1. PALAZZO DEL QUIRINALE, ANGOLO VIA GRADOLI. LA STRADA CHE CONDUCE PRODI AL COLLE INCROCIA ANCORA UNA VOLTA IL MISTERO BUFFO DELLA FAMOSA SEDUTA SPIRITICA DA DOVE USCÌ L'INDICAZIONE DELLA VIA (GRADOLI) DEL COVO BR CON MORO SEQUESTRATO 2. SI AGGRAVA LA POSIZIONE DEL PROFESSORE-MEDIUM SULLA FARSA DELLA SEDUTA SPIRITICA DEL COVO BR DI VIA GRADOLI DOV’ERA SEQUESTRATO MORO. NUOVE CARTE E NUOVE BUGIE 3. TUTTE LE PANZANE DETTE DA ROMANO CHE ANCORA EVOCA GLI SPIRITI DI LA PIRA E DON STURZO PER NASCONDERE LA FONTE CHE GLI SUSSURRO’ LA VIA DOV’ERA TENUTO ALDO MORO

Gian Marco Chiocci per il Giornale

Palazzo del Quirinale, angolo via Gradoli. La strada che conduce Romano Prodi al Colle incrocia ancora una volta il mistero buffo della famosa seduta spiritica del Professore da dove uscì l'indicazione della via (Gradoli) del covo romano delle Br con Aldo Moro sequestrato.

Ciclicamente se ne riparla, di questa farsa medianica che avrebbe potuto salvare l'ex presidente Dc. Nessuno ha mai creduto fino in fondo alle versioni di Prodi e degli amici di seduta presi per mano dagli spiriti di La Pira e don Sturzo eppoi condotti con un piattino a formare le lettere G-r-a-d-o-l-i.

Se nessuno crede alla soffiata dall'aldilà, è anche perché l'aspirante successore di Napolitano non è che abbia poi collaborato tanto. E così, a 35 anni dall'agguato in via Fani, escono nuovi dettagli di quell'esperienza soprannaturale che avrebbe potuto cambiare la storia d'Italia se solo il Professore l'avesse raccontata tutta.

«In data 2 aprile 1978 in località Zappolino, sita in provincia di Bologna, fummo invitati dal professor Clò a trascorrere una giornata nella sua casa di campagna, insieme alle nostre famiglie» scrive nel 1981 Prodi (insieme ai presenti alla seduta) alla commissione d'inchiesta sulla strage di via Fani nel carteggio recuperato dal sito affaritaliani.it - Nel pomeriggio, dopo aver pranzato, e a causa del sopravvenuto maltempo, lo stesso Clò suggerì di fare il gioco del piattino (su cui tutti i presenti poggiano il dito dopo aver evocato uno spirito guida sottoponendogli alcune domande)».

A qualcuno viene in mente di chiedere dove si trova la prigione di Moro. Insieme ad altre indicazioni, spunta il nome Gradoli. Località che «risultava tuttavia a noi ignota... da un successivo riscontro su una cartina geografica, individuammo la effettiva esistenza di tale località proprio nei pressi di Viterbo».

Come va a finire è scritto nei libri di storia e nelle pagine delle commissioni di inchiesta. Prodi, dopo aver tentato di spedire il criminologo Augusto Balloni dai magistrati con quest'informazione, chiedendo di non essere citato, due giorni dopo la scampagnata (4 aprile 1978) gira la notizia a Umberto Cavina, portavoce del segretario della Dc, Benigno Zaccagnini. Che, a sua volta, la inoltra a Cossiga, ministro dell'Interno.

Prodi non rivela allora, e non lo farà nei successivi tre decenni, la fonte di quella delazione. In «Via Gradoli», e non a «Gradoli vicino Viterbo» infatti, vivevano i carcerieri di Moro, Mario Moretti e Barbara Balzerani. Il covo sarà scoperto solo il 18 aprile a causa di una sospetta infiltrazione d'acqua che allerterà i vicini, tra i quali Lucia Mokbel, che racconterà ai magistrati di uno strano ticchettio notturno, simile a segnali morse, provenire dalla tana dei bierre.

Al Viminale (dove nel frattempo è arrivata un'altra segnalazione su Gradoli) pensano bene di perlustrare l'omonimo paesino in provincia di Viterbo invece di aprire lo stradario, come inutilmente suggerito pure dalla moglie del presidente della Dc, Eleonora Moro, a cui viene risposto che non esiste alcuna via Gradoli a Roma. Falso. Via Gradoli è una traversa di via Cassia, la strada che si trova esattamente sulla "strada per Viterbo".

La messinscena è palese, come denunciano sia il Ds Giovanni Pellegrino sia l'ex Dc Giovanni Galloni. Per Andreotti «lo spiritismo è una invenzione per coprire una fonte dell'Autonomia». L'ex presidente della commissione Mitrokhin, Paolo Guzzanti, incalzò il Professore: «Non solo mentì sulla fonte dell'informazione ma volle personalmente trasmettere alla segreteria della Dc e non alle autorità competenti, provocando un'operazione di polizia nell'Alto Lazio. Questa notizia permise ai brigatisti nel covo di via Gradoli di eclissarsi. È evidente che uno solo dei partecipanti alla danza del piattino da caffè fra le lettere dell'alfabeto, possedeva fin dall'inizio l'informazione e manovrò per farla apparire opera di un piattino che si comportava come un computer azionato dai fantasmi di don Sturzo e La Pira».

Ma da dov'è arrivata la dritta? Francesco Cossiga individuerà la fonte negli ambienti dell'eversione bolognese, città in cui Prodi è docente di Economia, parlando di un «professore universitario» forse in contatto con le Br.
Un'altra tesi, rimasta tale, è che i servizi segreti russi del Kgb avrebbero fatto filtrare la notizia su via Gradoli per averla appresa da un loro agente sotto copertura in Italia, tale Giorgio Conforto, nome in codice Dario, amico dell'affittuaria dell'appartamento di via Gradoli, padre di quella Giuliana Conforto nel cui appartamento vennero arrestati Morucci e Faranda.

Solo una volta Prodi si è seduto davanti a una commissione per riferire della seduta spiritica e di questa Gradoli («visto che nessuno ne sapeva niente ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, di riferire la cosa»). Da allora, non ha più risposto ai numerosi inviti a chiarire. Lo hanno fatto, invece, altri due collaboratori del Prof presenti: Mario Baldassarri e Alberto Clò.

Il «piattino» di Prodi, per Baldassarri, diventa un «bicchierino» («prima che arrivassi avevano chiamato La Pira. Il gioco funziona che uno mette il piattino e chiama un personaggio»), che si trasforma in un «piattino da caffè» nella versione di Clò. Per Fabio Gobbo, allievo di Prodi, si trattava invece di un «posacenere».

E se Prodi ricorda che quel giorno «pioveva», e Baldassarri parla di «giornata uggiosa», il giornalista Antonio Selvatici dimostrò - carte del servizio idrografico alla mano - che a Zappolino quel pomeriggio non cadde una goccia. Dopo anni di silenzi fregnacce ultraterrene, i fantasmi di La Pira e di don Sturzo potrebbero essere invocati nuovamente da Prodi per capire chi andrà al «Colle». Inteso come Colle Quirinale, non Colle Val D'Elsa, Colle Brianza, Colle d'Anchise (Campobasso) o Gioia del Colle.

 

 

PRODI FA JOGGING CON L AUTO BLU DENTRO VILLA BORGHESE A ROMA Foto Panegrossi GMTMOROBRiGATE MASTELLaROMANO PRODI base via gradoliPRODI-MOROcossiga morocossiga moro via caetanicossiga in ginocchio via fani lapide moro LaStampalastampa prodi berlusca capelli

Ultimi Dagoreport

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...