AGOSTO, EURO ADDIO? - DOPO IL VENERDÌ NERO, SUDARIO MONTI E CIPRESSO GRILLI SCAVANO LE TRINCEE PER QUESTI "MALEDETTI CINQUANTA GIORNI" CHE CI SEPARANO DALLA DECISIONE DEI GIUDICI COSTITUZIONALI TEDESCHI SUL MECCANISMO SALVA-STATI - "UN'ALTRA MANOVRA CORRETTIVA OLTRE CHE INUTILE SAREBBE DANNOSA PERCHÉ SI RISCHIEREBBE UN AVVITAMENTO DELLA CRISI” – E DOPO AVER VISTO GLI SCONTRI DI MADRID, MONTI USA TONI MOLTO CONCILIANTI CON I SINDACATI…

Francesco Bei per La Repubblica

La tensione a Palazzo Chigi è alle stelle. Monti un po' se l'aspettava, perché "la speculazione batte sempre più forte il venerdì", quando i mercati s'infiammano prima della chiusura del week-end. Ma non così forte. Un venerdì nero, che aumenta i timori per quello che potrebbe accadere in agosto. Per questi "maledetti cinquanta giorni", come li chiama un ministro, che ci separano dalla decisione dei giudici costituzionali tedeschi sul Meccanismo salva-stati. Cinquanta giorni in cui l'Italia si sta attrezzando per cavarsela da sola.

Qualche argine è stato già tirato su da Vittorio Grilli. Il ministro dell'Economia ha annullato l'asta di Btp del 14 agosto: con i tassi schizzati oltre il 6% sarebbe stata un rischio troppo forte. In più il 25 luglio il Tesoro italiano lancerà un'operazione di concambio, offrendo un Btp con rendimento al 4,75% per riacquistare altri titoli meno convenienti in giro sul mercato secondario. Ma ad agosto sono 31 i miliardi di debito pubblico che andranno in scadenza e dovranno essere rimborsati.

L'allarme è ai massimi livelli. Lo hanno compreso bene i ministri riuniti ieri mattina a Palazzo Chigi. Prima del Consiglio dei ministri hanno visto i funzionari del Tesoro aggirarsi preoccupatissimi per i corridoi del palazzo. Facce tese, sguardi smarriti. Lo stesso presidente del Consiglio, man mano che le Borse affondavano e lo spread spagnolo e italiano saliva, si allontanava per consulti telefonici. Si parla di contatti con la Bce, per certo c'è che Monti chiama Napolitano, avvertendolo che la situazione si è fatta "preoccupante". E non a caso il capo dello Stato, poco prima di mezzogiorno, al Quirinale descrive una crisi che "minaccia il futuro dell'Italia".

Parole pesantissime, frutto della triangolazione con il premier e con il governatore della Bce Mario Draghi. A Napolitano Monti si rivolge anche per informarlo della decisione di tenere una conferenza stampa in coincidenza con l'inizio della riunione (in teleconferenza) dell'eurogruppo. Una comunicazione che, almeno nelle intenzioni del capo del governo, dovrebbe rassicurare gli italiani e gli investitori.

Il punto fermo di Monti, ripetuto anche ieri con i suoi collaboratori, è che l'Italia non chiederà aiuto al Fondo Monetario. "Non abbiamo bisogno di aiuti esterni, ce la possiamo fare da soli". Certo, a patto che a settembre si apra finalmente l'ombrello europeo dell'Esm, finora rimasto chiuso anche per la strenua opposizione di Olanda e Finlandia, i dobermann del rigore. E non a caso il primo agosto Monti volerà a Helsinky per lanciare la sua "operazione simpatia" e presentare al primo ministro Jyrki Katainen i conti in ordine dell'Italia.

Nel frattempo, nei "cinquanta maledetti giorni" in cui il paese sarà indifeso, l'unica speranza è affidata alla Bce. Lo conferma un montiano di ferro come Benedetto Della Vedova: "L'inflazione sta scendendo sotto il 2 per cento e lo statuto della Bce impone a Draghi di difendere la stabilità monetaria dell'area euro. Così, per contrastare la deflazione, potrebbe procedere a un "quantitative easing", ovvero a un acquisto di titoli pubblici dei paesi più deboli, che farebbe abbassare anche lo spread italiano". In questo modo i membri "nordici" del board non potrebbero opporsi.

È una scommessa, ma del resto l'attacco ad agosto se lo aspettano tutti. Non solo a Roma. Nel palazzo Justus Lipsius, racconta un funzionario di rientro da Bruxelles, è stata preallartata l'unità di crisi finanziaria del "SitCen", il Joint Situation Centre. È l'intelligence dell'Unione europea e dovrà tenere gli occhi aperti per cogliere i primi segnali di smottamento, avvertendo i vertici comunitari.

Quanto all'Italia, per Monti non c'è molto altro da fare. "Un'altra manovra correttiva oltre che inutile sarebbe dannosa - ha spiegato il premier a Casini e agli altri leader politici incontrati nelle ultime 48 ore - perché si rischierebbe un avvitamento della crisi. La vera priorità ora è far ripartire la crescita e attirare investimenti grazie a un incremento della competitività".

Per far questo, più che i partiti, serve la collaborazione delle parti sociali. E non a caso, dopo aver sparato a zero contro la concertazione, ieri Monti ha usato toni molto concilianti con i sindacati. Ha dato loro atto del "senso di responsabilità" nell'evitare inutili tensioni sociali. Proprio nel giorno in cui in Spagna centinaia di migliaia di persone protestavano per la politica di austerity di Mariano Rajoy.

 

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