1- PER MANTENERE LA FORMA GIUSTA PER LE SUE CAMICIE A FIORI, FORMIGONI SI DEDICA QUOTIDIANAMENTE ALLA CORSETTA DEL BENESSERE, MA CON DUE AUTO BLU AL SEGUITO 2- VROOM! VROOM! LE AMMIRAGLIE SCODELLANO IL CELESTE SULLA “MONTAGNETTA” DI SAN SIRO, ASPETTANO COL MOTORE ACCESO CHE FINISCA IL JOGGING E LO RICARICANO A BORDO 3- SARÀ PURE UNA NORMALE PRASSI DETTATA DA RAGIONI DI SICUREZZA TUTTAVIA SONO, VISTI I DACCò E I FIORITO, COMPORTAMENTI INOPPORTUNI CHE FANNO INCAZZARE I CITTADINI

Cesare Balbo per ilsole24ore.com

Si sa che il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni non ha certo gradito la pubblicazione delle foto che lo ritraggono ospite su panfili prima di tuffarsi in acqua. A maggior ragione quando certi inviti per i week end al mare provengono dal faccendiere Pierangelo Daccò condannato con rito abbreviato a dieci anni di carcere per bancarotta fraudolenta per il crac dell'ospedale San Raffaele e coinvolto in un'altra inchiesta sulla Fondazione Maugeri per corruzione in concorso con il governatore Formigoni. Il faccendiere che risolveva i problemi adesso li crea in quanto gli illeciti a lui contestati non sono più una tesi dell'accusa.

Era preferibile di gran lunga che uscissero altre foto, magari mentre si dedica alla corsa, di cui è nota la sua passione. Non sono immagini balneari oziose ma di duri e spartani allenamenti sul collinare del Monte Stella, la cosiddetta montagnetta di San Siro. Sulla rete si trova perfino un diario della sua preparazione per l'ultima Stramilano.

E' un ritratto ben diverso decisamente "sportivo" del governatore, sempre attento alla sua immagine vincente, ricco di lusinghieri accostamenti ai nomi dei grandi atleti che in passato si sono allenati in Montagnetta, come il campione olimpico Alberto Cova, a cui è stato dedicato un giro che porta il suo nome, e il campione mondiale Francesco Panetta.

Peccato che anche quando si fa una vita assai simile e vicina a gente comune come i corridori il politico non sappia rinunciare agli agi e privilegi. Il governatore lombardo arriva infatti agli allenamenti nella pausa pranzo assieme alla sua scorta su due auto blu, o meglio ammiraglie blu adeguate al rango presidenziale, che lo attendono fermi e a motore acceso nei periodi freddi, fino alla fine della seduta atletica.

Sarà pure una normale prassi dettata da ragioni di sicurezza tuttavia sono comportamenti che allontanano dai cittadini molto più di uno scatto bruciante alla Usain Bolt. Anche perché tutto ciò non avviene in modo discreto ma in maniera ostentata con le auto della scorta non sempre parcheggiate in modo corretto ma con una certa disinvoltura con conseguente disagio per altri automobilisti.

Forse farebbe bene un bagno di umiltà, o meglio una doccia dopo l'allenamento, negli spogliatoi del campo "25 Aprile" ai piedi della Montagnetta per stare tra la gente e i suoi problemi quotidiani non solo nei periodi di campagna elettorale con troupe televisiva al seguito. Insomma al capitolo delle vacanze estive con scorta del Presidente della Camera Ganfranco Fini si potrebbe aggiungere anche quello della corsa con scorta del Presidente Formigoni, seppur decisamente più contenuto e modico come causa di sperpero di denaro pubblico.

Sappiamo bene che una legge tutelano i vari Presidenti delle nostre istituzioni, ma in tempi di spending review che annullano quel poco di welfare rimasto e salassi vari, basta ancora proteggersi oltre dietro le norme invocate oltre che dietro le scorte? A meno che le queste non servano proprio per difendersi e tenersi lontano dai cittadini, che urtati nella sensibilità faticano più di prima a comprendere e accettare certi episodi.

Da più parti si leva la richiesta di maggior sobrietà nei comportamenti o se vogliamo, nel giorno del Patrono di Italia, un ritorno allo spirito francescano da parte di tutti. Non c'è bisogno di fare sondaggi per saperlo.

 

roberto formigoni corsa ROBERTO FORMIGONI formigoni Formigoni Roberto corre formigoni corre formigoni

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...