1. VON FREYBERG SARÀ A ROMA SOLO TRE GIORNI LA SETTIMANA. POLEMICHE PER LA SUA ATTIVITÀ DI PRODUTTORE DI NAVI DA GUERRA.
Giacomo Galeazzi per Lastampa.it
Un capo part-time per lo Ior: tre giorni a Roma, quattro a Francoforte. Il suo stipendio è segreto, ma quel che è certo che manterrà il suo lavoro al di fuori del Vaticano. Il nuovo presidente dello Ior, l'avvocato tedesco Von Freyberg (membro dell'ordine di Malta) è anche presidente infatti di un Cantiere navale, il Blhom-Vhoss Group di Amburgo.
ERNST VON FREYBERG«Non so se fanno navi da guerra o navi in generale, so che Von Freyber organizza anche pellegrinaggi a Lourdes», ha risposto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, invitando a «non affrettare valutazioni negative per l'esperienza lavorativa nella cantieristica».
RATZINGER SURFISTA«La sua nomina - ha scandito il portavoce- è arrivata dopo un approfondito processo, condotto da persone che conoscono la natura e le finalità della Santa Sede, mi sembra che non si debba arrivare a conclusioni superficiali da parte dei media, sostenendo una incoerenza con la dottrina della Pacem in terris di Giovanni XXIII». In tempo reale, mentre parlava con i giornalisti, il portavoce vaticano ha ricevuto un appunto con una precisazione: «la società non fabbrica più navi, ha venduto quel reparto fa solo ingegneristica navale».
papa ratzingerLetto questo breve testo, padre Federico Lombardi ha commentato con un sorriso liberatorio: «La Pacem in terris è tranquilla e tutto è risolto». Sul sito internet della società, risulta tuttavia ancora in atto la progettazione di fregate e altre navi armate.
Nel suo incontro con i giornalisti, il portavoce ha descritto con grande dovizia di particolari il procedimento seguito per la scelta del successore di Ettore Gotti Tedeschi, «un iter - ha detto - avviato prima dell'estate scorsa, quando il Consiglio di Sovrintendenza ha proposto di avvalersi di un'agenzia per la selezione dei manager che si è impegnata in modo notevole modo studiando la natura particolare dello Ior e quindi le caratteristiche desiderate per il candidato, un lavoro svolto con grande intensità».
PAPASecondo quanto riferito da padre Lombardi, «l'agenzia ha poi segnalato 40 candidati al board, che ha compiuto una selezione progressiva fino a individuare i 6 candidati più adatti che hanno avuto colloqui con il board e questi colloqui hanno ridotto la scelta alla terna, poi sottoposta al Consiglio dei Cardinali».
PAPALa famiglia del neo-presidente è nota al Papa, "il che non vuole dire che ci fosse conoscenza personale", ha spiegato il portavoce. "Risiede a Francoforte e si prevede che sia a Roma tre giorni alla settimana", ha reso noto il gesuita. Von Freyberg parla inglese, tedesco, francese e anche italiano. Nato in Germania nel 1958, sposato, laureato in Giurisprudenza nelle università di Monaco e Bonn, ha lavorato a TCR Europe Limited (Bemberg Group), Three City Research Inc. (Bemberg Group), Associate dal 1988 al l991, ha fondato ed ha diretto Daiwa Corporate Advisory GmbH dal 1991 al 2012, e dal 2012 è presidente di Blohm+Voss Group, società di Amburgo attiva nella cantieristica navale.
E' membro attivo del Sovrano Ordine militare di Malta. E' co-presidente dell'associazione che organizza i pellegrinaggi a Lourdes per la diocesi di Berlino. E' fondatore della fondazione 'Freyberg Stiftung' che sostiene istituzioni educative cattoliche. E' membro di diversi board di società private (Flossbach von Storch AG di Colonia, Manpower GmbH):
PADRE FEDERICO LOMBARDI"Il signor von Freyberg porta con se - recita il curriculum diffuso dalla sala stampa vaticana - una vasta esperienza in materie finanziarie e i processi di regolamentazione finanziaria". E' possibile che ci sia un avvicendamento adesso, ma è oggetto di un comunicato distinto che può arrivare nei giorni prossimi", ha annunciato il portavoce vaticano, Federico Lombardi, in merito alla commissione cardinalizia di sorveglianza dello Ior, composta attualmente dai cardinali Bertone, Nicora, Tauran, Scherer e Toppo, e il cui mandato quinquennale scade il prossimo 23 febbraio.
GOTTI TEDESCHIL'attesa "non è lunga", ha precisato Lombardi, "certamente prima del 28", giorno della rinuncia del Papa. «Questo è un grande giorno per lo Ior»: è questo il messaggio che il presidente facente funzioni dello Ior, Leonardo Hermann Schmitz ha inviato ieri al direttore della sala stampa vaticana, dopo la nuovo presidente del board dello Ior. Dunque Benedetto XVI ha espresso il suo pieno consenso alla nomina di von Freyberg che è stata formalizzata questa mattina, ha spiegato il portavoce del Vaticano.
Padre Lombardi ha sottolineato che la selezione del nuovo presidente è iniziata prima della scorsa estate con procedimento «rigoroso e oggettivo senza interferenze del mondo ecclesiastico». Il cercatore di teste (Spencer Stuart) ha selezionato una lista di 40 candidati dalla quale è stata scremata una terna che ha portato alla selezione del nuovo presidente.
CARDINALE TARCISIO BERTONENella Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, ha evidenziato padre Lombardi, «non ci sono state tensioni» tuttavia «non è escluso» che prima del 28 febbraio, data delle dimissioni del Santo Padre, «vi sia un avvicendamento».Secondo indiscrezioni il cardinale Attilio Nicora, promotore della trasparenza in materia finanziaria della Santa Sede, potrebbe lasciare.
Il nuovo presidente dello Ior discende da un'antica e nobile famiglia tedesca, che Jospeh Ratzinger ha detto di conoscere. Il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha voluto sottolineare questa mattina che la rappresentazione data spesso dai media di una Chiesa o di una curia vaticana attraversata da lotte interne «non corrisponde alla realtà neanche come atteggiamenti che vengono attribuiti alle persone.
CARDINALE NICORA jpegCi sono differenze di opinione che nella massima parte rientrano in una dinamica normale", ha detto. «Naturalmente - ha proseguito Lombardi - penso che in ogni istituzione ci sia una dinamica e possa portare a differenze di opinione, che possono far compiere anche dei passi in avanti. Possono esserci ovviamente dei limiti oltre cui queste differenze diventano distruttive, si tratta di rispettare la natura delle divergenze di pensiero e di posizione, ma non per questo ci sono dei complotti».
«C'è una certa tendenza a caricare tali differenze - ha affermato Lombardi - e a presentarle come lotte e battaglie, non mi risulta che nella commissione cardinalizia di vigilanza per esempio ci sia stata nessuna battaglia».
PIETRANGELO BUTTAFUOCO CONDANNA SPIETATAMENTE LA DECISIONE DI RATZINGER DI DIMETTERSI
Maurizio Caverzan per "Il Giornale.it"
«Sono un reazionario. E vedo questa faccenda dal mio cattiverio di saraceno». Lo dice subito, Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista, quasi a scusarsi per l'asprezza della sua analisi.
E, dunque, avventuriamoci.
Sono trascorsi quattro giorni e sulle dimissioni di Benedetto XVI il mondo si divide ancora. Tu da che parte stai?
«In una parte molto scomoda. So che non si deve parlare male del Papa, ma non ce la faccio a considerare questo atto nella categoria delle dimissioni».
E in quale lo consideri?
«Non posso rassegnarmi a pensare che la barca di Pietro debba inchinarsi davanti alla modernità. Come Schettino all'Isola del Giglio».
Addirittura.
«So che il paragone è blasfemo. Il capitano sta sempre sulla nave, tanto più quando affronta il pericolo di un naufragio. Nella tempèrie della crisi sono l'etica e l'estetica militare a far da guida: sappiamo bene che l'abominio per eccellenza è la diserzione».
Un giudizio drastico. Il nocchiero della nave non è il Papa, ma lo Spirito che si trasmette attraverso di lui.
«Il Pontefice è o no il vicario di Cristo?».
Certo, vicario. Ma Cristo non scompare perché Ratzinger perde il vigore.
«Tuttavia il fatto resta inaudito. E il paragone con Celestino V drammatico. È come se Pietro crocifisso a testa in giù dicesse ai suoi carnefici: "Basta, non ce la faccio più».
In questo atto non intravedi umiltà e una fede libera e realista?
«Questo è un alfabeto umano. Se riportiamo questo gesto sul piano spirituale stentiamo a trovare conforto. Perché è impensabile che il pastore arretri davanti alla trionfante aggressione del materialismo. Uno come Padre Pio, per dire, non avrebbe mai rinunciato al suo combattimento contro Satana».
Tutti gli uomini di Chiesa interpretano la rinuncia di Benedetto XVI in una prospettiva di fede. I più catastrofisti sono gli osservatori laici.
«Tutti i teologi, a cominciare da Vito Mancuso, si sono precipitati a cloroformizzare il trauma. Nell'epoca nichilista in cui stiamo vivendo si esercitano nella gara a sistemare la sottana al Santo Padre».
Non ti sembra di vedere la Chiesa solo come baluardo contro la modernità?
«La Chiesa ha l'ansia di farsi accettare da chi rimuove la questione della metafisica. I preti più popolari, da don Gallo a monsignor Paglia, non fanno che ripetere l'alfabeto benpensante che tanto conforto offre a un mondo ostile al sacro. Ma senza la religione delle mamme i bambini non avrebbero mai imparato l'Ave Maria o l'Angelo di Dio. Altro che i preti di moda che sostituiscono la legalità alla sacralità e l'assistenza sociale alla liturgia.
In tante aree ecclesiastiche vedo la rimozione del Golgota. Lo dico da saraceno. Nessuno riconosce la forza della croce. La Chiesa è assediata da chi vuole il preservativo, chi il matrimonio per gli omosessuali, chi l'abolizione della domenica, chi la psicanalisi in luogo della confessione. In un momento così la barca di Pietro dovrebbe avere al timone una mano ferma in ragione della forza data dallo Spirito Santo».
La cadenza dello Spirito sono i secoli, il tempo della storia e non della cronaca.
«È l'eterno che deve interessare alla Chiesa. Il fatto che quando il Papa pronunciava la sua rinuncia non ci fosse chi riusciva a capire che cosa stesse accadendo provoca turbamento. Non si tratta di folclore, ma dell'urgenza di ravvivare il fuoco del rito».
Secondo te Benedetto XVI difetta nella fede.
«Nessuno di noi può giudicare la fede di un altro».
Quindi non credi che Ratzinger abbia relativizzato la sua persona per valorizzare la Cattedra di Pietro e «per il bene della Chiesa»?
«Se stai avviando una battaglia è inaudito che il generale si faccia da parte. Ne I Promessi Sposi il vescovo rimprovera don Abbondio ricordandogli che quando diventò sacerdote non gli fu data alcuna garanzia sulla vita. È come se il Grande Inquisitore di dostoevskiana memoria avesse dettato questo gesto. E, avendo percepito che lo Spirito Santo si è allontanato da lui, il Papa avesse detto: "Avanti un altro". Perciò vorrei fare mio il grido delle processioni della passione invocando misericordia».
Ci vuole tempo affinché il disegno della Provvidenza si renda intellegibile.
«Purtroppo la Chiesa più che la navigazione dell'eterno spesso pratica l'ossequio ai totem del nuovo ordine mondiale. Che è anticristiano per definizione».
Scenario cupissimo.
«Grazie a Dio lo Spirito soffia dove vuole e il centro rimane sempre Cristo».
E questa centralità abbraccia anche la scelta di Benedetto XVI.
«Mi auguro che tu abbia ragione. Ciò non toglie che questa cosa mi abbia lasciato sgomento. L'altro giorno, mentre tracciava il segno della croce mi chiedevo chi fosse lui, oggi».