2015, ODISSEA NELL’IGNAZIO – SOTTO-MARINO PERDE UN ALTRO ASSESSORE E PREPARA L’ENNESIMO RIMPASTO – INTANTO RENZI CONTINUA A NON PARLARE CON IL SINDACO DI ROMA (PROTETTO DA ORFINI) E A SPERARE CHE SE NE VADA DA SOLO
Fabio Martini per “La Stampa”
ignazio marino alla festa di sel
In giro per il mondo cominciano a chiedersi cosa stia accadendo nella città eterna, al punto che nel sito del New York Times la parola “Roma” fino a ieri sera, risultava la più cliccata in assoluto: contatti da tutti i continenti, per raccontare o cercare di capire, quale degrado stia corrodendo una della città più suggestive nella storia dell’umanità. Una scia di interesse seguita all’articolo pubblicato giorni fa in prima pagina dal quotidiano americano e titolato:«Un sindaco virtuoso contro i vizi di Roma».
Eppure, mentre altrove ci si chiede cosa stia accadendo nella capitale italiana e mentre il Giubileo si avvicina senza lo stanziamento di risorse straordinarie, da noi i responsabili istituzionali bisticciano: il capo del governo italiano e il sindaco della capitale non si parlano da molti mesi. Incomunicabilità assoluta, imposta per la verità dal capo del governo, convinto che il sindaco gli faccia perdere voti.
Un’impressione soggettiva che nelle ultime settimane ha indotto Renzi ad usare espressioni irrituali per un presidente del Consiglio, che durante una trasmissione di “Porta a Porta” è arrivato ad organizzare un sondaggio “volante” tra il pubblico in studio sulla popolarità del sindaco di Roma.?E così anche ieri Matteo Renzi e Ignazio Marino hanno continuato a spedirsi messaggi a distanza e senza dichiarazioni pubbliche.
Il sindaco: «Entro martedì darò un nuovo governo a Roma». E il capo del governo, che interiormente considera la fine prematura dell’amministrazione Marino come la soluzione migliore, in via informale faceva smentire irritazione per il dimissionamento del (presunto) renziano, l’assessore Improta e il premier rincarava la dose: «Se in sindaco è in grado di governare Roma, bene, altrimenti se ne vada a casa»».
L’ennesimo scambio a distanza che prelude al duello decisivo, martedì: in giornata Marino annuncerà la nuova giunta e in serata, alla festa dell’Unità di Roma, Matteo Renzi gli darà i voti. Una pagella che il premier deciderà all’ultimo momento.?E intanto ieri l’amministrazione capitolina - con record poco invidiabile - ha perso il settimo assessore in due anni: la responsabile del Bilancio capitolino, Silvia Scozzese, si è dimessa in vista dell’avvicendamento già previsto nei prossimi giorni con il varo di una nuova giunta.
E per quanto fosse un divorzio annunciato, la Scozzese l’ha voluto condire con parole critiche, parlando di «affievolimento dell’azione riformatrice», di «lavoro di squadra venuto meno», di «fermo dissenso» su alcune scelte.
Anche la Scozzese non è mossa dietro le quinte da Renzi e la sua uscita è da collegarsi alla nuova giunta in gestazione. Il sindaco arriva indebolito all’appuntamento e fino a ieri sera non risulta sia andata a buon fire la ricerca di personalità capaci di incarnare simbolicamente una discontinuità.
Entrerà nella nuova giunta, come vicesindaco e assessore al Bilancio, Giovanni Causi, deputato Pd che è stato il responsabile delle finanze capitoline ai tempi della giunta Veltroni. Personaggio di solida competenza (pur avendo lasciato una controversa eredità contabile), non è Causi il personaggio capace di lasciare simbolicamente un segno, anche se Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del partito a Roma e protagonista di questa fase, ha un’altra opinione: «La giunta di Roma ha il dovere di impegnarsi in un rilancio e ce la farà anche con l’aiuto di personalità all’altezza della sfida»