AMERICA FATTA A MAGLIE - IL DISCORSO-BOMBA DI MIKE POMPEO, CENSURATO DAI GIORNALI ITALIANI, TRUMP CHE PUNGE CHI PARLA DI ESERCITO EUROPEO (''COMINCIATE A RISERVARE IL 2% DEL PIL ALLA DIFESA VISTO CHE FINORA VI ABBIAMO PROTETTO NOI'') E SOTTOLINEA IL FLOP DELL'ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA, ALLA BASE DELLE PROTESTE DEI GILET GIALLI: ''LA GENTE NON VUOLE PAGARE TUTTI QUEI SOLDI A PAESI DEL TERZO MONDO (GOVERNATI IN MODO DISCUTIBILE) PER, FORSE, PROTEGGERE L'AMBIENTE''
https://www.state.gov/secretary/remarks/2018/12/287770.htm
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“L’Unione Europea si sta assicurando che gli interessi dei Paesi e dei cittadini siano posti prima di quelli dei burocrati qui a Bruxelles?”
Quando qualche giorno fa Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, e dunque portatore della politica estera degli Stati Uniti e di Donald Trump, si faceva questa domanda nel suo discorso a Bruxelles, al German Marshall Fund, era sicuramente più vicino dei commissari europei alla folla di Piazza del Popolo per la manifestazione della Lega di oggi 8 dicembre, allo slogan “Prima gli Italiani”; a Matteo Salvini che annuncia di voler andare a trattare Bruxelles contro ii vincoli di bilancio che obbligano a chinare la testa e marciare dritti verso la recessione.
Pompeo aveva ben chiaro, e ben più dei commissari europei, ma anche di un irresponsabile Eliseo, che cosa muove la rabbia dei gilet gialli francesi, perché Parigi e’ occupata da proteste ferme e disperate,perché’ i vigili del fuoco sfidano cantando La Marsigliese la polizia, che si vendica facendo inginocchiare centinaia di studenti in protesta in uno sterile esercizio di potere; perché le manifestazioni stanno invadendo tutta la Francia fino a Ventimiglia, al confine con l'Italia.
Chiarissimi anche i due tweet di oggi di Donald Trump:
1)The idea of a European Military didn’t work out too well in W.W. I or 2. But the U.S. was there for you, and always will be. All we ask is that you pay your fair share of NATO. Germany is paying 1% while the U.S. pays 4.3% of a much larger GDP - to protect Europe. Fairness!
"L'idea di un esercito europeo non ha funzionato tanto bene nella Prima o nella Seconda Guerra Mondiale. Ma gli Stati Uniti erano lì per voi, e ci saranno sempre. Tutto ciò che vi chiediamo è che paghiate la vostra giusta quota per la Nato. La Germania paga l'1% del Pil, gli Stati Uniti il 4,3% di un Pil molto più grande per proteggere l'Europa. Correttezza!".
2)The Paris Agreement isn’t working out so well for Paris. Protests and riots all over France. People do not want to pay large sums of money, much to third world countries (that are questionably run), in order to maybe protect the environment. Chanting “We Want Trump!” Love France.
"L'accordo di Parigi non sta funzionando così bene per Parigi. Proteste e disordini in tutta la Francia. La gente non vuole pagare ingenti somme di denaro, per lo più a Paesi del Terzo mondo (che sono governati in modo discutibile) per proteggere, chissa, l'ambiente. Cantano 'Vogliamo Trump'! Amo la Francia!".
Con buona pace dei progetti Franco tedeschi all'interno dell'Unione Europea ma anche delle chiacchiere diffuse sul isolazionismo del presidente americano. Ma il tutto fa parte di un progetto preciso.
Mike Pompeo al German Marshall Fund, nome che forse oggi evoca poco ma fu quello del famoso piano Marshall che ci ha consentito di rialzare la testa allora, ha mandato a dire all'Europa e non solo all'Europa, anche alla Cina, anche alla Russia, che il fronte sovranista, o meglio la rivolta dei popoli contro il globalismo, lo guiderà Washington. Che verrà dagli Stati Uniti l'aiuto contro chi vuole imporre burocraticamente e tecnocraticamente la tagliola dell'austerità.
Infine che dietro quelle che la Germania e la Francia e con loro i commissari europei ritengono solo pacifiche dispute commerciali con Nazioni canaglia come l'Iran e la Cina si nascondono pericoli di destabilizzazione del mondo, e l'Europa farà bene a non sbagliarsi tragicamente come fece negli anni 30.
Sembrerebbe proprio cosi’, e le conseguenze sono ancora tutte da capire, se riflettete sul fatto che quel che resta della leadership tedesca e di quella francese ha proposto un esercito europeo anche contro gli USA di Trump, Com'è il tweet del presidente ironicamente sottolinea, e che rischiamo di ritrovarci il fronte delle organizzazioni sovranazionali contro gli interessi delle singole Nazioni.
Mike Pompeo è fino in fondo un uomo di Donald Trump, come lo è John Bolton, consigliere per la Sicurezza Nazionale, Ma, quel che è più importante, questa nuova dottrina di politica estera, che sarà anche a Washington facile da imporre, grazie a una maggioranza molto più solida del Senato conquistata con le elezioni di midterm (siamo 54 a 46), indica esplicitamente l'Unione Europea come uno strumento sorpassato, al pari dell' Organizzazione delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale.
Scusate se è poco. E scusate anche se mentre l'asse franco-tedesco è sotto attacco, in particolare lo è la volontà di Berlino di fare a meno degli Stati Uniti, così non è per l'Italia, considerata strategicamente fondamentale e affidabile, e che si gioca una grossa partita di politica estera nei prossimi mesi che riguarda anche la vita del governo.
EMMANUEL MACRON BRIGITTE GILET GIALLI
Sui giornaloni italiani ed europei il discorso di Mike Pompeo è stato accompagnato da censura pressoché totale. Era esplosivo a partire dal titolo, “Restoring the Role of the Nation-State in the Liberal International Order”, come restaurare il ruolo dello Stato-Nazione nell'ordine liberale internazionale.
Pompeo è partito da li’, dall’ordine internazionale edificato dopo la Seconda Guerra Mondiale, che si fonda sul ruolo degli Stati-Nazione, e che oggi viene attaccato a favore di un crescente strapotere delle organizzazioni internazionali sovranazionali.
Pompeo ha citato Marshall, che fu segretario di Stato Usa dal 1947 al 1949: “Le organizzazioni internazionali non possono prendere il posto di sforzi nazionali e personali, o della creazione locale e individuale; l’azione internazionale non può sostituire il fare da sé”.
Sulla leadership ora contestata degli Stati Uniti: “Gli uomini che hanno ricostruito la civiltà occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale erano consapevoli che solo una forte leadership degli Stati Uniti, di concerto con i nostri amici e alleati, avrebbe potuto unire le nazioni sovrane del mondo”.”
Ma la stessa leadership che ha portato un lungo periodo di pace, un controllo congiunto sulle guerre, benessere diffuso, fino alla fine della Guerra Fredda e alla riunificazione della Germania, e’ entrata in crisi ed è stata messa in discussione proprio a partire da quelle conquiste. E’ questo che non sta bene all'America di Trump. Non era un isolazionista? Già, quante sciocchezze.
Pompeo e’ allora passato all'attacco diretto alle organizzazioni sovranazionali e ai burocrati che le popolano. Non funzionano o non funzionano più. Sbagliata la politica di austerità, pericoloso il predominio della Finanza sui bisogni dei popoli, dei cittadini.
“La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale furono fondati per aiutare a ricostruire i territori devastati dalla guerra e promuovere l’investimento privato e la crescita. Oggi queste istituzioni spesso raccomandano ai Paesi che hanno gestito male la propria economia di imporre misure di austerità che reprimono la crescita e riducono lo spazio del settore privato”.
Sono istituzioni, secondo gli Stati Uniti, che non ritengono di dover rispondere a nessuno, paradossalmente sono diventate progressivamente lontane dai popoli delle democrazie liberali, che oggi preferiscono i governi nazionali, anche i peggiori, ma con i quali hanno un rapporto diretto. Sono invece diventate una piattaforma utile per le dittature e le democrazie illiberali, quelle in cui chi comanda non risponde al suo popolo. Di questa follia le Nazioni Unite sono l'esempio perfetto, basta citare le violazioni internazionali consentite all'Iran ma anche alla Russia.
Ma Pompeo ha messo sotto accusa anche il WTO, che ha consentito alla Cina comunista mai convertita alla democrazia o all’ impegno per la stabilità regionale di usare tutte le scappatoie del mercato, rubare proprietà intellettuale, imporre restrizioni, in una parola invadere il mercato mondiale.
Della degenerazione attuale Pompeo e Trump accusano neanche tanto velatamente gli otto anni di Barack Obama, anni di resa totale, quasi complicità, ma anche una certa ingenuità di W Bush, e certamente attribuiscono l'inizio della deriva sovranazionale agli anni di Bill Clinton.
L’America si prende le sue responsabilità per aver abdicato al ruolo condotto così bene nel dopoguerra, ma annuncia nel contempo che quell'epoca è finita, che Trump sta riportando gli Stati Uniti al centro del mondo e che “sa bene che nulla può sostituire lo stato-nazione come garante delle libertà democratiche e degli interessi nazionali”.
Agli italiani in crisi con l’Unione Europea e i suoi diktat non può che suonare straordinariamente convincente l'appello che Pompeo fa a nome del presidente americano.
“ Aspiriamo a fare in modo che l’ordine internazionale sia al servizio dei nostri cittadini, non che li controlli”.E “gli organismi internazionali devono aiutare a facilitare una cooperazione che rafforzi la sicurezza e i valori del mondo libero, altrimenti devono essere riformati o eliminati”.
Washington la pulizia l'ha già cominciata, per esempio stracciando l'accordo di Obama con l'Iran, perché il programma nucleare iraniano va avanti e non è mai stato interrotto,e anche quello sui missili a medio raggio con la Russia, e tutti gli accordi commerciali e i trattati internazionali violati dei contraenti o contrari agli interessi americani e degli alleati.
Due frasi ancora voglio segnalare del discorso di Mike Pompeo. Quando ha detto che “la Brexit dovrebbe suonare per il resto dei paesi d'Europa come un campanello di allarme politico”; quando ha affermato che “Donald Trump vede il mondo com'è’, non come vorremmo che fosse”. Inutile quindi prendersela con l'Inghilterra o col presidente americano, segnalano un problema, non sono il problema. Come fa l'italia, aggiungo io, contestando i diktat europei alla manovra di bilancio.