1. IL PATTO SEGRETO RENZI-BERLUSCONI PER SMANTELLARE IL SERVIZIO PUBBLICO DELLA RAI 2. SI PARTE CON UN PRELIEVO FORZOSO SUL CANONE RAI DI 150 MILIONI EURO, CUI VANNO AGGIUNTI 50 MILIONI DI “RISPARMI” DI SPESA. PER UN TALE SALASSO RENZI HA SUGGERITO DI CEDERE RAI WAY, LA SOCIETÀ STRATEGICA CHE GESTISCE LE TORRI DI TRASMISSIONI 3. E QUI VIENE IL BELLO. DA TEMPO AL MINISTERO DELL’ECONOMIA, GIACE UN PIANO SEGRETO PER LA COSTITUZIONE DI UN OPERATORE UNICO NAZIONALE ATTRAVERSO LA FUSIONE DEI DUE PRINCIPALI OPERATORI: EI TOWERS, DI PROPRIETÀ DI MEDIASET E RAI WAY 4. AL PROSSIMO CDA DI MARTEDÌ 29, CHE FARANNO I CONSIGLIERI RAI: DARANNO MANDATO A GUBITOSI DI SVENDERE RAI WAY SAPENDO CHE PER IL 2015 NON CI SARÀ NESSUN’ALTRA RAI WAY DA METTERE SUL MERCATO, DUNQUE L’UNICA SOLUZIONE PER NON FALLIRE SARÀ QUELLA DI TAGLIARE MIGLIAIA DI DIPENDENTI, O MAGARI I NOSTRI EROI FARANNO IL BEL GESTO DI DIMETTERSI RESPINGENDO LA PATATA BOLLENTE A RENZI? 5. IL VERO MACIGNO CHE AFFLIGGE I CONTI DI PIERSILVIO E’ LA PAY-TV MEDIASET PREMIUM
DAGOREPORT
Il patto segreto Renzi-Berlusconi per smantellare il servizio pubblico della Rai e costruire l'operatore unico nazionale. Ecco come.
Si parte con un prelievo forzoso sul canone Rai di 150 milioni euro, come si può leggere nel capitolo del decreto legge Spending Review, oggi in Gazzetta, "Sezione III - Riduzione dei costi degli apparati politico istituzionali". "Le somme da riversare alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per l'anno 2014, sono ridotte di euro 150 milioni".
Questa sommetta, già contabilizzata nella casse dell'esercizio corrente, deve essere sommata ai "risparmi" di spesa che le società partecipate dovranno versare allo Stato azionista che, in viale Mazzini, stimano per una cifra di circa 50 milioni.
Un tale salasso all'indomani della presentazione in pompa magna degli utili di bilancio da parte di Gubitosi (5 milioni di euro) vuol dire fare carta straccia del piano triennale del direttore generale e presentare in pochi giorni un nuovo piano lacrime e sangue per scongiurare il rischio della riduzione del capitale di oltre il terzo, soglia oltre la quale gli amministratori debbono senza indugio ricapitalizzare la società .
Però il vispo Matteuccio ha provveduto a suggerire come salvarsi il culo. Lo scrive nel decreto legge, subito ribattezzato "ammazza-Rai": "Ai fini dell'efficientamento, della razionalizzazione e del riassetto industriale nell'ambito delle partecipazioni detenute dalla Rai Spa, la società può cedere sul mercato quote di società partecipate....".
E Renzi si è premurato di indicare, se qualcuno avesse mai dubbi su quale delle partecipate di viale Mazzini cedere sul mercato, di indicare Rai Way, la società che gestisce le torri di trasmissioni, vero patrimonio strategico di ogni società televisiva.
E qui viene il bello. Infatti, da tempo nei cassetti del Ministero dell'Economia, giace un piano segreto per la costituzione di un operatore unico nazionale attraverso la fusione dei due principali operatori del mercato: EI Towers, di proprietà di Mediaset (di recente Berlusconi ne ha ceduto il 30% intascando 250 milioni milioni) e Rai Way appunto, magari coinvolgendo la solita Cassa Depositi e Prestiti o qualche fondo americano, tanto per cambiare, o addirittura il concorrente francese (che più volte ha manifestato interesse all'acquisizione).
Al prossimo consiglio di martedì 29, che faranno i consiglieri chiamati a decidere sulle sorti della Rai segnate dall'editto Renzi: daranno mandato a Gubitosi di svendere Rai Way entro e non oltre il 30 di dicembre 2014 sapendo benissimo che per il 2015 non ci sarà nessun'altra Rai Way da mettere sul mercato, dunque l'unica soluzione per non fallire sarà quella di tagliare pesantemente il personale, o magari i nostri eroi faranno il bel gesto di dimettersi respingendo la patata bollente a Renzi?
Tale operazione avrebbe origine dal forte interesse del Cavaliere di ridimensionare pesantemente il colosso pubblico, che da un po' ha ripreso a macinare ricavi pubblicitari, creando non poche difficoltà ai conti del Biscione, vedi il taglio durissimo ai costi dei programmi e delle fiction.
Il vero macigno che affligge Piersilvio si chiama Mediaset Premium. Una pay-tv nata come low cost e trasformata in una idrovora che succhia milioni di euro l'anno. Aggiungere che quest'anno il rampollo di Silvio, per non scomparire dal mercato, ha dovuto svenarsi con una cifra monstre di 700 milioni per aggiudicarsi i diritti della Champions in esclusiva.
Un'operazione fatta unicamente per rendere più appetibile sul mercato la cessione del ramo pay-tv.
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