1. IL DIRETTORE DEL 'QUOTIDIANO NAZIONALE' SGANCIA UNA BOMBA SU RENZI: 'LE MINACCE A UN GIORNALISTA DA PARTE DI UN UOMO DELLA SCORTA'
2. DE BORTOLI AVEVA RACCONTATO L'EPISODIO A BELPIETRO, CHE CITA PERSINO GLI SMS INVIATI DA RENZI
Estratto dal libro ''I segreti di Renzi'' di Maurizio Belpietro con Giacomo Amadori e Francesco Borgonovo, edito da Sperling & Kupfer (2016)
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C'è anche un altro episodio di cui è protagonista, suo malgrado, un giornalista del Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino, all'epoca ancora diretto da Ferruccio de Bortoli, una volta appreso che il premier sta trascorrendo le ferie all'hotel Villa Roma Imperiale del Forte, decide di inviare sul posto Marco Galluzzo, che prende una stanza nello stesso albergo.
Quando Renzi lo viene a sapere, va su tutte le furie e manda uno dei suoi sms di fuoco a de Bortoli, che in quel momento si trova a sua volta in vacanza. Secondo il premier, la presenza di un cronista del Corriere nel suo albergo rappresenta una violazione della privacy. A quanto pare, finché si tratta di centinaia di servizi di giornali e televisioni che fanno spot, tutto va bene. Ma quando i media vogliono andare un po' oltre e fare il loro mestiere al di là della propaganda, a Matteo non va giù.
Dopo l' sms del presidente del Consiglio, Ferruccio de Bortoli telefona in redazione per chiedere delucidazioni. Viene a sapere che Galluzzo è a Forte dei Marmi e decide di chiamarlo. Ed è a quel punto che il giornalista gli racconta un fatto piuttosto spiacevole. A quanto pare, il capo scorta di Renzi lo aveva avvicinato per dirgli: noi sappiamo tutto di te, anche la tua vita privata, stai attento.
Un ottimo modo per gestire i rapporti con la stampa, non c'è che dire: intimidire i cronisti sgraditi. Ormai in Italia siamo abituati a tutto, e un episodio del genere rischia di passare come una cosa di poco conto. Ma in un altro Paese un fatto simile susciterebbe uno scandalo. Qui ci troviamo davanti a un cronista di uno dei maggiori quotidiani italiani che fa il suo mestiere, non a un ficcanaso che vuole rovistare sotto le lenzuola di qualcuno. E nessuno può sognarsi di minacciarlo o di fargli pressioni di questo tipo.
Ma, a quanto pare, il presidente del Consiglio ha un'idea diversa della libertà di stampa. Ed è indicativo, a questo proposito, l'atteggiamento tenuto da Renzi dopo !'intimidazione del suo capo scorta ai danni dell'inviato del Corriere.
Il direttore de Bortoli non è rimasto in silenzio, anzi, ha fatto presente al premier che gli inviati dei giornali non si minacciano. Risposta di Matteo, via sms: «Vabbè, vabbè». Come a dire: che vuoi che sia, si tratta di ordinaria amministrazione. Silenzio e docce gelate: il trattamento Renzi per i giornalisti.
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