1. NEL 2010 - ANNO IN CUI L’ARGENTINA SI APPRESTAVA A LEGALIZZARE I MATRIMONI GAY - L’ALLORA CARDINALE BERGOGLIO, STRENUO DIFENSORE DEI VALORI DELLA FAMIGLIA CATTOLICA, SE NE USCÌ CON UNA PROPOSTA, DA LUI CONSIDERATA “IL MALE MINORE”, CHE FECE INORRIDIRE DURANTE UN INCONTRO MOLTI VESCOVI ARGENTINI: SCHIERARSI A FAVORE DELLE UNIONI CIVILI OMOSESSUALI - LA PRAGMATICA PROPOSTA DI COMPROMESSO NON VENNE ACCETTATA DAL CLERO ARGENTINO...

Andrea Andrei per Dagospia

Da "The New York Times"
http://nyti.ms/ZcF8Bl

Papa Francesco favorevole alle unioni civili omosessuali? Sì, o forse no.
Da quando Jorge Mario Bergoglio è stato eletto pontefice, ogni giorno escono nuove rivelazioni (vere o presunte) sul suo passato in Argentina. Dell'ultima in ordine di tempo parla il "New York Times", che ha ricordato come solo pochi anni fa l'allora cardinale Bergoglio, strenuo difensore dei valori della famiglia cattolica e quindi nemico dichiarato dei matrimoni gay, abbia proposto ai vescovi argentini di schierarsi a favore delle unioni civili omosessuali.

I fatti narrati risalgono al 2010, anno in cui l'Argentina si apprestava a legalizzare i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Il provvedimento sembrava ormai inevitabile, nonostante la Chiesa locale avesse utilizzato qualsiasi mezzo per evitarlo, in primis la mobilitazione popolare. Durante un incontro con i vescovi, Bergoglio se ne uscì con una proposta, da lui considerata "il male minore", che fece inorridire molti dei presenti: schierarsi a favore delle unioni civili omosessuali. La proposta non venne accettata dai vescovi, ma questo episodio serve a delineare ancora meglio la figura del nuovo papa.

Com'è possibile che proprio lui, che fin dai minuti successivi della sua elezione è stato bersagliato dai detrattori di mezzo mondo per essere particolarmente intollerante nei confronti degli omosessuali, abbia avanzato una proposta del genere?

Le posizioni di Bergoglio in materia di diritti civili possono sembrare infatti quanto meno ambigue. Ma basta conoscere un minimo i meccanismi della Chiesa e della dottrina cattolica per comprendere che non è così.

Innanzitutto, papa Francesco viene da una realtà ben diversa da quella da cui proveniva il suo predecessore Joseph Ratzinger. Quest'ultimo, prima di diventare papa, per 25 anni si era occupato quasi esclusivamente di dottrina. È naturale perciò che avesse un approccio più ortodosso a certe problematiche. Il caso di Francesco è del tutto differente. Bergoglio è lontano dagli ambienti "ovattati" del Vaticano, e anzi ha passato tutta la vita da religioso a contatto con le persone e con le realtà più dure.

Questo non vuol dire che non sappia cosa dica la dottrina, anzi. Al contrario conosce benissimo i precetti della Chiesa di Roma, ma ha anche un approccio più "pragmatico". Quindi non è così assurdo se in una situazione come quella dell'Argentina del 2010, in cui l'approvazione del matrimonio gay era ormai scontata, abbia cercato una sorta di compromesso fra i valori teorici della religione e le esigenze pratiche del popolo.

Tant'è che anche a detta di Marcelo Márquez, uno dei principali attivisti per i diritti gay in Argentina, Bergoglio non si è mai sottratto al confronto. Al contrario, Márquez racconta di aver scritto una lettera al futuro papa proprio per esporgli i problemi degli omosessuali nel Paese e di aver ricevuto una telefonata di risposta nel giro di un'ora. Bergoglio gli disse che pensava che i diritti gay dovessero essere riconosciuti, magari attraverso le unioni civili, ma che non approvava il matrimonio.

Insomma, come dicevamo, proprio niente di nuovo per chi conosce un minimo i meccanismi "pratici" della Chiesa cattolica. Anche Ratzinger, il teologo di ferro, in più di un'occasione ricordò che alle coppie divorziate doveva essere negata la comunione, ma poi non diede mai ordine ai vescovi di applicare questa norma.

Anche se questo non lo mette al riparo dalle aspre critiche dei detrattori (fra cui una frangia di attivisti per i diritti dei gay), l'episodio del 2010 non fa che confermare quello che ormai si ripete come un mantra: Francesco sarà pure un papa, ma si comporta come un prete di campagna. Ed è per questo che la gente impazzisce per lui.

 

BERGOGLIO PAPA jpegBERGOGLIO COMUNITA GAY ARGENTINA PROTESTA CONTRO BERGOGLIO PAPA BERGOGLIO SUL NYT dittatore rgentino Videla e

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…