Goffredo De Marchis per La Repubblica
A mezzogiorno del 21 agosto il cimitero monumentale del Verano è deserto. Inaridito dalla siccità, ma pulito. La navetta che copre i 75 ettari di tombe passa regolarmente, ma è vuota. Ci sono solo quattro persone sulla collinetta che ospita il mausoleo dei dirigenti del Pci. Il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, il suo assistente, un amico e Marisa Malagoli, la figlia adottiva di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti.
A 53 anni dalla morte, con un minuto di raccoglimento, ricordano il Migliore, sepolto in quest' angolo del camposanto insieme con la compagna e i leader comunisti: Secchia, Longo, Camilla Ravera, Lama, Di Vittorio e altri.
PALMIRO TOGLIATTI - NILDE IOTTI E LA FIGLIA ADOTTIVA MARISA MALAGOLI
Per Sposetti la conservazione della memoria è diventata una missione. Oltre che fonte di ispirazione per le "guerre" da combattere in Senato. Come quella dichiarata contro la legge sul taglio dei vitalizi firmata dal collega Matteo Richetti. «Dicono che voterò no alla riforma. È un' informazione imprecisa, riduttiva », sorride sotto i baffi. «Sarebbe meglio dire che Sposetti ha già costruito la maggioranza parlamentare che affosserà la legge sui vitalizi». E gli occhi si illuminano. Sembra quasi che il tesoriere lo debba ai leader sepolti qui, alle loro famiglie, al loro percorso.
ugo sposetti emanuele macaluso
«Non solo a loro. Cito due esempi di personalità in vita: Emanuele Macaluso e Emma Bonino. La Bonino, tra l' altro, è lontanissima dalla mia storia e da quella che ricordiamo oggi tra questi marmi. Sono o non sono due politici che hanno dedicato la loro esistenza a grandi lotte, a grandi ideali? Non meritano una pensione per il loro lavoro?». La meritano eccome, secondo Sposetti. Che li indica non a caso, contrapponendoli a certi testimonial del vitalizio che invece indeboliscono la causa.
A chi si riferisce? «Non parlo, e anche qualcun altro dovrebbe stare zitto ». Buttiamo lì: a Mastella? «Lasciamo perdere». A Capanna? «Non rispondo. Ma non mi occupo dei nomi famosi. Penso alle 400 famiglie che vivono grazie alla reversibilità. È da loro che ricevo i maggiori incoraggiamenti ».
Nel mausoleo comunista l' ultima tumulazione è stata quella di Alfredo Reichlin. Le lastre in granito formano un cerchio, richiamano il tavolo della direzione del Pci. Marisa Malagoli lascia presto la compagnia e si avvia da sola alla macchina. Sposetti invece, dopo aver lasciato un cuscino di fiori firmato Associazione Enrico Berlinguer, ricorda ancora.
Si gira a vuoto in cerca dell' altro settore riservato al Pci, dove sono sepolti Sibilla Aleramo e Concetto Marchesi. Niente da fare. «Allora andiamo alla tomba di Amendola. Sta davanti a Claretta Petacci», insiste il tesoriere. La cappella dell' amante di Mussolini è facile da trovare. Abbandonata, circondata da una rete per evitare guai, è lungo uno dei vialoni principali. Dall' altra parte c' è la lapide curatissima del partigiano Giorgio Amendola e della sua famiglia. Sposetti china il capo e sospira: «Mi sono fatto prendere la mano. Qui non si parla di vitalizi».