AIR FORCE PINOTTI – COME PREVISTO, LA PROCURA DI ROMA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER IL VOLO DI STATO DELLA PINOTTI – RESTA DA CAPIRE SE UN VOLO DI ADDESTRAMENTO PUÒ ESSERE “MODELLATO” SULLE ESIGENZE PERSONALI DEL MINISTRO
Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"
Dopo giorni di indiscrezioni la Procura di Roma ieri ha partorito la sua annunciata richiesta di archiviazione a beneficio di Roberta Pinotti. Il volo che l’Aeronautica Militare ha organizzato il 5 settembre per addestrare i suoi piloti in coincidenza con le esigenze di rientro a Genova del ministro non è reato per il procuratore capo Giuseppe Pignatone e per il sostituto Roberto Felici e l’aggiunto Francesco Caporale. Non solo.
Per la Procura, quel volo pagato dai contribuenti non merita uno straccio di indagine. Tutte le carte sono già a posto, a prescindere da qualsiasi accertamento. I pm hanno iscritto nel registro degli indagati Roberta Pinotti per peculato d’uso ma subito hanno trasmesso le carte al Collegio dei Reati ministeriali suggerendo l’archiviazione del caso denunciato dai deputati M5S Alessandro Di Battista e Luca Frusone.
A differenza dei cittadini comuni i membri del governo sono indagati (oltre che giudicati) dallo speciale collegio dei reati ministeriali. In questo rito speciale i pm contano poco: devono solo trasmettere entro 15 giorni le carte al Collegio aggiungendo un suggerimento sul da farsi. La Procura di Roma, avrebbe potuto indicare al Collegio alcuni accertamenti elementari da fare, come l’audizione dei militari del 31esimo stormo di stanza a Ciampino o l’acquisizione delle comunicazioni dell’aeronautica sul volo di addestramento da Ciampino a Genova proprio la sera del 5 settembre quando al ministro della Difesa sarebbe tanto stato utile un volo di rientro per la sua città.
La Procura aveva due plichi sul tavolo: l’esposto dei deputati M5S e la nota stilata dall’avvocato del ministero. Carta vince, carta perde, Pignatone ha deciso: vince Pinotti. Archiviata. Un accertamento ‘terzo e autonomo’ da parte dell’Autorità giudiziaria avrebbe sgombrato il campo dai tanti dubbi che restano.
FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA
Il punto centrale di questa storia è che la legge vieta ai ministri di salire su un ‘volo di Stato’ senza l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio. Non esiste nessuna eccezione per il ministro della Difesa a questa regola. Anche se Roberta Pinotti al Fatto ha detto: ‘il ministro della difesa usa gli aerei militari’ e anche se in tv (l’ultimo è stato Pietrangelo Buttafuoco, ospite a Sky domenica) si dà per scontato che il ministro della Difesa possa volare su aerei militari a suo piacimento. Il decreto del 2011 del governo Berlusconi e le norme introdotte da Monti e Letta stabiliscono che i ministri non hanno diritto al volo di Stato e le eccezioni al principio devono esser autorizzate dalla Presidenza del Consiglio.
FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA
Tanto è vero che il ministro nella mattinata del 2 settembre (due giorni prima di partire per Cardiff) aveva prenotato per la domenica 6 settembre un volo per Genova. Pinotti sapeva che il 5 sera non c’erano voli di linea. E lo sapeva anche l’Aeronautica. Proprio il 2 settembre però l’Aeronautica, che conosce il piano di volo dell’Airbus di rientro da Cardiff su Ciampino( quello sì un volo di Stato a tutti gli effetti e in quanto tale effettuato dallo stesso 31esimo stormo che poi darà il passaggio a Genova al ministro) organizza un volo di addestramento.
Il Fatto ha pubblicato la nota del giorno 5 settembre del 31esimo stormo dove si legge un vincolo ben preciso per i piloti del Falcon 50 che doveva fare in teoria solo un addestramento sulla rotta Roma-Genova: non decollare prima che atterri l’Airbus con a bordo il ministro Pinotti.
La domanda chiave di questo caso resta quindi inevasa dalla Procura di Roma: il volo di addestramento è stato organizzato per il 5 settembre dall’Aeronautica appositamente per assecondare le esigenze del ministro? E se è così, la Procura avrebbe potuto porsi una seconda domanda: tutto questo non configura un aggiramento della legge che vieta di usare il volo di Stato per le esigenze del ministro senza autorizzazione della Presidenza del Consiglio? La Procura avrebbe potuto a quel punto porsi una terza domanda: quante volte i voli di addestramento sono stati organizzati ad hoc per portare questo o quel ministro?
La tesi dei pm romani è che queste domande non sono rilevanti perché non esiste una legge che vieti all’Aeronautica di usare i voli di addestramento per scarrozzare i politici. Ergo, ove anche fosse dimostrato che il volo per Genova era organizzato su misura per il ministro Pinotti, non ci sarebbe nessun reato. Ora la parola passa al Collegio dei reati ministeriali.