1- NON DITE A CULATELLO BERSANI CHE DOMANI A FIRENZE RENZI INCONTRA BILL CLINTON - 2- DOPO UN DISCORSETTO NELLA CESENA DELLA TECHNOGYM, QUELLO STRACCIACUORI DI BILL VOLERà A FIRENZE E PER RENZACCIO SARà LA CONSACRAZIONE DEFINITIVA - 3- CONSAPEVOLE CHE SENZA IL “PASSI” DEI POTERI FORTI NON SI VA DA NESSUNA PARTE, DA TEMPO RENZI STA TESSENDO UNA FITTA RETE DI RELAZIONI CON I VERTICI DEMOCRATICI USA. L’ULTIMA OCCASIONE, TRE SETTIMANE FA A CHARLOTTE ALLA CONVENTION DI OBAMA - 4- CHE SMACCO PER PIERFURBY CASINI CHE AVEVA IRONIZZATO: “SE PENSO A UN VERTICE RENZI-MERKEL SCOPPIO A RIDERE”; CHE UMILIAZIONE PER IL MAGO DALEMIX CHE AVEVA DETTO, SARCASTICO: “RENZI È UNFIT (INADEGUATO NDR) A GOVERNARE”. ORA SAI CHE RISATE… -

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David Allegranti e Claudio Bozza per il Corriere della Sera

Bill Clinton a colloquio con Matteo Renzi in vista delle primarie. Domani, a meno di colpi di scena, l'ex presidente degli Stati Uniti dovrebbe incontrare il sindaco di Firenze, ormai in piena corsa per la candidatura a premier. L'incontro, ufficialmente di natura privata, è fissato a Firenze, ma luogo e ora sono suscettibili di cambiamenti anche per motivi di sicurezza.

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Una carta a sorpresa, quella di Renzi, favorito anche da una coincidenza fortunata. Clinton, proprio domani, sarà infatti a Cesena, dove parteciperà all'inaugurazione del nuovo stabilimento Technogym, colosso italiano delle attrezzature da palestra.

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

E l'ex presidente Usa sarà il protagonista del Wellness Congress, dove terrà una relazione contro il dilagare di obesità e malattie croniche. Dopo Cesena, probabilmente in elicottero, Clinton tornerà a Firenze, dove era già stato nel '99 (a un meeting tra riformisti con D'Alema, Blair e Schroeder) e dove pernotterà, proprio per incontrare il sindaco.

Per Renzi sarà un'occasione imperdibile per rafforzare la sua ribalta mediatica, favorito dagli ottimi rapporti proprio con il proprietario di Technogym, Nerio Alessandri, uno degli imprenditori protagonisti sul palco della Leopolda. «Renzi è unfit (inadeguato ndr) a governare», ha detto D'Alema. E Casini aveva rincarato: «Se penso a un vertice Renzi-Merkel scoppio a ridere».

CLINTON SI INCHINA A OBAMACLINTON SI INCHINA A OBAMA Renzi se ne vRenzi se ne v

Tutto mentre i più stretti collaboratori del sindaco di Firenze, da tempo, stanno tessendo una fitta rete di relazioni con i vertici democratici Usa. L'ultima occasione, quella della svolta, è arrivata tre settimane fa a Charlotte, durante la convention del partito che ha nuovamente incoronato Barack Obama per la corsa alla Casa Bianca.

In quelle 36 ore, accompagnato dall'ex assessore alla cultura Giuliano da Empoli e dall'amico-consigliere Marco Carrai, Renzi sembra aver monetizzato i risultati di un bel po' di contatti ed incontri che andavano avanti da tempo. Primi su tutti quelli con John Podesta, ex capo di gabinetto di Clinton e uomo di peso tra i democratici, e dell'ex segretario di Stato Madeleine Albright. Proprio da quest'ultima era arrivato a Renzi, e non in particolare a Pier Luigi Bersani, l'invito alla convention.

RENZI AL CONSOLATO ITALIANO A BOSTONRENZI AL CONSOLATO ITALIANO A BOSTON BILL CLINTON E BARACK OBAMABILL CLINTON E BARACK OBAMA

Renzi, proprio a Charlotte, aveva ricordato la vittoria di Clinton vent'anni fa, «seguita con l'emozione dei miei 17 anni». Ma perché, da oltreoceano, il Paese più potente del mondo guarda con così grande interesse a Renzi? Sia Tony Blair che Clinton utilizzano la propria influenza e le proprie risorse per fare scouting internazionale, cioè per trovare a giro per il mondo persone che si avvicinino alla loro visione politica. Ma non solo: incontrarli significa avere anche accesso ai loro contatti, al loro giro di relazioni.

BILL CLINTON E BARACK OBAMABILL CLINTON E BARACK OBAMA

Non è la prima volta che Clinton mette le sue conoscenze a disposizione di un potenziale premier. In passato è già accaduto con Blair, già incontrato da Renzi a giugno. E il film «The Special Relationship» - «I due presidenti» - uscito nel 2010, racconta il rapporto tra Clinton e Blair, il quale nel 1992, quando ancora non era il leader del New Labour ma soltanto uno sconosciuto laburista, andò a prendere lezioni dal presidente americano e dai suoi strateghi.

 

 

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