Marco Ventura per il Messaggero
Freno all'immigrazione e, probabilmente, più rigore sui conti. Minore flessibilità pure nei confronti dell'Italia. Questi i possibili effetti della vittoria (non travolgente) della Merkel in Germania e dell'avanzata della destra dell'Afd, che però sarebbe sbagliato assimilare tout court ai nostalgici del nazismo. La vede così il sociologo Luca Ricolfi, professore di Analisi dei dati all'Università di Torino e recente autore di Sinistra e popolo. Il conflitto politico nell'era dei populismi.
Professor Ricolfi, quella di Angela Merkel è una vittoria a metà, che la spinge a cercare alleanze diverse rispetto alla Grosse Koalition con l'Spd.
Quali scenari di governo si aprono?
«Un'alleanza del partito della Merkel con Liberali e Verdi mi pare l'alternativa più realistica. Assai meno probabile è la riedizione di un governo di grande coalizione fra popolari e socialdemocratici. E naturalmente c'è sempre il terzo scenario: il ritorno al voto, com'è successo in Spagna. E come potrebbe accadere fra poco in Italia».
La Merkel riuscirà a dare stabilità all'esecutivo?
«Penso di sì, la Germania non è l'Italia. Magari ci vorranno tre mesi per elaborare un programma comune, ma poi i patti fra alleati verranno rispettati».
Quali effetti avrà la pressione dell'Afd sulla Merkel?
«Uno soprattutto: un freno all'immigrazione. Se la Merkel ha perso consensi è anche grazie al milione di immigrati accolto in un anno e diventato una bomba elettorale, dopo il capodanno di Colonia, con centinaia di donne tedesche molestate da stranieri e richiedenti asilo, e gli attentati terroristici Le equazioni del modello matematico dell'ascesa populista in Europa parlano chiaro: la paura del terrorismo è una delle due determinanti fondamentali del fenomeno, l'altra è la profondità della crisi economica, come spiego nel mio saggio Sinistra e popolo».
In Germania le forze populiste erano marginali. Poi che cosa è successo?
MANIFESTO ELETTORALE DI ANGELA MERKEL
«Erano marginali perché mancavano entrambe le condizioni scatenanti: crisi e paura. Ora, dopo gli attentati e l'arrivo massiccio di immigrati, pure i tedeschi sperimentano la paura. È quindi del tutto logico che consegnino una parte dei consensi ad Alternative für Deutschland, unico partito che fa della protezione dagli immigrati la sua missione principale».
Per l'Europa cosa cambia?
«Se la Merkel riuscirà a formare un governo solido, potrebbe esserci un inasprimento delle regole europee, o meglio un progressivo abbandono delle continue deroghe alle regole stesse. Deroghe che in questi anni hanno consentito a molti paesi, Francia e Italia in testa, di sforare i conti e non rispettare gli impegni sottoscritti. Ma potrebbe anche succedere che i Verdi si mettano di traverso e l'inasprimento non ci sia. La Merkel potrebbe gentilonizzarsi un po', si parva licet. Il che del resto è nella sua natura, moderata e dialogante».
Il mondo dell'Afd ha più anime. È semplicistico parlare di estrema destra con sfumature neo-naziste?
«Più che semplicistico, è sbagliato. Il populismo attuale non può essere confuso con l'estrema destra: se ne differenzia su troppi punti fondamentali. Nazismo e fascismo erano espansionisti, il populismo di destra è isolazionista. Nazismo e fascismo teorizzavano la superiorità razziale, i populisti si limitano a difendere il diritto di ogni popolo a preservare l'identità.
Nazismo e fascismo disprezzavano la democrazia, i partiti populisti sono semmai iperdemocratici: non pensano vi sia troppa democrazia, ma che ve ne sia troppo poca. Nazisti e comunisti perseguitavano gli omossessuali, diversi partiti populisti di destra difendono coppie di fatto e diritti dei gay, in alcuni casi sono addirittura guidati da leader omosessuali. L'Afd da Alice Weidel, dichiaratamente lesbica. In passato abbiamo avuto la lista di Pim Fortuyn, politico olandese omosessuale assassinato nel 2002, la cui eredità è oggi raccolta dal populista Geert Wilders».
Come evolverà l'Afd?
«Per ora è prevalsa l'ala radicale, col passaggio della leadership dalla relativamente moderata Frauke Petry ad Alice Weidel. Per il futuro, tendo a pensare che il partito cercherà di allargare i consensi, tallonando la Merkel su immigrazione, multiculturalismo ed eccessi del politicamente corretto, specialmente nelle scuole».
I socialdemocratici di Schulz hanno ancora un futuro?
«Né migliore né peggiore di quello della altre sinistre in Europa. Dopo il fallimento della Terza via, la sinistra non è più stata capace di reinventarsi, in nessun paese dell'Occidente. E la Spd non ha fatto eccezione».
La Germania sarà più rigorosa su conti e riforme verso l'Italia?
«Penso di sì e, forse, sarebbe un bene per l'Italia».