''SIAMO SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO. SE RIMANE LO SPREAD A 300 ALCUNE BANCHE NON REGGEREBBERO''. VIDEO: DE BORTOLI NON LA TOCCA PIANO QUANDO PARLA DEL GOVERNO: ''UNO STUDIO DEL PROFESSOR BALDASSARRI CHE USCIRÀ NEI PROSSIMI GIORNI DICE CHE, SE LE COSE ANDRANNO AVANTI COSÌ, NEI PROSSIMI 3 ANNI IL NOSTRO PAESE AVRÀ 180 MILIARDI DI MAGGIOR DEBITO. E IN CASO DI PROCEDURA D'INFRAZIONE…''
VIDEO - FERRUCCIO DE BORTOLI SULL'ITALIA SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO
Mario Falorni per https://fai.informazione.it/
Lo spread dimenticato. Non ne parla più nessuno o quasi, ma il differenziale tra BTP e Bund non tende a calare... tutt'altro. Negli ultimi giorni, con l'approssimarsi della risposta ufficiale che la Commissione Ue darà alla lettera inviata dall'Italia, con cui il Governo faceva sapere che - in pratica - non avrebbe cambiato di una virgola la legge di bilancio per il 2019, lo spread oscilla ben al di sopra di quota 300, che ormai è un punto di riferimento stabile da inizio ottobre.
In una intervista alla trasmissione Agorà, su Rai 3, Ferruccio De Bortoli dice che "siamo sull'orlo del precipizio". Se dovesse rimanere uno spread oltre 300 punti, e se a questo si dovesse aggiungere una procedura d'infrazione sul debito, secondo De Bortoli l'Italia verrebe a trovarsi per molti anni in una condizione d'inferiorità e non sarebbe possibile realizzare quella parte di programma sulla quale insistono sia Salvini che Di Maio... oltre al fatto che alcune banche non reggerebbero.
De Bortoli poi ricorda che nei prossimi giorni uscirà uno studio del professor Mario Baldassarri, del Centro Studi Economia Reale, in cui si dimostra sostanzialmente che, se le cose andranno avanti così, nei prossimi 3 anni il nostro Paese avrà 180 miliardi di maggior debito.
Ma queste valutazioni non sembrano preoccupare il Governo, la cui maggioranza è impegnata a confrontarsi e stuzzicarsi a vicenza su questioni che riguardano sicurezza e rifiuti.
E neppure gli appelli di Tito Boeri fanno breccia nel Governo. Il presidente dell’Inps, in una intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che "in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L’idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l’anno non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto. Ma quando ho sollevato il problema, ho avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarmi. A questo punto non vorrei si arrivasse a soluzioni incompatibili con le risorse accantonate. Noi all’Inps per primi ci troveremmo in una posizione difficile".
Non solo le parole di Boeri non paiono preoccupare i vicepremier titolari del Governo, ma neppure il ministro dell'Economia Tria che dovrebbe salvaguardare i conti del Paese.
E ciò che si prospetta nei prossimi giorni è un ulteriore irrigidimento del Governo sulle proprie posizioni.