1. LA VENDETTA, TREMENDA VENDETTA, DI FRANCESCO RUTELLI CONTRO LA CASTA DI CARTA: INFANGATO DAL TRATTAMENTO CHE I MEDIA, IN PRIMA PAGINA “REPUBBLICA”, GLI HANNO RISERVATO SUL CASO LUSI, DA CUI È USCITO PULITO MA POLITICAMENTE MASSACRATO 3. RUTELLI CICCIODURO: “OGGI SI STABILISCE CHE SOLO PER DIFFAMAZIONI PARTICOLARMENTE GRAVI CI SIA IL CARCERE MA IN ALTERNATIVA ALLA PENA PECUNIARIA. FINO A TRE ANNI DI RECLUSIONE NON SI VA IN GALERA. CHE COSA DEVE FARE UNO PER FINIRCI? DIFFAMARE RIPETUTAMENTE E GRAVEMENTE E SCEGLIERE DI NON PAGARE LA PENA PECUNIARIA” 4. “QUESTO EMENDAMENTO È DELLA LEGA, IO CI HO MESSO LA FACCIA, PERÒ L’HA VOTATO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEL SENATO. FRANCAMENTE MI SONO ROTTO LE SCATOLE CHE QUESTE COSE PASSINO PER VOTO SEGRETO, E STAVOLTA NON HO FIRMATO LA RICHIESTA” 5- SALLUSTI: “VADO DENTRO PER COLPA DEI VIGLIACCHI DEL PDL. NON VOGLIO DI CERTO LA GRAZIA DA NAPOLITANO CHE RITENGO RESPONSABILE DI QUESTO STATO DELLA GIUSTIZIA”

1- SENATO, BLITZ TRASVERSALE CARCERE PER I GIORNALISTI
ASSE LEGA-API, VOTO SEGRETO A SORPRESA. LA FNSI: UNA VERGOGNA
Francesco Grignetti per La Stampa.it

Addio accordi politici, e addio anche ragionevolezza, sulla diffamazione. Con voto segreto, a sorpresa, il Senato vota una proposta della Lega Nord che reintroduce il carcere per il giornalista condannato. Altro che addolcire le pene pecuniarie. Il ddl che era nato per salvare dal carcere Alessandro Sallusti, direttore del «Giornale», il quale dovrà scontare 14 mesi di detenzione, paradossalmente si trasforma in occasione di vendetta. A questo punto il carcere è confermato, sia pure «per i casi più gravi».

Dalla pancia del Senato, insomma, viene fuori una gran voglia di rivalsa contro i giornalisti. Ed è acido il commento del diretto interessato: «Mi sento meno solo - commenta Sallusti, via Twitter - . Con la legge approvata dal Senato a San Vittore finiremo in tanti». Poi ci pensa un attimo. E aggiunge: «Nella tragicommedia del Senato c'è un dato positivo ed è che non se ne farà più nulla. Imploro anche la Camera che stia lontana dal tema: non peggioriamo la situazione della categoria».

Un minuto dopo questo voto che rovescia ogni previsione della vigilia - con 131 favorevoli al carcere, 94 contrari e 20 astenuti - il Pd ha chiesto di sospendere i lavori e il Pdl s'è prontamente accodato. Una pausa di riflessione. Ma ormai la frittata è fatta. Chiamati al voto pro-carcere da Francesco Rutelli, che ne ha fatto una questione di principio, scottato dal trattamento che i media gli hanno riservato sul caso Lusi, e da una Lega che ha riscoperto la voglia di manette (anche se poi Bobo Maroni minimizza: «E' una provocazione...»), i senatori nel segreto dell'urna hanno dato vita a una maggioranza trasversale che rinnega ogni appello di questi ultimi giorni.

E ora da parte di molti si dichiara «defunta» la legge. Una che non ci crede più è Anna Finocchiaro, Pd: «Avevamo lavorato alla ricerca di un equilibrio che viene completamente stravolto dalla reintroduzione del carcere per i giornalisti. Ma il voto affossa il provvedimento. A questo punto si impone che venga ritirato».

È rassegnato anche Maurizio Gasparri, Pdl, di fronte a una maggioranza dei "suoi" che cerca pervicacemente lo scontro: «Discutibile nascondersi dietro il voto segreto. Bisogna prendere atto del voto, ma francamente ritengo sbagliata la decisione. Si rischia così di far rimanere in vigore le leggi vigenti invece di introdurre quelle giuste innovazioni che a parole molti hanno condiviso e che nei fatti, invece, evidentemente in pochi abbiamo sinceramente sostenuto».

Già, in pochi. «Credo - riconosce il presidente della commissione Giustizia, e relatore della riforma, Filippo Berselli, Pdl - che a questo punto il ddl sia su un binario morto. In modo assolutamente trasversale sono esplose tensioni che si erano manifestate nelle precedenti convocazioni dell'assemblea, al di fuori di qualsiasi regia».

Ed è attonito, e a questo punto anche sconfortato, il commento della federazione dei giornalisti. «I malpancisti forcaioli - dichiara la Fnsi - dietro il muretto a secco del voto segreto chiesto da Lega e Api, hanno scritto una pagina vergognosa. La legge in discussione, a questo punto, non ha più alcun senso: è peggiorativa rispetto alla precedente ed è in totale contrasto con la giurisprudenza europea. Questo progetto di legge, è del tutto evidente, così non può più andare avanti. Il Presidente del Senato Schifani ha fatto bene a sospenderne l'esame per una riflessione, ma l'unica soluzione possibile è affossarlo definitivamente. In caso contrario ci penserà la pubblica opinione. E i giornalisti saranno con essa in campo con ogni azione possibile, la più nitida e ferma».

2- RUTELLI: "IO CI HO MESSO LA FACCIA, ORA MI SONO ROTTO..."
Mattia Feltri per La Stampa.it

Senatore Rutelli, ma come? Ritorna il carcere per i giornalisti?

«Abbiamo votato un emendamento ineccepibile perché oggi si stabilisce che solo per diffamazioni particolarmente gravi ci sia il carcere ma in alternativa alla pena pecuniaria. Credo sia una delle leggi più favorevoli alla stampa che esistano in Europa».

Senatore, un anno di carcere...

«Fino a tre anni di reclusione non si va in galera. Che cosa deve fare uno per finirci? Diffamare ripetutamente e gravemente e scegliere di non pagare la pena pecuniaria. Forse dovreste rendervi conto che con questa legge, che comunque è da completare, in carcere non ci si finisce più. In carcere in Italia, dopo Giovannino Guareschi, in 60 anni non ci è andato nessuno».

Lino Jannuzzi fuggì a Parigi...

«Lino Jannuzzi ebbe la grazia anche col mio appoggio. E sono disposto ad appoggiare anche la grazia per Alessandro Sallusti, se è questo il punto».

Ecco, Sallusti. Va in carcere per una cosa non scritta da lui. La leverete o no la responsabilità oggettiva?

«Io penso che la responsabilità oggettiva vada superata e credo si farà».

Stiamo parlando di carcere per le cose scritte, senatore. È incivile.

«Non è incivile, se si ha fiducia nella magistratura. Incivili sono le diffamazioni. Diffamare è un reato odioso oppure no? Mica difenderete i diffamatori! E poi il carcere è previsto in tutta Europa: Svezia, Austria,Belgio...In Germania c'è un'aggravante per le diffamazioni dei politici e il carcere anche in caso di colpa,non dolo. In Spagna si va in carcere se al diffamato si attribuisce un reato, cose che per esempio Dreyfus e Sallusti hanno fatto dicendo che il magistrato impose l'aborto a una minorenne. In Francia c'è il carcere se la diffamazione riguarda minoranze etniche o religiose...».

Eh, molto meglio la Francia di noi.

«Ogni paese ha il suo regime, in Inghilterra si paga carissimo, ma senza carcere; la nostra legge è fra le più garantiste. Io sono sempre stato garantista. Ricorda Enzo Tortora, che invece il 90% dei giornalisti diffamarono apertamente?».

Ah, ecco, colpa nostra... Piuttosto, perché non fate una legge sulla responsabilità civile dei giudici?

«Io ci ho fatto un referendum».

Ma la legge non c'è.

«Non per colpa mia, ammetterà».

Comunque Sallusti andrà in galera. E il rischio che tocchi ad altri rimane.

«Non so più come spiegarglielo. In carcere non si andrà. Per finirci lei deve diffamare con dolo e gravemente e ripetutamente».

Allora perché non prevedere pene alternative alla reclusione. I famosi lavori socialmente utili.

«Ho presentato un emendamento su questo. E la pena alternativa ora c'è, è quella pecuniaria. Il massimo è 50 mila euro. Se il massimo è 50 mila euro, verranno quasi sempre applicate sanzioni più basse. Questo emendamento è della Lega, e io l'ho appoggiato apertamente. Però l'ha votato la stragrande maggioranza del Senato...».

Non avevamo dubbi.

«Sì,io ci ho messo la faccia, lo reputo giusto, e lo dichiaro. Molti altri zitti, e poi l'emendamento l'hanno votato. Francamente mi sono rotto le scatole che queste cose passino per voto segreto, e infatti stavolta non ho firmato la richiesta...».

3. ALESSANDRO SALLUSTI: "VADO DENTRO PER COLPA DEI VIGLIACCHI DEL PDL"
Caterina Perniconi per "il Fatto quotidiano"

Direttore Sallusti, la prossima settimana andrà a San Vittore o aspetterà che la vengano a prendere?
Per carità, niente sceneggiate. Mi consegnerò.

Poi però la manderanno a casa.
E perché? La difesa dovrebbe chiederlo e io non lo chiederò, anche se più si avvicina la data più mi accorgo che non è una passeggiata. Vorrei essere trattato come un cittadino qualsiasi e quindi scontare almeno la metà della pena in carcere.

Niente appelli al Capo dello Stato, quindi.
Per carità, non voglio di certo la grazia da Napolitano che ritengo responsabile di questo stato della giustizia. Né altre scappatoie, mi avevano proposto di tutto, ma mi sacrificherò.

Tipo?
Quel che sia sa, i patteggiamenti, i servizi sociali. E anche qualcosa che non si sa.

E che non vediamo l'ora di sapere.
Sono stato avvicinato e mi sono state fatte proposte poco dignitose ma affascinanti, tipo una fuga all'estero. Non so chi era il mandante, ma immagino non il mio portinaio.

Ai piani alti vogliono salvarla.
Ma non hanno capito che il problema non è mio, è loro.

Incoerenza?
Ci considerano a disposizione per le loro marchette e s'incazzano se scriviamo dei loro tesorieri.

Ce l'ha con Rutelli?
Ma no, Rutelli forse vuole liberarsi della moglie. Non mi riferivo a lui, anche se dovrebbe ringraziarci per la difesa nel caso Lusi.

E a chi?
Oggi ho ricevuto un libro di Roberto Maroni. Anzi due, uno per me e uno per Vittorio (Feltri, ndr). Nel suo c'era scritto "al numero 1". E nel mio "Caro Alessandro, buon lavoro". Mi mandi una dedica così la mattina e mi spedisci in carcere il pomeriggio?

Non è stata solo la Lega.
Per carità non parliamo di quei vigliacchi del Pdl. Ma lo sa quante volte ho messo la mia faccia per difenderli anche quando erano indifendibili? E loro si trincerano dietro il voto segreto.

Non credo ce l'abbiano solo con lei.
Gli stiamo sui coglioni tutti, ovvio. Ma Travaglio lo riconoscono come "nemico". Io invece sono un "amico" non allineato, li fa andare in bestia. Credo di essere il giornalista più odiato da Maurizio Gasparri.

Regista occulto dell'operazione?
Non penso, ma oggi mi ha chiamato tre volte e non gli ho mai risposto. Non sono al loro servizio.

Addirittura! Ma alla fine una legge salva-Sallusti l'avrebbe accettata.
Se migliorava la condizione dei giornalisti, evitando situazioni infamanti come la mia, sì.

Un'infamia, nientemeno?
Mi hanno definito "socialmente pericoloso", "delinquente seriale". Ora, io sarò sicuramente un cretino seriale, ma delinquente e pericoloso sono termini infamanti. Mi viene in mente un romanzo di Manzoni.

Ci risiamo, tutta colpa dei magistrati.
La sentenza è di un giudice, mica dei politici.

Ma lo spettacolo del Senato è tutta farina del sacco dei partiti.
É una legge contro la categoria intera.

Cosa scriverà sul giornale?
Le stesse stupidaggini che ho appena detto a lei.

 

 

PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICAFrancesco Rutelli FRANCESCO RUTELLIalessandro-sallusti-condannatoFOTOMONTAGGIO - ALESSANDRO SALLUSTI IN CARCEREROBERTO MARONI giorgio napolitano ANNA FINOCCHIARO FRANCESCO RUTELLI E LUIGI LUSIFRANCESCO RUTELLI IN SENATO IL GIORNO DEL VOTO SULLARRESTO DI LUIGI LUSI jpegLUIGI LUSI IN SENATO IL GIORNO DEL VOTO SUL SUO ARRESTO jpegMAURIZIO GASPARRI

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…