1- PALAZZO CHIGI RISPONDE ALL’ARTICOLO DI INDYMEDIA RILANCIATO STAMATTINA DA DAGOSPIA, DICENDO CHE SÌ, MONTI È STATO MEMBRO DELL’ADVISORY COUNCIL DI MOODY’S PER QUASI 4 ANNI, MA CHE NON HA MAI PARTECIPATO ALLA “VALUTAZIONE DI STATI O IMPRESE SOTTO IL PROFILO DEL RATING”, PARTECIPANDO A DUE-TRE RIUNIONI L’ANNO IN CUI SI “SCAMBIAVANO VEDUTE” UNA SERIE DI CAPOCCIONI, POLITICI E BANCHIERI 2- BENISSIMO. NELLO STESSO QUADRIENNIO, L’INFATICABILE PROFESSORE “SCAMBIAVA VEDUTE” COME PRESIDENTE DELLA BOCCONI. COME EDITORIALISTA DEL “CORRIERE”, COME PRESIDENTE DELL’ATLANTIC COUNCIL, DENTRO IL CLUB BILDERBERG, NELLA TRILATERAL 3- CON TUTTI QUESTI PALCHI, PLATEE, FORI, PULPITI, L’ATTUALE PREMIER HA COMUNQUE RITENUTO INDISPENSABILE “SCAMBIARE VEDUTE” PURE NEL SENIOR EUROPEAN ADVISORY COUNCIL DI MOODY’S, UNA SOCIETÀ CHE SI OCCUPA ESCLUSIVAMENTE DI RATING E VALUTAZIONI CHE HANNO FORTISSIME RICADUTE GLOBALI. MA NON FINISCE QUI. NELLO STESSO QUADRIENNIO (PER LA PRECISIONE, DAL 2005 AL 2011), È STATO “INTERNATIONAL ADVISOR” DI GOLDMAN SACHS

1- FONTI P.CHIGI, MONTI IN MOODY'S NON HA MAI VALUTATO RATING
(ANSA)
- Durante il periodo in cui ricopriva l'incarico di membro del Senior European Advisory Council di Moody's, l'allora presidente della Bocconi Mario Monti non ha mai partecipato alla "valutazione, neppure in via indiretta, di stati o imprese sotto il profilo del rating". E' quanto precisano fonti di palazzo Chigi, in risposta ad alcune ricostruzioni dei media.

"In riferimento ad indiscrezioni di stampa si conferma che il Prof. Mario Monti (come a suo tempo venne pubblicamente comunicato) è stato membro del Senior European Advisory Council di Moody's dal luglio 2005 al gennaio 2009, periodo in cui ricopriva l'incarico di Presidente dell'Università Bocconi", ricordano le fonti.

"Tale Advisory Board - proseguono le stesse fonti - comportava la partecipazione a due-tre riunioni all'anno che avevano per oggetto scambi di vedute sull'integrazione europea e sulla politica economica dell'Unione europea e non la valutazione, neppure in via indiretta, di stati o imprese sotto il profilo del rating. Nel periodo in questione, gli altri membri del Board erano Hans Tietmeyer, ex Presidente della Deutsche Bundesbank; Francis Mer, ex Ministro francese dell'Economia e delle Finanze; Howard Davis, ex Presidente della Financial Services Authority britannica; Olle Schmidt, membro svedese del Parlamento Europeo; Leszek Balcerowicz, ex Ministro delle finanze della Polonia".


2- DAGO-RISPOSTA: NON AVRÀ "VALUTATO RATING", MA HA LAVORATO PER GLI ENTI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA CRISI CHE ORA DOVREBBE RISOLVERE
L'ufficio stampa di Palazzo Chigi risponde all'articolo di Indymedia rilanciato stamattina da Dagospia, dicendo che sì, Monti è stato membro dell'Advisory Council di Moody's per quasi 4 anni, ma che non ha mai partecipato alla "valutazione di stati o imprese sotto il profilo del rating", partecipando a due-tre riunioni l'anno in cui si "scambiavano vedute" una serie di capoccioni, politici e banchieri.

Qui l'articolo cui si fa riferimento: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-oltre-il-conflitto-di-interessi-ce-solo-rigor-montis-membro-di-moodys-vale-39823.htm


Benissimo. Bisogna a questo punto sottolineare che, nello stesso quadriennio, l'infaticabile professore "scambiava vedute" come presidente della Bocconi nei seminari e lezioni da questa organizzata. "Scambiava vedute" coi lettori del "Corriere", di cui è stato editorialista per vent'anni. "Scambiava vedute" nell'Atlantic Council, di cui era uno dei presidenti del Business and Economics Advisors Group. "Scambiava vedute" in innumerevoli conferenze italiane e internazionali, dove era relatore e ‘distinguished guest'. Infine, "scambiava vedute" dentro il Club Bilderberg (è stato nello ‘steering committee') e nella Trilateral Commission, di cui era addirittura presidente per il ‘lato' europeo.

Con tutti questi palchi, platee, fori, pulpiti, tavole rotonde, uditori, lettori, l'attuale Presidente del Consiglio ha comunque ritenuto indispensabile "scambiare vedute" pure nel Senior European Advisory Council di Moody's, una società che si occupa ESCLUSIVAMENTE di rating e valutazioni che hanno fortissime ricadute globali. Advisory Council dire Comitato dei Consulenti, non ‘pigliamoci un caffè e raccontiamoci che abbiamo fatto negli ultimi sei mesi', e in quegli incontri le sue vedute sono state "scambiate" per un bel contratto di consulenza. E' lecito aspettarsi che Moody's pagasse lui e gli altri esperti per "vedute" che poi, anche indirettamente, sarebbero finite nei report della società.

Ma non finisce qui. Nello stesso quadriennio (per la precisione, dal 2005 al 2011), è stato "International advisor" di Goldman Sachs. E dove? Sempre in un Advisory Council!

Tenendo a mente questi elementi, si possono fare vari ragionamenti.

Primo: forse non è saggio, per uno stimato economista di 65 anni (nel 2008) assumere tanti incarichi contemporaneamente, manco fosse uno stagista ventenne che cerca di ingolfare il curriculum, o un politico che accumula poltrone (malcostume che proprio Monti dovrebbe combattere).

Secondo: nel gennaio 2009, quando Monti dichiara di aver lasciato l'incarico presso Moody's, erano già passati 4 mesi dal crac di Lehman Brothers, in cui il grande pubblico ha scoperto il disastro combinato dalle agenzie di rating sui mutui subprime (tutti garantiti con tripla "A") e gli stessi titoli Lehman, che da "AAA" sono passati a "C" a fallimento avvenuto.

Questa ‘inversione di rotta fuori tempo' è alla base di centinaia di migliaia di cause civili e penali contro le società di rating, e ha reso impossibile per chiunque continuare ad appoggiarne le strategie o i metodi di analisi usati fino a quel momento.

Si potrà anche dire che 4 mesi sono il tempo che serve per mollare il contratto di consulenza con una società "impresentabile". Ma quello che tutti gli economisti e finanzieri sanno, è che la bolla immobiliare era già scoppiata da un anno, e ufficialmente dal collasso di Bear Sterns (marzo 2008), e che il ruolo delle agenzie di rating era chiaro a tutti da tempo.

Terzo: se anche vogliamo ammettere che ognuno è libero di lavorare per chi gli pare, perfino per le cattivone agenzie di rating (almeno finché non entra in politica, e allora lì è tenuto a renderne conto), è comunque lampante un altro conflitto di interessi: quello tra essere consulente di Goldman Sachs, una banca d'affari che emette titoli e gestisce quotazioni, e Moody's, che quei titoli e quelle quotazioni deve valutare (teoricamente) in modo indipendente.

Tra merchant bank e rating dovrebbe esserci separazione assoluta, è un obbligo sia nei confronti dei mercati che della legge. Per chi a questo punto se lo fosse scordato, Monti è quello che ha inserito il divieto di doppi incarichi in società finanziarie concorrenti. Norma meritoria, per quanto aggirata da tutti, ma il cui principio non pareva essere chiaro al Professore nel (lontano?) 2008.

Quarto, pleonastico: ma se uno non "valuta il rating", come dicono i portavoce di Monti, che ci va a fare da Moody's, che non risulta avere una bocciofila?

Con le tante poltrone che aveva per "scambiare vedute" aggratis, o a pagamento ma senza imbarazzanti conflitti di interesse, Monti ha scelto di farlo per due società che hanno contribuito ad affossare l'Italia declassandola in modo sospetto (Moody's), e vendendo i suoi titoli di Stato scatenando la fuga dai Btp che ha devastato i bilanci di banche e assicurazioni italiane (Goldman). E tacciamo delle possibili influenze che hanno avuto gli incontri Bilderberg e Trilateral nell'attuale crisi europea e italiana.

Monti è stato chiamato a "salvare" l'Italia dalla speculazione di quei soggetti per cui ha lavorato per anni. Anni (2008-2011) in cui gli avvoltoi del mercato hanno spostato il loro attacco dalle banche americane ai debiti sovrani europei. Questa anomalia la stanno pagando il governo, i partiti che lo hanno appoggiato, e i bilanci delle società finanziarie. Ma più di tutti, se ne sono accorti gli italiani.

 

 

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