AMERICA (ED EUROPA) FATTA A MAGLIE - DOMANI SI VOTA IN OLANDA, WILDERS È AMATISSIMO DALLO STAFF TRUMPIANO, PIÙ DI FARAGE E MARINE LE PEN. SCHIFATO, BOLLATO COME XENOFOBO, ISLAMOFOBO, EUROFOBO, ORA SI GIOCA IL PRIMO O IL SECONDO POSTO ALLE ELEZIONI, E IL PREMIER LIBERALE MARK RUTTE LO COPIA. SE VINCE, L’INCONTRO TRUMP-MERKEL DI VENERDÌ SARÀ UNO SPASSO…

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

donald trump wilders donald trump wilders

Quanto gliene frega a un presidente americano delle sorti  dell'Unione Europea?  Di solito poco,  ma tra Brexit e anglosfera, Turchia, elezioni in Olanda, Francia, Bulgaria e Germania, e’ in gioco  un progetto complicato, mentre l'Italia dorme, e si sa da quale parte sta il nuovo presidente degli Stati Uniti.

 

When Donald Met Angela è rinviato a venerdì causa bufera di neve di quasi primavera, e alla Casa Bianca risolve più di un problema perché in questi giorni incombe la questione spinosissima del cambiamento della riforma sanitaria di Obama, un disastro fin dall'inizio, ma così complessa burocraticamente da richiedere buona volontà e molto denaro, due cose che una parte del partito repubblicano non ha voglia di mettere in campo.

 

GEERT WILDERS GEERT WILDERS

Alla fine Trump ce la farà a non farsi bloccare dal Congresso, ma la riforma sanitaria come l'ammodernamento delle infrastrutture e i tagli delle tasse sono i percorsi faticosi attraverso i quali si costruirà il consenso duraturo alla presidenza. Ha promesso rivoluzione, la deve fare. Poi ci sarebbe l'immigrazione, tasto dolente, e anche qui nonostante gli strilli dell'opposizione e di qualche migliaio di persone in piazza, l'aspettativa generale e’ di leggi rigorose e controlli altrettanto severi ai confini.

 

erdogan satira erdogan satira

 Anche per questo, e perché in questo tutto il mondo è paese, non è male per il presidente americano incontrare la grande avversaria Angela Merkel a voto in Olanda avvenuto, con relativi risultati chiari del possibile successo dell'amico Geert Wilders. Si è fatto un gran parlare in questi giorni sui giornali americani, in testa il New York Times, e sui giornali italiani come il Fatto, dei soldi dagli Stati Uniti di Trump alla cosiddetta estrema destra di Wilders attraverso il giornalista e scrittore David Horowitz, che è collaboratore da tanti anni di Steve Bannon, consigliere del presidente, e a sua volta amico di Wilders.

 

Intendiamoci, la cifra è modesta, 150mila euro più o meno in tre anni non sono certo cifre ingenti per finanziare una campagna, e sono state elargite attraverso il pretesto legale di compensi per conferenze e viaggi dell'olandese dietro invito del Horowitz Fondation Freedom Center.

 

MARK RUTTE MARK RUTTE

 Wilders proprio negli Stati Uniti alla convention repubblicana ha annunciato l'intenzione di candidarsi a premier del Paese, ed è sicuramente in ambienti repubblicani considerato il grande incompreso d’ Europa. Vive negli Stati Uniti e lavora per un think tank conservatore dopo essere stata costretta ad andarsene da un'università molto liberal, che la trattava come un nemico invece che come una perseguitata, anche Ayaan Hirsi Ali, l'ex deputata olandese che collaborava con Teo Van Gogh, il regista assassinato da un  fondamentalista islamico 13 anni fa.

steve bannon steve bannon

 

Aver provato a raccontare insieme in un film la Submission, la sottomissione, che la donna musulmana  subisce, dai versi del Corano alla propria pelle, al pronipote di Van Gogh è costata la vita, a lei il dover vivere nascosta e in esilio.

 

Tutti eroi per il mondo conservatore americano, ricordati al pari di Pim Fortuyn, il politico ucciso nel 2002 per le sue idee contro l'invasione dell'Islam in Europa, e tutti riconducibili all'avventura umana di Geert Wilders, che da 13 anni vive sotto scorta, con  continue minacce di morte, detestato nel suo paese  dalle elites, eppure così diventato popolare, lui e le sue tesi contro Islam e Unione Europea, che il suo Partito delle Libertà domani si gioca il primo o il secondo posto nelle elezioni olandesi.

DAVID HOROWITZ DAVID HOROWITZ

 

 Di più, comunque vada a finire - visto che il sistema proporzionale olandese è folle e ammette in Parlamento partiti con lo sbarramento inesistente dello 0,67%, e quindi i partiti sono 28 tra cui quello delle piante, quello degli animali, quello degli anziani, roba da suscitare italica invidia - comunque vada a finire, Wilders dal suo rifugio antiterroristi sicuramente ha influenzato e cambiato il sistema politico olandese, costretto a inseguire l'ondata popolare, e portato alla debacle dei partiti di sinistra pro immigrazione.

 

Un esempio? In questi giorni lo stesso premier liberale, Mark Rutte, che paga la Turchia miliardi per gestire i migranti, e che ha appena stretto un accordo con la Merkel per farne entrare 300mila tra Olanda e Germania, ha dovuto fare una chiassosa alzata di scudi contro il governo turco, impedendo a due ministri di entrare nel Paese a fare propaganda per il referendum pro Erdogan, provocando scontri, rivolte e una brutta quanto  inutile crisi diplomatica .

salvini wilders le pen petri salvini wilders le pen petri

 

Wilders ringrazia anche perché Rutte che dice di non voler fare alcun accordo con lui oramai in campagna elettorale ne copia le frasi, e dichiara che gli immigrati o si comportano in maniera legale e conforme alle leggi olandesi o se ne devono andare.

 

Capelli di colore spiritato e forma indomabile a parte, Wilders lo chiamano il Trump olandese, o forse è Trump il Wilders americano, a partire dai tweet che l'olandese ha utilizzato tra i primi e continua a utilizzare come strumento di informazione e propaganda politica.

 

 Tra i suoi estimatori si contano personaggi chiave dell'amministrazione Trump scelti personalmente dal Presidente, come Steve Bannon, il ghostwriter Stephen Miller, l'uomo della sicurezza di origine ungherese Sebastian  Gorka, e l’attorney general Jeff Sessions.

 

AYAAN HIRSI ALI AYAAN HIRSI ALI

Wilders è un esempio per il gruppo dei post politici del 45esimo presidente, ben più di Nigel Farage e anche di Marine Le Pen tanto che in alcune riunioni di think tank conservatori sono le sue frasi pro Europa e contro Unione Europea, la sua durezza sull'Islam ideologia e non religione, tutta  di conquista, con la base in un Corano che è un libro di odio, la sua convinzione che l'Islam moderato non esiste, a costituire la base di una sorta di nuova Internazionale.

 

Lo definiscono il politico ideale personaggi come Daniel Pipes, David Horowitz, Frank Gaffney, che sono a capo di importanti think tank. La sua vita lo rende ancora più credibile, come spiega Brian Levine, direttore del Centro per gli studi sull' odio e l'estremismo alla Università di Stato della California, San Bernardino. “Wilders è uno dei più efficaci portavoce dell'idea che l'Islam sia un pericolo per la sicurezza nazionale.

 

Theo Van Gogh Theo Van Gogh

E visto come un profeta, come una persona che parla di cose vere, non suscita riserve, non è antisemita al contrario ha stretti legami con Israele, non ha mai avuto alcuna forma di simpatie naziste, vive minacciato è nascosto sotto scorta 24 ore su 24 a dimostrazione che quando parla di una minaccia Islam parla di una cosa reale”’. Dall'altra parte dell'oceano Insomma non c'è traccia tra I nuovi potenti delle riserve sullo xenofobo, islamofobo, eurofobo che invece campeggiano qui trasversalmente.

 

“Sono favorevole all'Europa, contrario all'Unione Europea” pare che sia lo slogan di Wilders che piace di più a Trump, che  ha più volte teorizzato di preferire trattare con una nazione alla volta d'Europa.

 

PIM FORTUYN PIM FORTUYN

E al quale piacerebbe molto incontrare la Merkel con una forte affermazione di Wilders in tasca da usare quando ribadisce sia pur con Il linguaggio da presidente in un faccia a faccia, le critiche ormai note nei confronti della cancelliera e della sua politica: disastro dell'immigrazione, prepotenza del marco sull'euro, gestione del surplus di bilancio di Berlino. Poi si arriva alla distensione con la Russia, alle truppe ai confini dell'Ucraina e all'intero contenzioso sul commercio. Appena finisce di nevicare.

 

angela merkel euro europa 5 angela merkel euro europa 5

 

 

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