1. MA QUALE SGARBO AL CARDINAL SCOLA! BERGOGLIO HA SOLO TIRATO IL “PACCO” ALL’ARROGANTE DELEGAZIONE DELL’EXPO 2015, CAPITANATA DALL’AD BEPPE SALA E DA ROBERTO ARDITTI, CAPO DELLE RELAZIONI ESTERNE, CHE AVEVA PIAZZATO IL CARDINALE DI MILANO, ANGELO SCOLA, COME ARIETE PER ARRIVARE AL COSPETTO DEL PAPA 2. NEI SACRI PALAZZI NON ERA PER NULLA PIACIUTO IL BATTAGE STAMPA ACCESO DAI MILANESI SULL’INVITO AL PAPA DI BENEDIRE L’EXPO. SECONDO, L’INCONTRO ERA IN AGENDA NEL GIORNO SBAGLIATO, IL MERCOLEDÌ QUANDO IL SANTO PADRE HA L’UDIENZA GENERALE E AMA TANTISSIMO INTRATTENERSI CON LE SUE PECORELLE; TERZO, VISTO CHE IL PONTEFICE RITARDAVA, LOR SIGNORI SI SONO “ALLARGATI” SOLLECITANDO L’INCONTRO! 3. A QUEL PUNTO, È PARTITO IL “VAFFA” CAMUFFATO DA SCUSA: IL “PONTEFICE AVEVA AVUTO UN MANCAMENTO”. MA UN’ORA PIÙ TARDI BERGOGLIO RIUNISCE I SUOI COLLABORATORI

1. DAGOREPORT
Ma quale sgarbo al cardinal Scola! Bergoglio ha solo tirato il "pacco" alla delegazione dell'Expo 2015. Al Santo Padre non è piaciuto per nulla lo stile e il modo di fare dei milanesi capitanata dall'ad Beppe Sala e da Roberto Arditti, capo delle relazioni esterne, e da Elena Valensise, moglie del sottosegretario generale della Farnesina, capo della relazione esterne dell'Alma, società che si occupa di informatica. Una bella comitiva che aveva piazzato il cardinale di Milano, Angelo Scola, come ariete per arrivare al cospetto del Papa.

Intanto nei Sacri Palazzi non era per nulla piaciuto il battage stampa acceso dai milanesi sull'invito al Papa di benedire l'Expo, secondo, l'incontro era in agenda nel giorno sbagliato, il mercoledì quando il Papa ha l'udienza generale e ama tantissimo intrattenersi con le pecorelle; terzo, Lor Signori hanno commesso un peccato di spocchia: visto che il pontefice ritardava l'hanno sollecitato. A quel punto, è partito il "vaffa" camuffato da scusa: il "Pontefice aveva avuto un mancamento".


2. IL PAPA TROPPO STANCO PER VEDERE SCOLA
Roberta Catania per "Libero"

Il primo giallo del pontificato di papa Francesco c'è stato. Ieri, dopo un'ora di ritardo sull'appuntamento con il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, Bergoglio ha dato forfait. Qualcuno dell'entourage del Santo Padre ha raggiunto la delegazione di dodici persone nella sala attigua all'Aula Paolo VI per informare che il «Pontefice aveva avuto un mancamento», un piccolo malore che di fatto impediva il rapido incontro per definire alcuni dettagli su Expo 2015. Non erano persone qualunque ad avere aspettato fino alle 13 un papa famoso per la puntualità.

Ad attendere c'erano persone di un certo calibro, il cardinale Scola per primo, tanto che il mancato incontro ha fatto malignare i più, ipotizzando che papa Francesco abbia in qualche modo voluto svicolare. Non si sa se sia davvero così. Impossibile chiedere al diretto interessato, ma anche il capo della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, si è defilato dalle domande di Libero, facendo rispondere ai collaboratori di «essere impegnato al telefono », poi di essere «andato a sgranchirsi dieci minuti le gambe», finché qualcuno ha tagliato corto annunciando «un'uscita anticipata dall'ufficio» di Padre Lombardi, senza la cortesia di richiamare.

L'unica pista per cercare di capire che cosa sia realmente successo ieri mattina in quella sala del Vaticano, dove il papa non è andato al termine dell'udienza generale, è sentire l'altra campana. Il portavoce del cardinale Scola, don Davide Milani, rispetto ai colleghi della Santa Sede è maestro di diplomazia e gentilezza. Sul treno del ritorno, nonostante la linea disturbata e il suo tono garbatamente basso per non disturbare gli altri viaggiatori, il prelato ha escluso qualunque forma di maliziosa interpretazione.

«Nulla ci fa pensare a qualcosa di diverso dal malore del Santo Padre», ha spiegato, «anche perché il Papa ha già concesso in passato altre udienze al cardinale Scola. Due incontri, ai quali doveva fare seguito quello di oggi (ieri, ndr), come ulteriore tappa di un processo già avviato, e da tutti condiviso, riguardo la precettazione del padiglione della Santa Sede all'interno di Expo 2015».

Al fine di stroncare ulteriori sospetti su una volontà di papa Francesco di non incontrare la massima autorità della Curia milanese, don Milani ha aggiunto: «La riunione con il Pontificio Consiglio della Cultura è slittata, ma un collaboratore del Santo Padre ha provveduto a fissare immediatamente una nuova data. Dopo Natale», presumibilmente il 15 gennaio, «perché non è facile conciliare gli impegni di tutti i partecipanti a questo progetto, considerando anche gli incontri natalizi già in programma».

Adesso per il cardinale Scola c'è da occuparsi di Sant'Ambrogio, patrono di Milano, poi per tutti si rincorrono gli impegni, con la festa dell'Immacolata alle porte, Natale, Santo Stefano e l'Epifania. Ed eccoci arrivati al 15 gennaio. Ieri, prima delle 13, un'ora dopo il momento in cui era fissato l'incontro con la delegazione milanese, un messo del Pontefice ha raggiunto i dodici componenti della commissione per avvisare che il Papa di ferro avrebbe avuto il primo cedimento fisico: una «stanchezza» che impediva di concedere quell'udienza, ma, a quanto è dato sapere, non gli avrebbe impedito, più tardi, di incontrare alcuni stretti collaboratori per un'altra riunione.

Se non altro, le forze ritrovate rassicurano sulle sue condizioni di salute. Qualunque malanno, sarebbe comunque rientrato e il nostro Papa sarebbe di nuovo in piedi, prontoa fingere di tirare in aria aeroplanini di carta, come quello che ieri mattina gli aveva passato un bambino tra la folla riunita per l'udienza generale. Nessun commento da parte di coloro che hanno girato i tacchi e sono tornati a 500 chilometri di distanza. Si tratta di alte cariche ecclesiastiche.

A parte il cardinale Scola appunto, arcivescovo di Milano, con lui c'erano Monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del consiglio pontificio della cultura e il suo vicario Luca Bresson. Accompagnati da Monsignor Erminio De Scalzi, vicario episcopale per i grandi eventi per la diocesi di Milano, Monsignor Pasquale Iacobone, vice commissario per l'esposizione per conto Vaticano e il dottor Luciano Gualzetti, vice commissario per la presenza pontificia a Expo, ma delegato a occuparsi del lato Ambrosiano.

C'erano anche Monsignor Domenico Pompili, Sottosegretario Cei, poiché anche la Conferenza episcopale italiana parteciperà all'esposizione ad Expo, e il moderatore per la curia di Milano, Bruno Marinoni. Torneranno tutti tra più di un mese. A un anno dal grande evento milanese.

 

LELEZIONE DI PAPA BERGOGLIO INCONTRO PUTIN E BERGOGLIO un bimbo con papa francesco bergoglio alla giornata per la famiglia ACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIARoberto Arditti ANGELO SCOLA E ALDO CAZZULLO SCOLA E FORMIGONIPADRE FEDERICO LOMBARDI expo milano jpegMONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI jpeg

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...