1. DAGOREPORT - MONTI CLINI-CO: UN "GOVERNO OMBRA" CON CORRADO CLINI! CIOE': COLUI CHE DOVREBBE CONTROLLARE L'OPERATO DEL MINISTERO E' IL SUO DIRETTORE GENERALE!
http://www.blitzquotidiano.it/ - Dopo il Pci di Achille Occhetto nel 1989, e il Pd di Walter Veltroni nel 2008, ora è la volta di Mario Monti: il leader di Scelta Civica ha definito l'organigramma di Scelta Civica sul modello di una compagine ministeriale, dando vita ad una sorta di "governo-ombra", con alcuni nomi, come quelli di Renato Balduzzi, Mario Catania e Corrado Clini, che hanno fatto parte del vero esecutivo del professore (esperienza chiusa il 27 aprile scorso).
Alle Riforme istituzionali è stato chiamato Renato Balduzzi, agli Affari europei Alessandro Maran, alla Giustizia Andrea Mazziotti, alla Difesa Domenico Rossi, al bilancio Linda Lanzillotta, alle Finanze Enrico Zanetti, all'Istruzione Stefania Giannini, alla Ricerca Ilaria Capua, al Turismo Bruno Molea, all'Ambiente Corrado Clini, ai Trasporti Roberta Oliaro, all'Informazione Mario Marazziti, allo Sviluppo Paolo Vitelli, all'Agricoltura Mario Catania, alla Sanità Giovanni Monchiero, al Lavoro Irene Tinagli, al Welfare Giuliano Cazzola, alla Funzione Pubblica Pietro Ichino, agli Affari sociali Gianpiero Dalla Zuanna, alle Pari opportunità Ida Germontani.
2. SCIOLTA CINICA - MONTI "SCARICA" CASINI (O VICEVERSA?) E IL CENTRINO SI RESTRINGE ANCORA
Alberto D'Argenio per "La Repubblica"
Mario Monti elogia la strategia del silenzio, «siamo stati molto silenziosi in un contesto in cui contano di più i decibel dei fatti», dice prima di rivendicare con tanto di slide dimostrative che le istanze di Scelta Civica sono quelle che più hanno influenzato il governo Letta. Ma intanto la sua forza politica cala nei sondaggi e va sfaldandosi. Con l'addio, da ieri praticamente ufficiale, all'Udc di Pierferdinando Casini e con le continue tensioni tra le altre anime del partito.
il pizzino di enrico letta di augurio a mario montiSono le tre del pomeriggio quando lo stato maggiore di Scelta Civica dà il via a una conferenza stampa che durerà ben due ore nella nuova sede del partito, i locali di via Poli, a pochi passi da Palazzo Chigi, che già furono quartier generale di Fli, lo sfortunato partiti di Fini nato con grandi speranze e sparito in soli due anni.
Monti cerca di rilanciare la sua creatura, ma l'effetto ottico percepito dai presenti è l'opposto. In una sala stampa poco affollata presenta la nuova agenda dei civici, nove punti destinati al governo Letta. Insieme a lui ci sono Benedetto della Vedova, Andrea Olivero e Pietro Ichino. Ed è proprio il giuslavorista ex pd che entra nel dettaglio con una lunga illustrazione delle priorità della terza gamba della maggioranza. Mentre parla Monti passa il tempo consultando l'iPhone. L'ex premier si accenderà solo quando gli verrà rivolta una domanda sull'Europa.
Quando invece la domanda verte sulla possibilità che Scelta Civica si fonda con l'Udc, come inizialmente ventilato, Monti legge un testo studiato nei dettagli per l'evento mediatico di ieri: «La prospettiva di Scelta Civica non è una fusione con l'Udc. Il nostro è un soggetto riformatore da rinforzare prima di aprirci agli altri, magari anche all'Udc, ma non si può partire da un accordo a due che predetermini quote di potere».
IL MINISTRO CORRADO CLINIMonti traccia la road map per rilanciare Sc con una fase costituente che parte con l'approvazione dello statuto, la convention (13 luglio) e il tesseramento. Dopo si aprirà all'esterno con un occhio all'elettorato moderato di Grillo dato in uscita e ai protagonisti di Fare per fermare il declino, il movimento rimasto orfano di Oscar Giannino alla vigilia delle elezioni. Ma l'Udc non viene elencato come componente strategica. Anzi, come era nell'aria da qualche tempo il rapporto con Casini è ormai finito.
Pierferdinando CasiniMonti dice di non essersi pentito di avere imbarcato l'Udc alle politiche: «Mi sconsigliavano di farlo, ma sono stati i più fedeli sostenitori del mio governo e per me è stato un obbligo morale e politico». Ma poi gli dà il benservito. Il segretario centrista Lorenza Cesa risponde che i montiani «non hanno le idee chiare su nulla, sono solo litigi permanenti. Contava 100 volte più Casini nella scorsa legislatura con la metà dei parlamentari di Sc».
Nonostante le parole grosse, il divorzio è consensuale e i centristi non vedevano l'ora di sganciarsi da Monti. Tanto che nel loro quartier generale già si studiano i tempi per passare dalle parole ai fatti. I centristi siedono nei gruppi unici con Sc alla Camera e al Senato, ma da oggi non si sentono più vincolati alla disciplina di gruppo e giocheranno le loro partite politiche in autonomia.
Benedetto Della VedovaIl vero trasloco arriverà al momento opportuno, forse dopo l'estate, ovvero quando Casini avrà sottratto abbastanza parlamentari a Monti (è il sospetto dei civici) per fare un gruppo autonomo alla Camera (più difficile ci riesca al Senato).
Intanto Monti, presidente di Sc e da pochi giorni rientrato al vertice della Bocconi, cerca di fare il salto di qualità al suo partito, strutturandolo e ridandogli visibilità. A Letta chiede di non disfare i provvedimenti del suo governo, gli consiglia di «alzare l'asticella » sull'economia. Poi bacchetta Berlusconi, ricordando lo stato in cui ha lasciato il Paese e rimproverandogli di avere preso pesanti impegni in Europa che hanno poi condizionato l'Italia.
ANDREA OLIVERO ACLI