche di indirizzo costituzionale, a seconda delle circostanze. Nei momenti di grande armonia nazionale il Presidente si ritira sul Quirinale e praticamente scompare dalla scena, mentre nei momenti di grandi tensioni può svolgere un ruolo più marcato". La definizione e' di Antonio Maccanico, uno che se ne intende essendo stato il segretario generale della Presidenza della Repubblica con Sandro Pertini e, per un anno e mezzo, con Francesco Cossiga.

Se poi l'uomo del Colle sa essere istintivamente popolare come Pertini, picconatore come Cossiga o sapiente promotore di campagne di comunicazione come Ciampi allora il ruolo diventa ancora più forte. Per l'attuale inquilino, da noi definito Re Giorgio in base alla sua scelta di insediare un governo tecnico invece di indire le elezioni nel novembre 2011, ci riserviamo il giudizio finale in base alla gestione che egli farà' del delicato dopo elezioni 2013 essendo che sarebbe ingeneroso giudicarlo in base alla geniale metamorfosi di Sherpa Monti da senatore a vita e premier super partes a surreale candidato qualunque.

La grande corsa 2013 al Colle e' particolarmente delicata perché coincide con la fine del ciclo berlusconiano che ha contrassegnato la Seconda Repubblica, anche se in base ai sondaggi non c'è lo spappolamento del Pdl che tanti si auguravano e altrettanti davano per certo e, al posto di Lega Nord, Forza Italia e Alleanza Nazionale del 1994 oggi vi e' soltanto il nuovo ingresso di Beppe Grillo e della sua forza parlamentare.

Come nel 1992 ai nastri di partenza sono allineati tutti i leader attuali, anche se il loro peso specifico appare minore di quello che misero in campo tutti i grandi capi partito della Prima Repubblica. Molto più di allora, oggi c'è una caratteristica diversa di cui tener conto: il nuovo inquilino del Colle non può non essere un personaggio capace di essere riconosciuto autorevole non soltanto in Italia ma soprattutto all'estero, che sappia dialogare con i capi di Stato stranieri poiché oggi il ministro degli Esteri di fatto viene dopo il Presidente e il premier nei rapporti internazionali.

Ecco il "borsino" attuale dei candidati, borsino che di qui a metà aprile aggiorneremo ogni volta che sarà' necessario.

1. Lady X o Mister X. Si tratta di un presidente non proveniente dalla classe politica, dalle cui fila sono sinora scaturiti tutti gli eletti del ciclo repubblicano, con la parziale eccezione di Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi. Non diciamo che sara' un esponente della cosiddetta societa' civile per evitare di declassarlo al livello di un candidato medio di Scelta Civica, ma sara' una personalità eminente fuori dal giro dei partiti. La scelta cadrà su Mister X se l'affermazione elettorale dei grillini sarà consistente, cioè superiore al 15 e vicina al 20 per cento. Saranno allora Pd e Pdl a cercare di catturare e di imbrigliare l'antipolitica, proponendo un personaggio esterno alla politica. Noi sappiamo in quale rosa potrebbe essere pescato, sappiamo persino chi potrebbe essere ma ne parleremo dopo i risultati elettorali.

2. Giuliano Amato. E' il candidato meglio attrezzato e uno dei più allenati al possibile ruolo. Ha un vantaggio molto forte, che può anche essere il suo limite: ha tutte le caratteristiche per essere il candidato dei due maggiori partiti, Pd e Pdl, cui gli altri (grillini a parte, ovviamente) potranno solo aggiungersi.

3. Romano Prodi. E' il candidato dell'ala democristiana che sopravvive in tutti i partiti, a sinistra come a destra. Si e' preparato girando il mondo e stabilendo rapporti preferenziali con la Cina.

4. Mario Draghi. Il ‘'Wall Street Journal'' ha gettato ombre sulla gestione da parte della sua Bankitalia (via Tarantola) della vicenda Mps, ha correttamente risposto di no alle avances di Berlusconi e sa che per il nostro Paese e' meglio che resti a guidare la banca centrale europea. Altrimenti c'è il rischio di non essere più rappresentati al vertice delle istituzioni europee: le aspirazioni di Sherpa Monti infatti stanno gia' cozzando con il suo incauto e incomprensibile posizionamento elettorale italiano, che lo pone di fatto fuori dalle grandi famiglie politiche europee che decideranno chi saranno i nuovi presidenti della Commissione e del Consiglio d'Europa fra un anno. Il leader di Scelta Civica infatti dice di voler superare destra e sinistra, non ha rapporti con il Psoe e ne aveva discreti con il Ppe finche' a Bruxelles non hanno capito che il Pdl prenderà all'incirca il doppio dei suoi voti.

5. Mario Monti. Si e' autoritirato dalla grande corsa con la scelta di salire in campo. Non era automatico che ci arrivasse da tecnico super partes, molto più difficile che ci arrivi ora.

6. Silvio Berlusconi. Processi e credibilità' internazionale a parte, il suo obiettivo massimo in una logica di accordo istituzionale e non di governo con il Pd e' la presidenza del Senato. Ma i suoi voti peseranno nella scelta dell'uomo del Colle.

7. Rosy Bindi. Sta facendo campagna elettorale a tappeto in Calabria, sa di essere all'ultimo giro politico. Vuole la presidenza della Camera ma e' seriamente e cristianamente convinta che non si debbano porre limiti alla Provvidenza.

8. Massimo D'Alema e Pierferdinando Casini. Certamente si aiuterebbero a vicenda se uno dei due avesse delle possibilità reali, ma sanno di non averne. Della cosa il più dispiaciuto e' il suocero del primo ed estimatore massimo del secondo, Caltagirone Franco.

9. Giorgio Napolitano. Sandro Pertini alla fine del suo settennato era diviso tra due sentimenti contrapposti, la voglia di uscire bene di scena e l'umanissima voglia di restare. Napolitano ha escluso di poterlo fare e ha gia' visitato informalmente gli uffici cui avrà diritto da senatore a vita. Una perfetta gestione del dopo elezioni fatta di un livello di governo affidato a chi vince anche di un voto e una cornice istituzionale fatta per garantire al governo stesso una maggioranza più larga potrebbe tuttavia fare in modo che nelle prime votazioni comparisse anche il suo nome.

 

 

montalcini al quirinale - Copyright PizziQUIRINALE jpegocc43 prodi amatoANNA MARIA CANCELLIERI AL QUIRINALE BERLU E MONTI Berlusconi - DraghiMONTI STAMANE A NAPOLI MONTI BERSANI NAPOLITANO CASINI ALFANO ROSI BINDI MASSIMO DALEMA FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PIERFERDINANDO CASINI MARIO ORFEO NAPOLITANO-MONTI - BY VINCINO

Ultimi Dagoreport

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."