Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Torniamo a Washington e a Donald Trump, assediato dallo sdegno mondiale per la decisione di blocco temporaneo, 90 giorni, degli immigrati da 7 Paesi indicati come esportatori di terroristi.
donald trump nell ufficio ovale casa bianca
Se il mondo protesta e intorno agli aeroporti arrivano i soccorsi per i poveri rifugiati, che poi sono 300 in tutto, Trump mica si spaventa, e assedia noi con i suoi tweet. Siamo alla raffica, e sono chiarissimi. Ecco gli ultimi:
Il nostro Paese ha bisogno di forti confini e divieti estremi,, guardate invece che cosa sta succedendo in tutta Europa e nel resto del mondo: un casino spaventoso. Subito dopo: i cristiani in Medio Oriente sono stati uccisi in numeri grandi non possiamo consentire che questo orrore continui.
Poi passiamo ai due senatori repubblicani che ce l'hanno con lui: la dichiarazione congiunta dell’ ex candidato alla presidenza John McCain e di Lindsey Graham e’ sbagliata, sono tristemente deboli sulle migrazioni i due senatori, dovrebbero concentrare le loro energie sull'Isis l'immigrazione illegale , la sicurezza dei confini, invece di stare sempre a pensare di ricominciare la Terza guerra mondiale.
Pubblica l'intero ordine esecutivo sia su Twitter che su Facebook e precisa che 109 persone in tutto sono state trattenute e che i veri problemi negli aeroporti sono stati causati dal guasto al computer della Delta. Attacca: se il bando fosse stato annunciato una settimana prima, i cattivi sarebbero arrivati di corsa durante quella settimana, poi l'affondo finale: dove era tutto l'oltraggio dei democratici e dei partiti di opposizione quando i posti di lavoro fuggivano dal nostro paese?
Ultimo annuncio, tanto per rendere del tutto inutile il lavoro di giornali e tv ma anche per creare un nuovo motivo di polemica e distogliere l'attenzione dagli aeroporti: ho preso la mia decisione su chi nominare giudice della Corte Suprema, lo annuncio domani sera alle 8:00. Siamo a due ore fa ma la giornata di Donald Trump è ancora lunga anche perché è fatta per ora di 7 giorni a settimana.
Dal giorno del giuramento venerdì 20 sono passati solo 10 giorni ma sono bastati a sconvolgere il mondo. Una si domanda alla luce del gigantesco casino mondiale suscitato da una decisione certamente preannunciata e poi annunciata con rulli di tamburi e squilli di trombe, ma nei fatti non nuova, non inusuale, già applicata da altri presidenti compreso Barack Obama, infine certamente destinata a favorire le povere minoranze cristiane del Medio Oriente, se il problema di Donald Trump non sarà sempre la comunicazione e la guerra coi media, e forse su questo gli converrebbe riflettere e cambiare; oppure se tanto vale che tiri dritto così, perché la guerra con i media e l'incomprensione con i suddetti fa parte del suo legato e tanto vale stare a vedere chi si arrende per primo.
Occhio alla telefonata con Angela Merkel che non si capisce perché i giornali tengano sottotraccia, mentre ci raccontano dell'indignazione per il protezionismo di Trump di Francois Hollande, ovvero di uno che vale ormai come il due di coppe.
Merkel e Trump hanno parlato sabato su medio Oriente, Nordafrica, legami con la Russia e conflitto in Ucraina, poi hanno emesso una dichiarazione congiunta, che dice che la NATO deve essere in grado di affrontare le minacce del XXI secolo e quindi fare gli investimenti indispensabili per pagare i quali sarà necessario che tutti i gli alleati contribuiscano con una quota adeguata, cioè il famoso 2% del prodotto interno lordo al quale Trump ha sempre fatto riferimento, e che la Merkel ha accettato di arrivare a pagare.
Poi Trump accetta l'invito della Merkel al G20 di luglio ad Amburgo, dice che l'aspetta presto a Washington. Non una parola sull'ordine di limitazione dell'immigrazione o sugli accordi commerciali, nonostante nei giorni precedenti il ministro tedesco degli Esteri Sigmar Gabriel ne avesse parlato criticamente, solo enfasi sulle aree di interesse comune. La Merkel è veramente la più furba di tutti.
Su gran casino del blocco temporaneo per gli immigrati e rifugiati siriani, lo statement, la dichiarazione, di Trump è abbastanza poco trumpiana nel senso che è sapiente quando ricorda che l'America è una orgogliosa nazione fatta di emigranti, che continuerà a mostrare compassione per quelli che arrivano oppressi ma lo farà proteggendo cittadini e confini e mantenendoli sicuri; aggiunge che non è niente di diverso da quel che fece Barack Obama nel 2011 quando per sei mesi bloccò i visti per i rifugiati dall'Iraq e che le 7 nazioni pure le ha identificate Obama durante la sua amministrazione e che infine non si tratta di un bando contro i musulmani come i media hanno falsamente scritto.
Non è sulla religione, e’ sul terrore, sul mantenere il paese sicuro, però è anche vero che nell'accoglienza sarà data particolare attenzione ai perseguitati dalla religione, per prime le minoranze cristiane perché i cristiani sono stati uccisi in grande quantità dagli integralisti islamici.
il giorno dell insediamento di donald trump 4
È tutto vero, i 7 Paesi dell' ordine esecutivo del presidente Trump vengono fuori da una selezione fatta dall'amministrazione Obama in nome del Terrorist travel prevention act nel 2015 nel 2016. Barack Obama nel 2011 fermò tutti gli ingressi di rifugiati dall'Iraq perché era necessaria una revisione delle misure di sicurezza.
Quanto ai rifugiati siriani, Obama ne ha fatti entrare in tutto 1883 dal 2011 al 2015, cioè 300 l'anno, solo nel 2016 quando è stata chiara la tragedia della guerra fallita in Siria con 400mila morti e 4 milioni di rifugiati-e la responsabilità principale dell'amministrazione Obama, ne ha fatti entrare 13mila. Quanto alle espulsioni-tra il 2008 e il 2014 Barack Obama ha fatto espellere quasi 3 milioni di clandestini.
Perciò c'è poco da far piangere o da imballare per la restituzione alla Francia la Statua della Libertà, sono un mucchio di ipocriti, a partire naturalmente dalle inutili Nazioni Unite che sanno che col nuovo ambasciatore la musica cambia, a seguire con i giudici che in queste ore stanno tentando di invalidare gli executive orders, e che sono stati tutti nominati dall'amministrazione Obama, quindi fanno il loro sporco lavoro politico, sempre lo stesso di qua e di là dell'oceano, solo che almeno lì è ufficiale.
Trump va avanti, i 100 giorni sono il suo obiettivo. Ieri ha ricevuto i rappresentanti delle piccole aziende falcidiati dai costi e dalle regole burocratiche imposte dall'ultimo presidente. Ha firmato un ordine esecutivo il cui contenuto non è stato ancora reso noto ma ha promesso di fatto di tagliare con l'accetta costi e impedimenti, e quelli sono usciti a farsi le foto nel prato della Casa Bianca felici come bambini, raccontando di quanti ristoranti, quante piccole imprese quanti negozi abbiano dovuto chiudere negli ultimi otto anni. Vedremo chi è più forte.