DAGOREPORT- ORA CULATELLO DOVRÀ DIMOSTRARE DI AVERE UNA MAGGIORANZA CERTA PER AVERE L'INCARICO PIENO MA DA IERI HA COMINCIATO A CAMBIARE LINEA RISPETTO ALL'OSTINAZIONE PRO-GRILLINA. SE CAMBIERÀ ANCORA, CON UN ACCORDO SERIO CON IL CENTRODESTRA E I MONTIANI, IL GOVERNO POTRÀ NASCERE DAVVERO - GRILLO IN CALO DEL 3,5% SUL VOTO DI FEBBRAIO

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Per Pierluigi Bersani, e anche per il Pd, per gli italiani di una certa età che hanno conosciuto il Pci, fa un certo effetto vedere un ex comunista proveniente dall'Emilia già ricca e comunista salire al Colle per ricevere l'incarico di formare il governo. A prescindere da come andrà a finire, difficilmente ci sarà un altro erede di quella tradizione politica a potersene vantare e va dato atto a Bersani di averlo avuto attraverso un percorso ineccepibile, con le primarie e con un passaggio elettorale, anche se la maggioranza ce l'ha in una camera sola. D'Alema Massimo, per dire, arrivò a Palazzo Chigi con un cambio di maggioranza parlamentare e non attraverso le elezioni.

Detto questo, e premesso che se la situazione del Paese non fosse disastrosa e nel frattempo non fosse cambiato il mondo, l'evento di stasera sarebbe paragonabile all'incarico che ebbe Craxi Bettino nel lontano 1983, va dato atto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di essere sempre più augusto ed impeccabile custode della lettera e dello spirito della Costituzione.

Tecnicamente, Re Giorgio ha inchiodato Bersani alle sue responsabilità: gli ha conferito infatti un preincarico. Significa che solo dopo che avrà verificato l'esistenza di un sostegno parlamentare certo, si sottolinea certo, che consenta la formazione di un governo, Bersani potrà tornare a riferire e ad avere l'incarico pieno.

Napolitano ha fatto appello ai precedenti e ha vincolato la nomina alla fiducia: ciò significa che Bersani dovrà dimostrare di avere una maggioranza per la fiducia per avere l'incarico pieno, non richiedere la fiducia quando andrà alle Camere. Non è una differenza da poco. Questo e' il dettato del combinato disposto degli articoli 92 e 94 della Costituzione cui il Presidente della Repubblica si è' rigorosamente attenuto.

Troppo rigorosamente? Lo vedremo presto perché è qui tutta la complessità del passaggio politico cruciale di questi giorni. Ma vanno registrati alcuni dati favorevoli al presidente per incaricato:

1. Bersani ha fatto quello che doveva fare con i grillini ma sa che non può inseguirli più, sa anche che Swg oggi li ha registrati in calo del 3,5 per cento sui risultati elettorali di febbraio. Essi restano all'opposizione perché non sono in grado di fare altro, salvo populismi spiccioli facili da vendere al popolo ma difficili da trasformare in proposta politica concreta.

2. L'economia ha disperato bisogno di un governo che archivi il prima possibile l'attuale inquilino di Palazzo Chigi, che di danni ne ha fatti ormai troppi e ne continua a fare, a cominciare dal decreto non fatto per i pagamenti della PA alle aziende. E tutti sanno che Berlusconi Silvio e' disposto a fare non uno ma due passi indietro a condizione che si faccia sul serio e che nomi della cosiddetta società civile riferibile al centrodestra (contraddizione in termini, ma a ben pensarci vale la stessa cosa per la sinistra), siano tra i ministri.

3. Nel governo di emergenza economica e istituzionale che potrebbe nascere e' ovviamente compreso anche il rinnovo dell'attuale inquilino al Quirinale. Re Giorgio non vuole e c'è da credergli, ma come farebbe a dire di no se Bersani torna da lui con un accordo serio con il centrodestra e i montiani (loro malgrado e non si sa fino a quando)? Non si potrà sottrarre a restare anch'egli due anni. Non è mai successo prima e non succederà più, ma stiamo parlando della più grave emergenza economica e politica dalla Seconda guerra mondiale.

Le diplomazie sono al lavoro, tutti i canali sono aperti. Da ieri Bersani ha cominciato a cambiare linea rispetto all'ostinazione pro-grillina. Se cambierà ancora, il governo del cambiamento potrà nascere davvero. E se il Pd esplode o implode, chi se ne frega. Anche perché in tanti saranno pronti a correre in soccorso del vincitore.

 

 

VIGNETTA MANNELLI DAL FATTO IL POVERACCIO DI BETTOLA BERSANI jpegbersani luigi BERSANI CIMELIO SOVIETICOBersani in croce

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