VIDEO: IL BIMBO DI PADOVA TRASCINATO DALLA POLIZIA FUORI DALLA SCUOLA
http://video.corriere.it/bambino-prelevato-agenti/560742d4-137b-11e2-ad6a-6254024087b3
1- TRAGEDIA COMMEDIANTE, SINDROME MAMMISMO
Tiberio Timperi per http://www.globalist.it/
La vicenda di Padova, è una vicenda dolorosa. Complessa. Vasta. Non ho volutamente visto le immagini di quanto accaduto. Pornografia vera. Scioccante. Dei sentimenti. Ancora più alti e sacri perché di un bambino. Ma non ho voglia di discutere sull'opportunità e la liceità di mandare in onda quelle immagini.
I fatti: una madre decaduta dalla patria potestà da cinque anni.
Ed altrettanti, inutili, tentativi di eseguire una sentenza.
Un padre che lotta contro l'ostruzionismo della madre.
Non sappiamo i motivi che hanno portato la Corte d'Appello ad esprimere questa sentenza. Non ci interessano. Ma li rispettiamo. Come e più del solito. Perché vanno contro l'orientamento culturale dominante.
Ma sopratutto perché relativi ad un bambino.
Che, secondo le parole del padre e del questore di Padova, soffrirebbe di sindrome da alienazione parentale. Anzi, diciamocela fuori dai denti: sindrome della madre malevola. Negata ed osteggiata da un certo mainstreaming che mette la donna, la madre, sempre, ovunque e comunque, al centro della famiglia.
Come se tutte le mamme fossero buone a prescindere e i padri cattivi...
Ma non è la lotta di genere che mi interessa.
Torniamo a Padova.
Andiamo oltre l'impatto emotivo delle immagini, riprese ad arte, per costruire il caso.
Chiediamoci piuttosto, se un genitore che ostacola i rapporti con l'altro, sia un buon genitore.
Chiediamoci perché in Italia ci vogliano cinque anni, come in questo caso, per attivare la sentenza.
E pensiamo a quante manipolazioni possano esser state fatte in questi cinque anni, su un minore.
Bisogna costruire alternative coraggiose.
Introdurre patti prematrimoniali e divorzio immediato.
Prevedere il carcere per quei genitori che disattendono i provvedimenti dei giudici.
Rispettare i padri che vogliono fare i padri, in nome dell'articolo 3 della Costituzione e delle pari dignità sociali.
Certi giudici, certi avvocati e certi consulenti hanno un orientamento culturale vecchio e superato che sta generando mostri.
Un atteggiamento da rottamare. Adesso.
2- TIMPERI: "IN QUEI MOMENTI SI PERDE LA TESTA"
Francesco Maesano per "il Fatto Quotidiano"
In Italia c'è questo orientamento culturale. Favorisce le madri mentre i padri scompaiono", denuncia Tiberio Timperi, giornalista, da anni impegnato nella lotta per veder riconosciuti i suoi diritti da genitore.
LA MADRE DI LEONARDO PROTESTA A PADOVAHa visto le immagini del bambino trascinato sul selciato dagli agenti?
Sì, e le dico: la colpa non è dei padri o delle madri ma della giustizia che arriva sempre quando è tardi.
Tardi per cosa?
Si tratta di un caso di sindrome da alieneazione parentale: alla madre è decaduta la patria potestà da 5 anni. Un bambino che ha queste reazioni mostra i segni di una evidente manipolazione. Perchè la giustizia non è intervenuta prima? Sono passati cinque anni dopo aver disposto l'allontanamento. Queste cose vanno fatte subito.
E perchè non si fanno?
C'è troppa gente che mangia su queste cose. La filiera è troppo lunga. C'è un giro da un miliardo di euro. Pensi solo ai consulenti incaricati dai giudici. Dovrebbero essere super partes ma a volte si conoscono tra loro.
Qualche esempio?
Senza fare nomi. Due consulenti romani, molto bravi, molto conosciuti. Lavorano insieme da anni. Accade che uno dei due sia chiamato dal giudice come consulente della Corte e che l'altro venga assunto da una delle due parti. C'è un conflitto di interessi o sbaglio? Sono la mafietta di un ambiente che non si può toccare.
Che propone?
Per iniziare basterebbe introdurre patti prematrimoniali e velocizzare il divorzio. Poi ci vogliono leggi draconiane per il genitore che delinque che ora confida nella lentezza della giustizia. Voglio la galera per il genitore che non rispetta la legge.
Così non si rischia di esacerbare la conflittualità?
Questa è una emergenza sociale. Il problema non sono i padri o le madri, è il paese a essere impreparato. Esiste un problema giustizia e di realizzazione dell'articolo 3 della Costituzione. Quando il giudice dà il bambino al padre fa notizia. Guarda caso quelle immagini le ha diffuse la zia materna.
A prescindere da chi le ha diffuse e dai diritti dei genitori, non crede che portare via un bambino di peso sia in ogni caso eccessivo?
Ho capito! Ma cosa deve fare un genitore? O va fuori di testa e passa alla violenza fisica, che è sempre esecrabile, o non sa che fare.
3- "CHE ERRORE MANDARE GLI AGENTI MA A VOLTE UN GIUDICE È COSTRETTO"
Elsa Vinci per "la Repubblica"
«La polizia a scuola, il bimbo che scappa. Strilli, urla e pure un video-shock. Per "salvare" un bambino dalla madre bisogna farlo soffrire così? Io non credo che l'allontanamento con la forza possa avere un buon effetto. Sono momenti che si preparano con cura nel tempo ». Melita Cavallo, presidente del Tribunale per i minori di Roma, non apprezza il ricorso alla polizia e preferisce considerare «i provvedimenti eseguiti a scuola solo eventi eccezionali».
qet19 tiberio timperiLa disperazione del bambino ha fatto il giro di tv e web. Lui senza difesa contro gli agenti. Si fa così?
«Quello che si è visto è da evitare. Di solito un bambino va a prenderlo l'assistente sociale, uno psicologo con cui parla da mesi, che conosce benissimo. Una figura di cui si fida. Il ricorso alla polizia è previsto ma sconsigliato. Personalmente preferisco escluderlo. Se diventa indispensabile, deve avvenire con modi e in luoghi che rendano l'evento meno traumatico possibile».
Invece sono andati a scuola.
«Per i bambini la scuola è un luogo sicuro, un allontanamento del genere mette in crisi questo concetto. Vale per lui e per i suoi compagni. Purtroppo l'intervento in classe si sarà reso necessario perché in passato ci sono stati tentativi falliti. A volte il giudice è costretto. La madre non aveva più la patria potestà, la Corte d'appello di Venezia ha deciso per la scuola perché a casa non è stato possibile prendere il bambino ».
Il trauma dell'allontanamento da un genitore si pone in ogni caso. Il tribunale come cerca di gestirlo?
«Il ragazzino va assolutamente rassicurato: la separazione non è per sempre. Non si perde né la mamma né il papà. Il magistrato dispone percorsi psicoterapeutici adeguati, il minore viene accompagnato da un'équipe multi professionale. Di solito io nomino un giudice onorario che segue il piccolo per mesi, ci parla spesso, può andarlo a trovare a scuola, cerca di fargli capire il perché. Assistenti sociali e psicologi gli fanno comprendere che se cambierà casa questo non vuol dire che la mamma non ci sarà più. Potrà continuare a vederla, a sentirla, a giocare con lei».
Ma se il figlio con il padre non ci vuole stare?
«Il bimbo deve fare conoscenza col papà e in questo percorso lo si accompagna. Si deve trovare lo spazio nella sua testa per far entrare il padre».
Questo bambino soffre di sindrome da alienazione parentale. Come si fa a tenere in equilibrio il diritto di tutti?
«Non vuole vedere il padre perché alienato verso di lui probabilmente dall'influenza dell'altro genitore. Si deve lavorare con personale specializzato. Tanto più adesso che ha subito un trauma, che resterà per sempre. E non dimenticherà mai».