Spin doctor per Dagospia
PIERLUIGI BERSANI CON LA BANDIERA DEL PDAlla fine il caparbio Bersani ce la farà. Blandirà fino all'ultimo i grillini pur sapendo che non si ripeterà il voto in libertà che si è visto per Grasso. Continuerà a tenere alti i toni dell'antiberlusconismo, per tranquillizzare le masse di sinistra che ormai governano il partito. Dialogherà con fermezza con l'amico-nemico Napolitano, cercando di indurlo ad una strada che, secondo Culatello, porterà direttamente a Palazzo Chigi. E "quando mi ci siederò - dice ai suoi - vedrete che sarà ben difficile sfrattarmi di lì".
Dagospia è in grado di rivelare qual è la strategia di Culatello Bersani e perché alla fine ce la farà nel suo intento. Primo obiettivo: prendere tempo e scavallare l'elezione del Presidente della Repubblica. Bersani infatti sa che se metterà sul piatto un accordo per il Capo dello Stato sarà più facile sdoganare il suo governo. Ma come arrivare al 15 aprile quando si inizierà a votare dribblando le consultazioni in corso da stamane?
Molto semplice inducendo Napolitano ad incaricare con un mandato esplorativo il neopresidente del Senato, Pietro Grasso, seconda carica istituzionale dello Stato, nonché figura che sempre più si sta configurando come un ponte tra la vecchia e la nuova politica.
Pietro Grasso articleSpetterà a lui prendere più tempo possibile per scavallare la settimana Santa, la Pasqua e arrivare a ridosso dell'elezione del nuovo Capo dello Stato, quando Bersani dovrà chiudere l'accordo. Con chi? Assieme ai 15 senatori del gruppo Misto (che potrebbe ingrossare le fila con nuovi grillini pentiti) farebbe una maggioranza di 167 senatori su 158 richiesti. Un margine piccolo ma sufficiente per governare.
Ma perché la Lega dovrebbe accettare? Maroni ha detto e ridetto che di Roma non gli frega nulla. Loro governano le tre principali regioni del Nord (Piemonte, Lombardia e Veneto) e questo basta. Ma un piede nel governo potrebbe rafforzare l'attenzione di Roma verso il Nord che punta ai finanziamenti del Cipe e al rafforzamento dell'autonomia di fatto sul modello alto-atesino.
D'altra parte prima di far saltare le giunte regionali Pdl-Lega, il Cavalier Pompetta ci penserà bene. Se si torna al voto, l'alleanza Pd-Lega rovescerebbe i risultati. Per a Maroni, poi, un governo improntato sull'antipolitica consentirebbe di risintonizzarsi con la sua base.
Tutto facile, dunque? Tutt'altro. A condizionare i tempi potrebbero essere i mercati. Il caso Cipro mette in agitazione l'alta finanza e le Borse europee. Basterebbe una fiammata della speculazione per indurre soluzioni alternative, come governi di garanzia, governi allargati, governi del Presidente.
Giorgio NapolitanoBersani sa che il percorso è veramente stretto e che un suo fallimento porterebbe direttamente ad elezioni anticipate. Elezioni che a parole tutti chiedono, ma che nessuno vuole. Sia per i costi che i partiti dovrebbero sostenere, sia per l'incertezza del risultato. Ma se proprio ci si arriverà allora l'unica carta della sinistra sarà Matteo Renzi.
Ecco le varie opzioni della maggioranza al Senato: Maggioranza richiesta 158
PD+MONTI: non è sufficiente (totale 125 seggi);
PD+MISTO+AUTONOMISTI: non è sufficiente (totale 131 seggi);
PD+MISTO+MONTI: non è sufficiente (totale 110 seggi);
PD+MONTI+AUTONOMISTI: non è sufficiente (totale 135 seggi);
PD+MONTI+MISTO+AUTONOMISTI: non è sufficiente (totale 150 seggi); PD+LNP+MISTO: non è sufficiente (totale 138 seggi);
PD+LNP+MONTI: non è sufficiente (totale 142 seggi);
PD+LNP+AUTONOMISTI: non è sufficiente (totale 133 seggi); PD+LNP+MISTO+AUTONOMISTI: non è sufficiente (totale 148 seggi); PD+MONTI+MISTO+AUTONOMISTI+LNP: totale 167 seggi; PD+M5S: totale 160 seggi; PD+MONTI+M5S: totale 179 seggi; PD+PDL: totale 200 seggi.